Harry's point of view...
«Che cosa faresti se sapessi di dover morire la prossima settimana?» Louis alzò gli occhi al cielo.
«Questo non c'entra un cazzo» sbottò.
«Che cosa faresti?» ripetei fermo, lui sbuffò e incrociò le braccia al petto muovendo alcuni passi per la sua stanza-casa.
Louis viveva nello scantinato di sua madre e tutto sommato ero un posto abbastanza accogliente, nonostante fosse ampio e un'ambiente unico. Sceso le scale ed attraversato la porta, la cucina si trovava subito sulla destra, mentre sulla sinistra il salotto, con tanto di tv, console ecc.
Oltre di esso c'era uno spazio sulla parete apparentemente vuoto ma che in realtà, nascondeva il suo letto. Sul fondo si trovava un tavolo da biliardo, e oltre la cucina c'era un'unica porta che portava al suo piccolo bagno.
«Farei qualsiasi cosa per sentirmi vivo fino in fondo, finché posso. Ma non è questo il punto testa di cazzo, tu non stai morendo» ribatté.
«E allora? Prima o poi succederà, e la mia vita sarà andata alla grande in ogni momento!» ribattei alzandomi dal divano e dirigendomi verso la cucina.
«Queste sono cazzata e lo sai, se continui così la tua vita non avrà mai visto un giorno buono, o normale per lo meno» mi rimproverò, alzai gli occhi al cielo e aprii il frigorifero prendendomi una birra.
«Correre mi fa sentire bene, mi distrae da tutta la merda che mi circonda» rivelai.
Lui fece una risatina prendendomi per il culo «solo perché non hai il coraggio di affrontare la vita reale, non puoi pensare che questa stronzata sia la tua vita» detto da uno che vive nella fottuta cantina di sua madre, sembrava paradossale.
«Che cazzo vuoi Louis?» tagliai corto prendendo un sorso dalla bottiglia.
«Devi perdere, è l'unica soluzione» rispose, alzai un sopracciglio.
«Sei fottutamente serio?» lui annuì, non stava scherzando «mi hai fatto venire fin qui solo per dirmi questa stronzata? Avresti potuto anche chiamarmi»
«Cristo santo, devi ascoltarmi! Conosco Johnny da una vita e conosco tutti i ragazzi che sono passati per le sue mani, lo fa in continuazione! Li vende a Johnson come fossero merce di scambio» sibilò.
«Nick Johnson è interessato a me perché ho vinto quelle gare, Johnny non c'entra un cazzo» ribattei, non volevo sentire una sola parola delle cazzate che continuava a blaterare da giorni.
Abbandonai la bottiglia di birra sul piano della cucina dopo solo due sorsi, quel coglione mi aveva fatto passare anche la sete.
Lui rise appena «Oh questo è quello che pensi tu, Johnny farebbe qualsiasi cosa per quei maledetti soldi. Tu sei bravo, non c'è dubbio, ma è lui che giostra ogni cosa. Ed ha raggiunto il suo scopo e tu sei uno stronzo, perché avresti dovuto pensarci, prima di accettare quella cazzo di proposta!» la sua voce si alzò di alcune ottave e i miei nervi poco saldi cominciavano a risentirne.
«Ormai ho accettato, smettila di scassarmi le palle!» sbottai «è solo una cazzo di gara, quando sarà finita tornerò a fare quello che cazzo mi pare!»
«Tu non hai capito. Questa fottuta gara è una specie di prova del cazzo, se vincerai, dovrai correre per Nick Johnson finchè gli farai comodo! Non è un gioco, la gente muore Harry!»
«Seth Hunter non è morto» precisai, lui si passò una mano tra i capelli esasperato.
«Perché sei arrivato tu, perché non gli serve più sulle piste. Gli ha affidato non so che compito, riguarda un'indagine o qualcosa del genere sul suo conto» m'informò. Quindi quello stronzo di Nick Johnson non mi aveva scelto solo perché ero bravo, ma perché gli serviva un sostituto che non gli facesse perdere troppi soldi.
«E tu come fai a sapere tutte queste cose?» alzai un sopracciglio.
«Johnny ha la bocca larga. E poi essere suo nipote, per quanto sia disgustoso, ha i suoi vantaggi.» aggiunse con una smorfia. A volte dimenticavo che il mio "capo" era anche lo zio del mio migliore amico, proprio così era cominciata ogni cosa.
«Che cosa succederebbe se perdessi?» chiesi.
Lui si prese un lungo attimo prima di rispondere «niente di buono, ma è comunque meglio di quello che potrebbe accadere se vincessi»
«Questo si che è rassicurante» lui sbuffò nuovamente.
«Ci penseremo, per adesso devi fare in modo di perdere quella gara» mi avvisò.
Incrociai le braccia al petto accigliandomi, il fatto che in quel buco non ci fossero finestre mi rendeva nervoso ed irritabile, più di quanto non fossi già. Ero arrabbiato, la mia vita sembrava sempre un passo avanti a me, come se stesse andando da sola da qualche parte e io non sapessi dove, mi stava letteralmente sfuggendo dalle mani. Non c'era nulla di concreto al quale potessi aggrapparmi e dal mio fottuto padre non sarei mai tornato con la coda tra le gambe.
«Devo confessarti una cosa» dissi poco dopo, Louis tornò a guardarmi.
«Che altro c'è?»
«Mi sono scopato Angie» rivelai.
Louis rimase a guardami per alcuni minuti, indietreggiai appena nel remoto caso lui avesse deciso di prendermi a pugni e aspettai che dicesse qualcosa, era pur sempre sua cugina.
Infine alzò le spalle «capirai, se la scopano tutti» borbottò senza nemmeno guardarmi, attraversò la stanza e si prese la birra che io avevo aperto, c'era qualcosa di strano nel suo atteggiamento.
«Ti sei incazzato?» chiesi, lui rise nervoso e arrossì passandosi una mano tra i capelli.
«No, mi chiedevo soltanto quando la smetterà di essere così troia. È proprio una succhiacazzi, e pure brava» commentò, questa volta toccò a me ridere.
«Oh cristo, ora ho capito!» feci una smorfia tra le risate «te la sei scopato anche tu!» mi accasciai sul suo divano e lui mi tirò dietro una rivista.
«Non è divertente, è stata la mia prova volta!» sbottò, ciò non fece altro che incrementare la mia ilarità.
«Sei disgustoso» aggiunsi tra una ristata e l'altra.
«Ero una merda di ragazzino di sedici anni e lei già una gran troia, ci ha provato! Che dovevo fare? A quei tempi me lo sognavo di scopare» si giustificò spingendomi da una parte e prendendo posto sul divano.
«Hai perso la verginità con tua cugina, è davvero una storia patetica» mi asciugai le lacrime ai lati degli occhi.
«Infatti negherò fino alla morte se qualcuno dovesse venire a saperlo. E se lo riveli ad anima viva, ti taglio le palle» minacciò, alzai le mani. «Comunque, a proposito di ragazze...chi è davvero quella ragazza? Kat? Andiamo Harry, tu non hai amiche» m'imbronciai.
Per due ore ero riuscito a levarmela dalla testa e smetterla di preoccuparmi del perché le avessi confessato cose che nemmeno Louis sapeva di me e adesso il coglione, riapriva l'argomento.
«È solo una fottuta santarellina che abita di fronte casa mia, sul serio.» ribattei secco.
«E come mai si trovava nel tuo letto?» alzò un sopracciglio.
«Te l'ho detto, aveva perso le chiavi di casa» risposi.
«È davvero una scusa debole» feci per ribattere ma lui mi anticipò «però è carina, tutto sommato potresti anche presentarmela» ora stava fottutamente scherzando.
«No. Primo, non la sopporto e non voglio averci nulla a che fare e secondo, esce già con un damerino del cazzo di nome Niall» incrociai le braccia al petto.
«E tu come fai a saperlo?» chiese.
«Li ho visti» sputai tra i denti, afferrai il telecomando e accesi la tv facendo freneticamente zapping tra i canali. Lei non era niente per me, non sapevo nemmeno perché continuavo a darle tutta questa importanza, la conoscevo a malapena e la tolleravo solamente quando era ubriaca.
«Harry?»
«Mh?»
«Non è che questa Kat ti piace?»
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Gamer || H.S.
Fanfiction«Mi sono sempre chiesto se valesse la pena lottare per amore. Adesso invece mi ricordo del tuo viso, e sono pronto per la guerra.» Gamer, colui che gioca. ATTENZIONE: linguaggio spinto, possibili scene di sesso o violenza. Il carattere dei personag...