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Era sera inoltrata, me ne stavo seduta su una panchina di Emerald Way a Seattle, con le gambe incrociate, rileggendo uno dei miei classici preferiti. Il vento fresco della sera mi accarezzava il viso e il fruscio delle foglie degli alberi sopra di me creava una melodia rilassante. Pagina dopo pagina venivo trasportata in un mondo diverso dal mio, cercando rifugio in quell'inchiostro messo su carta che imprimeva l'anima. L'illuminazione scarsa data da un lampione mi consentiva a malapena di leggere le parole stampate sulla pagina.

Ero così concentrata sulle pagine che non mi accorsi del passaggio di qualcuno lungo la strada. Un uomo si sedette accanto a me, come se niente fosse, e iniziò a osservare. Con la coda dell'occhio, notai la sua attenzione rivolta verso di me o il libro che stavo leggendo; non riuscivo a capire esattamente dove stesse guardando.

«Buonasera, interessante il libro che stai leggendo. L'ho letto così tante volte che potrei riscriverlo io,» disse con sarcasmo. Gli rivolsi un sorriso per educazione, chiusi il libro e guardai la copertina, sempre bellissima nonostante gli anni e l'usura.

«Molto saccente da parte tua,» risposi, cercando di mantenere un tono di voce neutro.

«Può darsi, ma fidati: anche se è un capolavoro della letteratura inglese e ne sono d'accordo, proprio perché Jane Austen ha una straordinaria capacità di delineare i personaggi e di commentare la società del suo tempo con arguzia e sottigliezza, ci sono comunque molti difetti,» disse, fissando un punto davanti a sé, come se cercasse di ricordare la trama del romanzo.

«Difetti?» risposi sbalordita, girandomi di scatto verso di lui.

«Beh, ad esempio, la trama può sembrare troppo centrata sulle questioni matrimoniali. Ogni svolta della storia ruota attorno ai matrimoni e alle prospettive matrimoniali delle sorelle Bennet, dando l'impressione che l'unico scopo nella vita delle donne sia trovare marito.»

«Credo invece che Austen stesse criticando questa visione limitata delle donne. Mostrando come le donne dell'epoca fossero spesso ridotte a cercare un buon partito, penso che volesse sottolineare la mancanza di opportunità e l'ingiustizia di questa situazione.»

«È un'interpretazione valida. Austen era sicuramente una scrittrice critica della società. Tuttavia, ritengo che la sua critica possa essere più sottile di quanto ci si aspetti, il che può far sì che alcuni lettori non colgano appieno il messaggio. Inoltre, alcuni personaggi secondari possono sembrare caricaturali, come Mr. Collins o Lady Catherine de Bourgh.»

Iniziavo a irritarmi. «Forse, ma credo che questi personaggi servano a mettere in risalto la complessità e la crescita dei protagonisti, Elizabeth e Darcy. Mr. Collins, con la sua ottusità, evidenzia la vivacità intellettuale di Elizabeth, mentre Lady Catherine mette in luce la trasformazione di Darcy.»

L'uomo, di cui ancora non conoscevo il nome, non sembrava volersi fermare. «Questo è un buon punto. Nonostante tutto, il finale può sembrare un po' troppo convenzionale. Alla fine, tutto si risolve con i matrimoni felici, che sembrano quasi forzati in una narrazione fino a quel punto molto più critica. Non sei d'accordo?»

«Credo che Austen abbia voluto offrire una sorta di speranza e conforto ai suoi lettori, mostrando che, nonostante tutte le difficoltà e le ingiustizie, è possibile trovare amore e felicità. È un romanzo che, pur criticando la società, offre anche una via di fuga dalla realtà.»

«Sì, è possibile. Forse è proprio questa ambivalenza che rende "Orgoglio e pregiudizio" un classico così duraturo e affascinante. Nonostante i difetti che posso vedere, rimane una lettura profonda. Il fatto che stiamo discutendo animatamente di questo romanzo dimostra la sua rilevanza continua» concluse.

Fu in quel momento che notai quanto fosse affascinante. Occhi verdi, capelli arruffati sul castano scuro, alto e di età apparentemente doppia della mia, ma ben portata. Indossava una camicia casual e jeans che lo rendevano immediatamente attraente in modo disinvolto. C'era qualcosa in lui che mi attirava, forse la sicurezza con cui parlava o l'intelligenza che traspariva dai suoi occhi.

OLTRE I LIMITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora