3. Welcome Back

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3.

"Doncasteeeeeeer bambola". Urla eccitata la bionda appena sorpassiamo il cartello ed entriamo nelle strade della mia vecchia città.
Sinceramente non capisco perché è così felice, le ho raccontato tutto quello che è successo negli ultimi tempi che ho vissuto qui e, secondo me, non è poi così una fantastica cosa esserci tornata ma è okay. Infondo mi sono mancate alcune cose. Ad esempio Martha e andare a trovare mia madre. Sono le uniche cose che mi hanno spinto a tornare qui.
"Ora dimmi in che via devo andare". Mi dice Sam fermandosi al semaforo di fronte alla mia vecchia scuola.
"Sempre dritta e poi giri a sinistra". Le rispondo sicura dopo essermi accertata della strada che avremmo dovuto fare.
Lei annuisce e, appena scatta il verde, percorre la strada per poi svoltare a sinistra come le ho detto. Vedo in lontananza casa mia e inaspettatamente sento una strana felicità farsi spazio dentro di me. Dopotutto quella è la mia casa di sempre.
"Parcheggia lì fuori". Dico a Sam indicandole il garage bianco leggermente sporco.
Appena la macchina si ferma, prendo le chiavi dal cruscotto e corro fuori andando dritta verso la porta di casa. Infilo la chiave e, dopo averle fatto fare quattro giri verso sinistra, abbasso la maniglia e spalanco la porta entrandoci. Corro verso le finestre del soggiorno e apro tutte le persiane ritrovando ancora tutto come l'avevamo lasciato io e papà. Sorrido e vado in cucina aprendo la finestra per far girare un pò d'aria e infine salgo le scale andando verso la mia vecchia stanza.
Accarezzo la maniglia in legno e apro la porta lentamente non vedendo nulla a causa del buio.
Conoscendo ormai a memoria la disposizione di ogni soprammobile, vado verso la finestra e apro le imposte facendo entrare la luce esterna. Mi giro ammirando ogni piccola cosa, dalla boccettina del mio vecchio profumo finito, fino al piccolo pupazzetto dimenticato sul letto. Mi siedo sul materasso e prendo in mano il pupazzo sorridendo leggermente, me lo giro fra le mani ripensando a quante volte da piccola gli chiedevo conforto quando c'era il temporale e la stanza veniva invasa dalla forte luce dei lampi.

"Am, ti ho portato la valig- e quello? Non me lo presenti?". Sam ridacchia appoggiandomi la mia valigia sotto la scrivania e poi si viene a sedere accanto a me.
"Beh, Sam lui è Mr.White, il mio amico pupazzo di neve da quando ho cinque anni, Mr.White lei è Samantha, la mia migliore amica. Sembra una di quelle classiche troiette snob che la da a tutti ma ti assicuro che non è così". Dico scoppiando a ridere quando ricevo uno gomitata nel fianco e, girandomi verso di lei, la vedo fare il broncio e mi prendo il pupazzo dalle mani mettendoselo di fronte.
"Oh Mr.White dovrebbe sapere che la sua padroncina è molto simile alla sottoscritta, tant'è che ci scambiano molto spesso per sorelle a parte per gli occhi, perché lei li ha castani, quindi in poche parole si è data della poco di buono da sola". Dice seria rivolta verso il pupazzo e io comincio a ridere lasciandomi cadere sul pavimento.
"Ehy che c'è da ridere?". Dice offesa lanciandomi il cuscino in faccia e io rido ancora più forte.
"Stai conversando con un fottuto pupazzo Sam". Dico alzandomi in piedi tranquillizzandomi e lei ridacchia scuotendo la testa per poi tirarsi su dal letto.
"Ora vieni, ti porto da Martha". Dico emozionata prendendola per il braccio e trascinandola dietro di me.

Arriviamo di fronte all'entrata del bar e, eccitata dall'idea di rivedere dopo tutto questo tempo quella fantastica donna, apro la porta in vetro facendo suonare il solito campanellino.
Guardo verso il bancone notando soltanto un ragazzo che alza la testa facendoci un cenno di benvenuto per poi tornare a lavare le stoviglie. Mi guardo intorno e vedo Martha prendere le ordinazioni ad un tavolo così decido di andare dritta verso il mio solito posto.
Faccio segno a Sam di seguirmi e insieme camminiamo lungo la caffetteria fino ad arrivare in fondo, al mio tavolo.

"Bene allora dov'è questa famosa Martha?". Chiede Sam cominciando a guardarsi in giro e io le faccio segno verso la donna che ora sta portando dei bicchieri sporchi al bancone.
La mia attenzione viene catturata però dal campanellino della porta che suona e così, spostando lo sguardo, rimango prosciugata da tutte le emozioni possibili che ogni umano possa provare.
"Sembra che hai appena visto un fantasma, che hai?". Sam ridacchia passandomi una mano davanti al viso per poi girarsi e seguire il mio sguardo.
"Non dirmi che quelli sono i ragazzi di cui mi hai parlato". Dice scioccata per poi girarsi verso di me in attesa di una risposta.
Con tutto ciò che posso fare l'unica cosa che mi viene in mente è annuire debolmente.
Un Niall con una leggera barbetta sul viso e con una ricrescita castana ai capelli, insieme ad un Harry con i capelli molto più lunghi di quanto mi ricordassi e con un Louis anche lui con della barba sulla faccia e lunghi ciuffi di capelli che vanno da tutte le parti, si sono appena seduti a due tavoli di distanza.

N/A
E chi se lo aspettava che l'incotrasse così presto?
Ah giusto, io dehehehe
Btw vedrete nel prossimo capitolo cosa succederà ;)
See ya soon xx

-Iris

𝟹𝟼𝟻 • 𝚜𝚎𝚚𝚞𝚎𝚕 "𝟼𝟶 𝙳𝚊𝚢𝚜" [𝚕.𝚝]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora