OLTRE I LIMITI

10.

POV: NATHAN

La città di Seattle si stendeva sotto di me come un mare infinito di luci e suoni. Ogni tanto mi fermavo a osservare il paesaggio dal mio appartamento, cercando di trovare un po' di pace nella frenesia della metropoli. Ma quella sera, nemmeno la vista mozzafiato poteva calmare il tumulto che avevo dentro. Emily era come una fiamma che bruciava costantemente nella mia mente, un pensiero che non riuscivo a scacciare.

Mi passai una mano tra i capelli, sentendo il peso delle mie decisioni. La mia carriera accademica era stata il frutto di anni di duro lavoro e sacrifici. Essere un professore rispettato in una delle migliori università del paese non era stato facile, ma avevo sempre saputo che era il mio destino. Non potevo permettere che un singolo errore distruggesse tutto.

Eppure, non riuscivo a smettere di pensare a Emily. La sua energia, la sua passione per la vita, mi avevano catturato fin dal primo momento. Non era solo una studentessa brillante; era una persona che mi faceva sentire vivo, che mi ricordava cosa significasse provare emozioni autentiche. Ma quella stessa passione era anche la mia rovina. Mi trovavo costantemente in bilico tra il desiderio di stare con lei e la consapevolezza delle conseguenze devastanti che avrebbe potuto avere.

Mi sedetti sul divano, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Dovevo essere razionale, dovevo trovare un modo per gestire la situazione senza compromettere né la mia carriera né la sua. Ma ogni volta che provavo a pensare a una soluzione, mi sentivo come intrappolato in un labirinto senza uscita.

La mia mente tornò a qualche anno prima, quando avevo vissuto un'altra delusione amorosa. Ero stato con una donna che credevo fosse la mia anima gemella, ma alla fine si era rivelata una storia piena di inganni e tradimenti. Mi aveva lasciato un segno profondo, una cicatrice che ancora oggi bruciava. Avevo giurato a me stesso che non avrei mai più permesso a nessuno di avvicinarsi tanto da poter farmi del male. Eppure, con Emily, sentivo che stavo infrangendo tutte le mie regole. Era una fiamma che bruciava costantemente, un fuoco che avrei dovuto imparare a controllare.

Le settimane successive furono un susseguirsi di alti e bassi. Al lavoro cercavo di mantenere un atteggiamento professionale, ma ogni volta che vedevo Emily, sentivo il cuore battere più forte. I nostri incontri erano brevi e formali, e ci scambiavamo solo le informazioni strettamente necessarie. Ma anche in quei momenti, la tensione era palpabile.

Mi buttai nel lavoro, cercando di riempire ogni momento della mia giornata con impegni e responsabilità. Partecipavo a conferenze, scrivevo articoli, e cercavo di mantenere un rapporto positivo con i miei colleghi. Ma ogni volta che tornavo nel mio appartamento, il silenzio mi ricordava lei.

La sera, mentre stavo correggendo dei compiti nel mio ufficio, ricevetti una chiamata dalla direttrice dell'Università. Il cuore mi saltò un battito. La direttrice non chiamava mai direttamente, a meno che non ci fosse qualcosa di serio da discutere.

«Professore Nathan Carter» risposi, cercando di mantenere la voce ferma.

«Buonasera, Professor Carter. Mi scuso per l'ora, ma avrei bisogno di parlarle di persona. Potrebbe venire nel mio ufficio domani mattina?»

«Certamente, Direttrice Parker. Sarò lì.»

Riattaccai, sentendo un'ondata di preoccupazione. Mi passai una mano sulla fronte, cercando di immaginare cosa potesse voler discutere con me. La mia mente corse subito a Emily. Avevamo cercato di mantenere il tutto segreto, ma cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto tutto? La mia carriera sarebbe stata distrutta e la reputazione di Emily ne avrebbe sofferto.

Passai la notte in bianco, i pensieri che mi tormentavano. Ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo il viso della direttrice, sentivo le sue parole. Cosa sapeva? Chi le aveva parlato? Ogni scenario che mi veniva in mente sembrava peggiorare la situazione. Sentivo il peso delle mie decisioni come una cappa di piombo sulle spalle. Come avevo potuto lasciarmi coinvolgere così tanto?