Antiche Persecuzioni

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** Aredhel's PoV **

"Ci muoveremo all'alba..." disse Akerith con aria soddisfatta.

I messaggeri erano arrivati nei regni della Gente Comune. Come previsto non avevano preso bene la dichiarazione; ma eravamo stati attenti a scegliere chi avrebbe dovuto consegnare il messaggio: solo Vampiri che avessero perso qualcosa o qualcuno a causa dei nostri nemici, che li odiassero al punto di non prendere nemmeno lontanamente in considerazione il fatto di collaborare con loro e scendere a patti, rivelando informazioni importanti.

C'erano stati molti morti durante le persecuzioni contro la nostra razza. Tutti i popoli per un momento si erano accorti che le nostre Razze erano potenti, e potenzialmente pericolose...
Allora iniziò la caccia. Tutti coloro che non condividevano nostri poteri diventarono spie, pronti a tutto pur segnalare chi dava il minimo segno di essere una Guardiana, un Vampiro o un membro appartenente a una qualsiasi Razza Magica indicata come pericolosa dal Bianconsiglio.

Tutti quelli che erano sospettati venivano imprigionati in celle strettissime, con catene talmente corte che erano costretti a rimanere attaccati al muro, senza mai muoversi.

Poi iniziavano gli interrogatori, e quella era la parte peggiore, forse anche peggio dell'esecuzione...
Ti mettevano in una stanza, e iniziavano a porti delle domande, se rispondevi ammettendo di essere contro il popolo della Gente Comune venivi subito processato e condannato a morte.
Se invece dichiaravi di non voler far del male agli altri popoli iniziavano le torture: per loro infatti non era contemplata l'opzione "sono innocente".

Le torture erano orrende, si utilizzavano tutti gli strumenti possibili ed immaginabili: la vergine di ferro, lo schiaccia-testa, la cremagliera, la pera e chi più ne ha più ne metta.

Alla fine o confessavi e venivi condannato, oppure morivi durante le torture... In un modo o nell'altro il Bianconsiglio raggiungeva sempre il suo scopo: uccidere quante più minacce possibili.

I miei genitori erano morti così. Una sera, mentre stavamo mangiando tranquilli a palazzo, irruppero della guardie, ma non erano quelle del regno, erano vestite in modo diverso, sulle armature portavano il simbolo del Bianconsiglio. Ci presero di peso e ci costrinsero a seguirli, tutte i nostri soldati furono uccisi nel tentativo di fermarli.

Quando arrivammo ad Imladris ci buttarono nelle segrete, io e mia madre in una cella e mio padre in un altra.

Dopo giorni di prigionia in cui ogni tanto una guardia veniva a parlare con mia madre, ci chiamarono tutti e tre in una sala. Era adibita come un tribunale: pronta per ospitare un processo.

"Siamo qui riuniti oggi per processare i sovrani del regno delle Montagne Grigie, l'accusa è di complotto contro il popolo della Gente Comune." iniziò un elfo alto, con lunghi capelli castani e occhi viola, era Elrond.

"Ordunque, avete qualcosa da dire a vostra discolpa?" intervenne Galadriel.

"Si, mia Signora, noi ci dichiariamo innocenti da tale accusa, non abbiamo niente contro la Gente Comune." replicò mia madre.

"Bene, allora sarà la prova del fuoco a decidere se siete veramente colpevoli o no... La giuria è d'accordo?" continuo' Elrond, rivolgendosi ad un gruppo di Elfi di Lorien e Granburrone. La giuria acconsentì, sembrava fossero molto soddisfatti del fatto che ci sarebbe stata questa prova da superare...

Ci condussero all'esterno, dove c'era un fuoco acceso e un pezzo di ferro appena sopra, ormai reso incandescente dalle fiamme.

"Molto bene, la prova è questa: dovrete prendere in mano questo oggetto." spiegò Elrond.

Vidi mia madre avvicinarsi al fuoco e prendere in mano il metallo rosso e bollente, appena la sua pelle entrò in contatto con il ferro lei lanciò un urlo e mollò la presa.

"Il giudizio è stato dato: colpevole. Se i Valar avessero voluto salvarla non avrebbe sentito dolore. Portatela via." disse Galadriel.

Vidi mia madre, che ancora piangeva per il dolore, essere trascinata via.
La stessa cosa accadde a mio padre pochi giorni dopo.

Poi venne il mio turno. A me toccò fare la prova del lago. Mi legarono un masso al collo e mi buttarono in acqua.
Stetti senza respirare un minuto, poi mi tirarono fuori, siccome ero ancora viva avrebbero dovuto uccidermi, ma Glorfindel convinse la giuria che ero innocua, che una bambina di pochi anni come me non avrebbe costituito un problema o una minaccia.

Due giorni dopo avvennero le esecuzioni. Erano 40 le persone che erano state condannate quella settimana, tra cui i miei genitori.

Fui costretta a presenziare alla cerimonia insieme agli altri figli o parenti dei condannati.

Venni accompagnata nella piazza da Glorfindel, che mi stette vicino per tutto il tempo.
Le pire erano già pronte. Ad uno ad uno tutti i condannati vennero fatti salire sulle cataste di legna.

Ad alcuni fu concesso di parlare per l'ultima volta ai loro cari. Mia madre era una di questi. Mi si avvicinò piangendo, ma senza singhiozzare, c'erano solo delle lacrime che rigavano il suo viso segnato dal dolore e dalla prigionia

"Aredhel, ascoltami, sappi che io e tu padre ti vogliamo bene e sempre te ne vorremo, qualunque cosa accada, hai capito? Tu non sei come loro, tu sei speciale, questo ricordatelo sempre. - poi prese il suo ciondolo, quello che mio padre le aveva regalato dopo il matrimonio è me lo mise al collo - Ricordati di noi, non come siamo adesso ma di come eravamo prima, una famiglia felice che ti amava... Addio, prega per noi, perché anche noi pregheremo i Valar per te." così dicendo mi diede un bacio sulla fronte e tornò sulla pira.

Io avevo iniziato a piangere, le lacrime solcavano le mie guance, e i singhiozzi erano incontrollabili. Strinsi tra la mani il ciondolo.

Intanto le pire avevano iniziarono ad essere accese dai soldati, quando fu la volta dei miei genitori chiusi gli occhi, ma non avrei mai potuto dimenticare le loro urla, poiché sebbene loro facesse il possibile per soffocarle in gola, io riuscivo a percepirle nella mia mente, insieme al dolore del fuoco del divora la carne.

L'ultima frase che sentii pronunciare da mia madre prima che morisse fu:
"Non lasciare mai che ti cambino, tu sei ciò che scegli e credi di essere, sempre."

"È ora di andare adesso, vieni, ti faccio vedere il nostro esercito..." disse Akerith distogliendomi da i miei peggiori ricordi...

* Angolo dell'autrice *
Ciao a tutti!
Come stanno andando le vacanze?
Lo so, vi avevo detto che il libro sarebbe cominciato a Settembre, ma vi volevo fare un regalo!
Spero solo che vi piaccia...
Ah, un'ultima cosa: vorrei avere il vostro parere, a parte sul capitolo, ma anche sulla copertina e sul titolo, aspetto i commenti!
A Settembre! Un bacione a tutti!

Sereg o Eledh (Sangue di Elfo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora