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Gli ho davvero scritto, non posso crederci rifletteva Hyunjin camminando verso il cancello della scuola. Sentiva di star sudando freddo, il naso e le mani erano gelate, mentre il resto del suo corpo era avvolto dal calore dell'imbarazzo, che non azzardava a retrocedere. Quella notte non aveva chiuso occhio per l'ansia, si era alzato dal letto teso come una corda di violino e non era riuscito a mangiare, aveva detto a Chan che preferiva farsi una passeggiata, era restio alla compagnia e alle chiacchiere dopo una notte così e aveva bisogno di scaricare lo stress accumulato. La sua terapia a base di musica e passi affrettati non aveva funzionato.

Quel giorno aveva deciso di incarnare il suo mood vestendo di bordeaux ed era convinto che quella tonalità avrebbe evidenziato le sue occhiaie da "bello e dannato"; in più quel colore avrebbe sostituito la parte di appariscenza per cui lui non aveva energia da sfoderare. Non lo avrebbe cercato, col cavolo, si era esposto più di quanto avesse mai fatto e, se Seungmin avesse rifiutato di incontrarlo o lo avesse evitato, allora avrebbe avuto la scusa, anzi, l'obbligo, di mettersi il cuore in pace.

Entrato nel cancello della scuola, fu deciso a dirigersi dentro senza controllare che gli altri fossero arrivati, soprattutto, non aveva voglia di vedere Minho; non sapeva perché di preciso, ma Minho e Seungmin avevano un occhio di riguardo l'uno per l'altro, niente che dovesse preoccuparlo più di tanto, visto il sincero interesse che Minho nutriva per Jisung, ma se le cose fossero andate male, sicuramente Hyunjin sarebbe dovuto rimanere in allerta.
Mentre si dirigeva in aula, ancora con le cuffie addosso, un lecca-lecca tra le labbra e il cappuccio della felpa a coprirgli il capo, fu colto di sorpresa dal ragazzino con l'apparecchio, che gli si parò davanti e sfoderò un sorriso leggermente tirato. Hyunjin si prese un mezzo colpo.
«Jeongin, mi hai sp-»
Non fece in tempo a dirlo che l'altro gli soffiò il lecca-lecca dalla bocca e se lo infilò al lato sinistro della bocca, mantenendo il sorriso.
«La fragola non ti stanca mai, eh?»
«Accurato» commentò un po' spaesato il maggiore, tentando di ricambiare con un mezzo sorriso.
«Hai della vodka per caso?»
«Jeonie, sono a malapena le otto del mattino, la campanella suonerà a momenti e tu mi chiedi se ho della vodka»
«Non dovresti sorprenderti più di tanto - Jeongin lo osservò intensamente, gli si avvicinò tanto da appropriarsi del laccio della felpa e rigirarselo tra le dita - Voglio passare un po' di tempo con te»
Hyunjin si morse il labbro, in difficoltà. Quel ragazzo era impulsivo, non voleva che facesse questioni nel corridoio della scuola, non avrebbe avuto la pazienza di spiegargli tutto in quella circostanza che già si prestava così poco a certe spiegazioni.

«Ti seguo» affermò con poco entusiasmo. Il ragazzimo gli sorrise e gli prese la mano, trascinandoselo in una piccola aula, utilizzata solo nel pomeriggio per le ripetizioni singole, dove presero posto su un banco attaccato alla finestra, che dava sul cortile della palestra esterna.
«Era un po' che non bevevamo insieme» affermò Jeongin dopo aver preso un bel sorso dalla borraccia del biondo. Gliela passò leccandosi i baffi di fragola disegnatisi sopra il labbro. Anche Hyunjin prese un lungo sorso e si godette il calore momentaneo che gli si era formato nel petto, dopotutto era ancora infreddolito dalla camminata mattutina - non aveva nemmeno indossato un giubbotto.
«È vero»
Il minore si girò verso Hyunjin, che teneva gli occhi fissi sul panorama esterno.
«È anche un bel po' che ignori i miei messaggi».
Hyunjin lo osservò colpevole, scrutandolo dal cappuccio, quella sorta di protezione colorata che avrebbe dovuto nasconderlo dal mondo intero quel giorno. Non credeva fosse possibile, ma era più teso di prima.
«Jeongin, mi dispiace, non è stato affatto carino da parte mia». Era la verità e si sentiva un cane per aver ignorato quel ragazzo, dopotutto si "frequentavano" da un bel po' di mesi e tra loro c'era sempre stato un dialogo franco e costante.
Il minore non rispose, ma si avvicinò e di scatto gli strappò un bacio, portando la mano al viso dell'altro, come ad ancorarsi a quella figura che sentiva così distante.
Jin, ovviamente, lo respinse quasi subito e con delicatezza gli prese il viso tra le mani e lo accarezzò dolcemente, guardandolo dispiaciuto.
«No - proferì con voce tremante il ragazzino - Non voglio sentirtelo dire. Non dirmelo».
Era sul punto di piangere, gli occhi gli si erano riempiti di lacrime gravitanti sull'orlo dell'iride.
«Jeongin, mi dispiace davvero tanto»
«Tornerai da me» disse Jeongin, ormai piangendo. Hyunjin non si sarebbe mai aspettato di poterlo ferire così tanto, si sentiva malissimo a vederlo così.
«Jeonginie»
Se lo tirò al petto, adagiando con cura il suo capo sui suoi pettorali ed abbracciandolo affettuosamente, mentre l'altro era scosso da piccoli singhiozzi che tentava di sopprimere.

«Avrei dovuto parlartene molto prima»
«Ti piace così tanto da lasciarmi andare?»
«Jeonie, io non ti lascerò andare»
«Cos'è che ti lega a me a parte il sesso?»
«Dovrei fartela io questa domanda»
«Credevo niente» rispose il minore lasciando che tutta la sua tristezza fosse svelata da un singhiozzo maggiore. Jin si sentì ancora peggio.
«Ci tengo a te, Jeongin, non voglio che tu sparisca e ti avrei risposto se solo avessi avuto il coraggio di dirti la verità»
«Cosa diamine ti è preso? Lo capisci che è una stupida cotta?» Tentò il moro smettendo di piangere. Il maggiore sospirò.
«Questo non potrò dirlo finché non mi impegnerò per scoprirlo.
«Io lo so invece. A te piace perché non riesci ad averlo. Fa parte della tua vanità, Hyun, io ti conosco»

Mancava solo lui a instillargli dubbi riguardo questo suo azzardo. Per quanto quelle affermazioni gli dessero fastidio, non si azzardò a ribattere, Jeongin poteva essere convinto di ciò che stava dicendo, ma certamente ciò che predominava su di lui in quel momento era il sentimento di frustrazione.
«Sei libero di pensare quello che vuoi, ma ho preso la mia decisione» disse stringendolo più forte.
Sperando sia la cosa migliore pensò.
Jeongin rimase fra le sue braccia per molto e Hyunjin lo rassicurò più volte. Non avrebbe voluto che quel ragazzo sparisse dalla sua vita.

𝕬𝖋𝖗𝖆𝖎𝖉 ˢᵉᵘⁿᵍʲⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora