Combattimento

811 52 22
                                    

Osservai i due gladiatori: Legolas sembrava star bene, mentre Thranduil sembrava reggersi in piedi per miracolo, era pallido, ed era evidente che le ferite sulla schiena non erano ancora completamente guarite.

I due combattenti si fissarono negli occhi. Dovevano combattersi. Se si fossero rifiutati sarebbero stati uccisi a sangue freddo entrambi.

Mi agitai sulla sedia. Mi sentivo impotente, inutile, costretta a guardare mentre due persone importanti per me si macellavano a vicenda.
Mi voltai verso Akerith, e notai che anche lei era rimasta stupita dalla sorpresa che il marito aveva preparato.

"Cha diamine sta facendo tuo marito?!" le chiesi telepaticamente.

"N-non lo so... Non mi aveva mai parlato di una cosa del genere." rispose.

"E adesso che facciamo? Ci dev'essere un modo per tirarli fuori da lì!" chiesi.

"Non c'è modo. Uno deve morire, l'altro vivere. È questa la tradizione delle fosse di combattimento. Non c'è altra scelta... A meno che..."

"A meno che cosa? Akerith, cosa sai?!"

"Se riuscissero a sopravvivere per un quarto d'ora, dando un buono spettacolo alla folla, e poi uno dei due finisse a terra, i lord possono scegliere, coadiuvati dal popolo, la sorte del perdente."

Il boato della folla ci distolse dalla nostra conversazione. Il duello era cominciato.

Legolas prese l'arco, incoccò la freccia e tese la corda. Partì il colpo, dritto alla parte sinistra del petto. Toc!
Un rapido spostamento d'aria, un movimento fluido con la spada e la freccia che fino ad un secondo fa era in volo verso Thranduil, ora era caduta a terra, a circa metà strada tra i due.
Sentii la folla rumoreggiare dietro di noi... Evidentemente lo spettacolo non stava piacendo, e se lo spettacolo non piaceva, il popolo non avrebbe acconsentito al risparmiare la vita al perdente.

Non possono andare avanti così: morirò di infarto prima della scadenza dei quindici minuti.

Chiusi gli occhi. Inspirai profondamente e mi concentrai su Thranduil. Dovevo stabilire un contatto tra me e lui affinché riuscissi a dirgli come doveva continuare il duello.

"Cosa vuoi?"

Thranduil! Era riuscito a mettersi in contatto con me!

"Ascolta, dovete far durare il duello più a lungo, molto più a lungo. Se riuscite a far divertire il popolo potreste anche uscirne vivi."

"Perché dovrei darti ascolto? Dopotutto tu sei seduta sugli spalti insieme ai tuoi amici Vampiri, mentre io sono qui a combattere contro mio figlio."

"Ascolta, ti prego ASCOLTAMI! Devi-tirare-in-lungo-il-combattimento. Ti prego!"

Vidi Thranduil sospirare, guardò poi Legolas e gli disse qualcosa che io non riuscii a sentire, me sperai vivamente che fosse ciò che pensavo.

Legolas fece poi una piccola corsa e, dopo aver spiccato un salto, sfoderò uno dei suoi pugnali e menò un fendente contro il suo avversario. Thranduil non perse tempo e bloccò il colpo con la spada. La folla, che prima era distratta e scontenta, applaudì e si mise a seguire il duello con interesse.
Thranduil fece allora un passo indietro e si preparò a parare il prossimo colpo.
Legolas non perse tempo e fece un affondo con entrambi i pugnali. Thranduil lo parò ancora, poi fu il suo turno per attaccare: una rapida torsione del polso e costrinse il principe ad indietreggiare. Sguainò la seconda spada e menò un doppio fendente in direzione del figlio.

Il duello continuò così, e ad ogni colpo si poteva sentire la folla trattenere il respiro.
Alla fine Thranduil, com'era prevedibile, fu costretto da Legolas in ginocchio. Era arrivato il momento.

Tythir si alzò in piedi e alzò le mani, chiedendo silenzio alla folla.

"Popolo! Abbiamo assistito ad uno spettacolo che ci ha fatto divertire e passare il tempo. Ora è giunto al termine. Come sapete, io e mia moglie, come lord di questa città, abbiamo la possibilità di graziare il perdente; ora ditemi, volete morte o vita?" chiese al pubblico.

Vita! Vita! Vita!

"A quanto pare il popolo ha deciso di vedere ancora lo sconfitto. Ebbene, gli verrà risparmiata la vita. Guardie! Conduceteli entrambi alle celle!" ordinò.

Tythir, infine, si voltò e porse la mano sia a me sia a sua moglie e ci condusse fuori, verso il palazzo.

Andai subito nella mia camera e mi buttai esausta sul letto, mi spogliai e feci un lungo bagno rilassante.

Era ormai notte, quando qualcuno bussò alla porta. Era Akerith. Disse che doveva parlarmi prima che Tythir tornasse a cercarla.

"Potrei esserti utile." iniziò lei.

"Per cosa?" chiesi titubante.

"Per l'Elfo che è stato sconfitto oggi. Potresti riuscire a liberarlo, lui e l'altro."

"Perché dovrei volerlo liberare? È un nostro nemico." finsi io.

"Pensi che non abbia notato come lo guardi? In ogni caso, fammi sapere." concluse uscendo dalla mia stanza.

** Angolo dell'autrice **
Ciao a tutti!
Scusa per il ritardo... Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Non prometto di riuscire ad aggiornare spesso, sono in un punto complesso della narrazione.
Fatemi sapere che ne pensate,
A presto!

Sereg o Eledh (Sangue di Elfo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora