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Kat's point of view...

Lentamente e con qualche sforzo presi coscienza del fatto che mi trovavo su unasuperfice morbida ed anche abbastanza comoda, intorno a me c'era silenzio masentivo un aroma di caffè espandersi nell'aria. Quella roba non mi era maipiaciuta particolarmente, ma da un po' di tempo non lo disdegnavo più come unavolta; solo che in quel momento sentirne l'odore mi rivoltava lo stomaco, giàabbastanza provato per giunta. Ricordavo di aver vomitato in un lavandino e qualcuno che mi teneva i capelli, ma chi? Ricordavo di essere uscita delleporte dell'ascensore che portavano all'appartamento di Brook ma non sapevo seci ero entrata o meno, possibile che avessi bevuto così tanto da dimenticaretutto?
Per questo non mi ero ancora azzardata ad aprire gli occhi, avevo paura diquello che avrei trovato se mi fossi guardata intorno e avessi scoperto diessere finita da qualche altra parte.
«Ciao Kat, stavospettando proprio te» la voce di Harry rimbombònella mia testa e nello stesso momento un dolore penetrante ed acuto si espanselungo il mio cervello facendomi sfuggire un gemito di dolore.
Di scatto aprii gli occhi, e come temevo fissai la parete di una stanza che nonera la mia «cazzo!» sbottai mettendomi seduta di scatto, una violenta vertiginemi fece trattenere a stento un conato di vomito e assestò un'altra scarica dipugni dentro la mia testa.
Una cosa era certa: non avrei bevuto maipiù della tequila in vita mia!
Mi passai entrambe le mani sugli occhi per poi scoprire che stavo indossandosolo una maglietta che non miapparteneva ma che sfortunatamentericonobbi all'istante, non aveva niente di particolare, era semplicementebianca.
«Oh nono, non può essere successo!» imprecai scacciando le lenzuola e cercandodi mettere i piedi fuori dal letto, quando ci riuscii mi ressi al comodino perimpedirmi di finire per terra.
Solo allora mi accorsi di un grosso bicchiere d'acqua accanto alla sveglia edun analgesico ancora nel suo involucro, sbuffai. Non poteva essersiapprofittato di me mentre ero ubriaca e poi sperare di sistemare le cose conuna stupida pillola!
A malincuore però la buttai giù con un copioso sorso d'acqua e presi unprofondo respiro, dovevo affrontarlo e capire che diavolo era successo. Usciidella sua stanza e mi addentrai in corridoio, il suo appartamento eraesattamente, per disposizione di spazi, come quello di Brook e quindi non mi fudifficile trovare la cucina dove Harry stava addirittura preparando lacolazione, in mutande.
Il mio sguardo percorse involontariamente il suo corpo atletico fermandosisulle spalle larghe, avvertii le guance andare lentamente a fuoco e sicuramenteprendere una sfumatura rosso pomodoro che mi avrebbe reso meno ferma nella miaricerca d'informazioni.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa, lui si voltò per mettere il becon chestava cuocendo, in uno dei due piatti sul bancone dietro di lui e mi rivolse unsorrisetto «ben alzata, hai dormito bene?»disse con falsa nonchalance, usando un tono di voce che lasciava ad intenderetante cose. Che Stronzo!
«Non lo so, ho dormito bene?» chiesi affilando lo sguardo, lui alzò lespalle.
«Sei stata abbastanza rumorosa finché ci abbiamo dato dentro, poi ti seiaddormentata subito dopo come un angioletto» rispose come se nulla fosse.
«Cosa?!» sbottai.
«Kat, ti sto prendendo in giro» alzò gli occhi al cielo «credi davvero che siacosì disperato da dovermi scopare una ragazza ubriaca?» rimasi in silenziofissandolo per alcuni secondi, il torace tonico metteva in mostra moltitatuaggi che da vestito non avrei mai potuto vedere. Apparentemente alcunisembravano superflui e senza senso, ma nel complesso tutto quell'inchiostro glidonava parecchio. Sfortunatamente però, si accorse che lo stavo fissando e unsorriso sfacciato non mancò di spuntargli tra le labbra.
«Cosa c'è? Vuoi fare un giro sulla giostra di Harry?» feci una smorfia.
«Sei disgustoso» con mia grande irritazione lui scoppiò a ridere e mi fececenno di sedermi al bancone. Ubbidii, ma solo perché la colazione sembravainvitante. Avanzai attraverso il salotto tirando i bordi della maglia che avevoindosso cercando di coprirmi le gambe il più possibile e mi sedetti alla svelta«dove sono i miei vestiti?» chiesi stizzita.
Lui roteò gli occhi e si infilò una forchettata di uova strapazzate in bocca,con tutta la calma di questo mondo masticò ed ingoiò il boccone prima dirispondermi.
«Sulla sedia accanto al letto» rispose prendendo un sorso di succo d'arancia eriprendendo a mangiare. Sembrava calmo e rilassato, come se noi due ciritrovassimo tutti i giorni mezzi nudi nella sua cucina a fare tranquillamentecolazione, mentre a me invece quella situazione metteva solo estremo imbarazzo «esei stato tu a spogliarmi?»
«No, è stata la cameriera che solitamente chiamo per spogliare le ragazze chemi porto a casa» ribatté sarcastico, poi sospirò passandosi una mano tra icapelli «senti Kat, giuro che non ti ho messo nemmeno un dito addosso se nonper toglierti quei dannati vestiti. Non potresti ringraziare e basta?»aggiunse.
«Grazie» risposi in automatico, dopotutto se non fosse stato per luiprobabilmente sarei finita a dormire sul pianerottolo o peggio.
Harry alzò le sopracciglia sorpreso, poi annuì «Beh, bene. Adesso mangia»tagliò corto e riprese a consumare il suo pasto.
Mangiammo senza dire una parola per qualche minuto, ma non mi dispiaceva poicosì tanto la compagnia. Apprezzavo i suoi piccoli gesti: l'aspirina, i vestitiin ordine, la colazione, il fatto che mi avesse ceduto il letto...perché lui mi aveva ceduto il letto, vero?
Lanciai uno sguardo al divano ed era perfettamente intatto, non sembrava chequalcuno ci avesse dormito sopra «Harry, ma tu dove hai dormito?» chiesi d'untratto, lui tentò di nascondere un sorriso mentre sparecchiava.
«Nel mio letto, dove vuoi che abbia dormito?» rispose con un'altra domanda.
Feci per aprire la bocca e dire qualcosa ma non trovai nulla da obbiettare,cioè ovviamente la cosa rendeva tutto più imbarazzante di quanto già non fosse,ma non volevo dare l'impressione di essere un'ingrata.
Mi passai una mano tra i capelli «Dio, non ricordo niente» borbottai.
«Oh piccola fidati, se avessi fatto sesso con me, te ne ricorderesti eccome» sene uscì, estinguendo ogni giudizio positivo che in me stava nascendo.
«Sei consapevole di essere uno schifoso piccolo stronzo?»
«Poi dire tutto, tranne che sia piccolo» continuò ridendo come un cretino.
Gli lanciai un'occhiata truce «sul serio Harry, se credi di far ridere conqueste battute da quattro soldi allora qui abbiamo un problema serio» mi alzaidallo sgabello.
«Non hai ancora davvero sentito le mie battute da quattro soldi: Toc Toc» ci provò.
«Evidentemente nella tua testa bacata non c'è nessuno, inutile che te lo chieda»ribattei «se non ti dispiace, andrei a vestirmi» velocemente raggiunsi ilcorridoio.
«Puoi tenerti la mia maglia, penso che la tua sia sporca di vomito» aggiunsedivertito, oh Cristo! Era una dellesituazioni più vergognose di tutta la mia vita; se avessi fatto una classificadi posizioni scomode in cui mi ero ritrovata, questa sarebbe decisamente alsecondo posto o dividerebbe il podio.
Mi infilai i jeans e sfortunatamente Harry aveva ragione, la mia maglietta erada buttare. Arricciai il naso e mi sedetti ai piedi del letto per mettermi lescarpe quando sentii il campanello suonare insistentemente, trattennirumorosamente il respiro sperando che non fosse Brook, che cosa le avrei detto?
Udii Harry imprecare e trascinarsi attraverso il salotto per aprire la porta «cene hai messo di tempo, testa di cazzo!» sbottò la voce di un altro ragazzo.
«Louis, questo non è proprio il momento adatto» lo avvisò lui.
«Si certo, per te non è mai il momento adatto per parlare delle puttanate cheti presti a fare!» continuò alzando la voce, la cosa sembrava piuttosto seriacosì mi risistemai alla svelta i capelli e uscii dalla sua stanza.
«Non-» Harry s'interruppe quando gli occhi azzurri dell'altro ragazzo siposarono su di me mentre ero ancora in corridoio.
«Oh» fece, Harry si voltò lanciandomi un'occhiata indecifrabile.
«Me ne stavo andando, continuate pure» risposi alzando le mani e mi avviaiall'ingresso.
«No puoi rimanere, non sapevo che questo stronzo avesse compagnia. Possotornare più tardi» ribatté il ragazzo.
«Non è come pensi» mi anticipò Harry «è solo...un'amica. Abita qui di fronte e ha avuto dei problemi a trovare lechiavi di casa l'altra sera» rise appena, ma pur sempre di me. Cosa che mi fecevenir voglia di strangolarlo con la maglietta imbrattata di vomito che miritrovavo tra le mani.
«Beh sono Louis, molto piacere solo amicadi Harry» disse nel tentativo di essere simpatico, sicuramente lo era piùdi Harry.
Mi porse la mano, e io gliela strinsi riluttante «Kat. E non siamo propriamenteamici»
«Ma come?! Ti ho dato ausilio, ho condiviso il mio letto con te e staiindossando la mia maglietta, e non siamo propriamenteamici?» si finse offeso, Louis affilò lo sguardo vagamentedivertito.
«Allora c'è qualcosa» se ne uscì, alzai gli occhi al cielo.
«Ero ubriaca» mi giustificai «grazie di tutto, addio» dissi, uscii di casa e mirichiusi alla svelta la porta alle spalle.
Rimasi per qualche minuto in ascolto udendo solo bisbigli indistinti «Che cazzoti è esaltato in mente?!» sbottò appena Harry «Avrebbe potuto sentirti, sareifinito nella merda!» avrei potuto sentirecosa?
«E quindi? Che differenza fa? Sei comunque nella merda fino al collo! Come ti èsaltato in mente di accettare la proposta di Nick Jhonson, NICK JHONSON!» urlòLouis, aggrottai le sopracciglia.
«Kat?» sobbalzai voltando la testa di scatto.
«N-Niall, cosa ci fai qui?» balbettai allontanandomi immediatamente dalla porta, dalla quale -e sembrava estremamente brutto dirlo- stavo origliando. Ma nonavevo potuto farne a meno, perché Harry era così preoccupato? Qual era laproposta di cui stava parlando il suo amico? E chi era quest'uomo?
«Ti ho riportato questa, è tua vero?» lo guardai spaesata per un momento e luimi alzò la borsa, che la sera prima avevo scordato nella sua macchina, davantialla faccia.
«Oh si certo...la borsa, le chiavi» biascicai, ricordando solo allora che nelvaso di fianco alla porta c'era la chiave di riserva che Brook lasciava perogni evenienza, sbuffai passandomi una mano tra i capelli.
«Va tutto bene?» chiese Niall piegando la testa di lato, abbassò lo sguardosulla maglia che stavo indossando e poi tornò sulla mia faccia.
Il problema è che non lo sapevo, l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare inquel momento era che Harry Styles nascondeva qualcosa di grosso. Con chi avevo dormito quella notte?


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