L'ultima casa accogliente

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L'indomani mattina partimmo di buon'ora. Elladan ed Elrohir ci vennero a prendere all'alba e ci accompagnarono per tutto il percorso. Per arrivare alla Valle Nascosta c'erano diversi passaggi, il più vicino a noi era uno stretto sentiero fiancheggiato da due alte pareti di pietra.

"Prima voi" dissi ai gemelli. Non avevo la benché minima intenzione di andare io o far andare Aredhel avanti. Avrebbero potuto tendere un'imboscata.

"Sì, così magari ci attaccate alle spalle!" disse Elrohir.

"Perché non andiamo alternati?" propose Aredhel.

"Non se ne parla neanche!" dicemmo in coro io ed Elrohir.

"Si potrebbe fare... - disse Elladan - Prima io, poi Aredhel, poi Thranduil e poi Elrohir."

Non era la migliore delle proposte, ma almeno così Aredhel sarebbe stata al sicuro, ed in caso di un attacco da parte di Elrohir avrebbe potuto perdere in ostaggio il fratello.

"Va bene." acconsentii.

Ci mettemmo in fila e ci addentrammo nel percorso. Mi ritrovai ad osservare la figura della principessa che cavalcava davanti a me. Il mio sguardo cadde sui fianchi sottili della giovane, per poi risalire lungo la sua schiena, coperta dai lunghi capelli biondi. L'avevo sempre considerata bella, anche perché era innegabile lo fosse, ma ultimamente mi trovavo a pensare sempre più spesso a lei. La trovavo non solo attraente fisicamente, ma anche forte, coraggiosa, determinata. Non erano molte le persone che si sarebbero azzardate a contraddirmi, eppure lei lo faceva, dimostrando una tenacia fuori dal comune. L'unico difetto evidente nel suo carattere era l'insicurezza che ogni tanto mostrava. Ad una persona che non la conosceva bene Aredhel sarebbe sembrata sicura di sé, ma era solo una maschera. In fondo al suo cuore lei aveva paura. Paura di fallire, forse, di non proteggere il suo popolo. O forse aveva paura di non essere compresa, di non essere accettata... In ogni caso sarebbe un'ottima regina pensai.

Scossi la testa. Non era quello il momento di lasciarsi andare ad inutili fantasticherie. Probabilmente a Granburrone non saremmo stati accolti a braccia aperte e dovevamo stare all'erta.

"Cosa pensate di fare? Presentarvi direttamente al cospetto di nostro padre?" chiese Elladan.

"Sì, così potremo appurare il suo stato." rispose Aredhel.

"Non è una buona idea, Aredhel - dissi - Se Elrond reagisse male..."

"Se Elrond reagisse male potrei iniziare subito a cercare di contrastare l'incantesimo che lo tiene prigioniero. - rispose sicura - Nel caso in cui, invece, reagisse in un modo normale sapremmo con certezza che è ancora in sé."

"Ti ricordo, principessa, che tu sei ancora una nemica di mio padre. Potrebbe anche reagire male perché si trova davanti chi lo ha ingannato." disse Elrohir.

"Io credo che Elrond potrebbe starmi a sentire. Entrerò nel suo regno disarmata e..." iniziò Aredhel.

"Il tuo stesso corpo è un'arma!" sbottò Elrohir.

"Se non farò niente per metterlo in allarme io credo che mi potrebbe stare a sentire. Sarebbe in una stanza con i suoi migliori uomini, non rappresenterei una minaccia neanche in forma di lupo!" replicò Aredhel convinta.

"Come vuoi, ma sappi che se solo ho il sospetto che tu stia facendo del male a mio padre ti ritroveresti una spada in pieno petto!" ringhiò minaccioso.

"Moriresti prima di vibrare il colpo." risposi gelido. Non avevo intenzione di stare ad ascoltare le minacce di quel Mezzelfo.

"Siamo quasi arrivati" intervenne Elladan.

Sereg o Eledh (Sangue di Elfo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora