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Kat's point of view...

Il pub in cui mi avevano trascinato i miei colleghi di lavoro si chiamava Blue Lips ed era un nome decisamente bizzarro per un locale soft come quello. Il mobilio e il pavimento erano di legno e l'unica particolarità che richiamava il nome, era che tutte le cameriere (solo donne, per giunta) avevano del lucidalabbra azzurro, e sospettavo che fosse parte integrante della loro divisa.
Comunque era quel genere di posti dove ci andavi a bere una birra e a mangiare un paino o sgranocchiare arachidi al bancone, e dove in un angolo potevi improvvisare una sfida di freccette con tuoi amici. Proprio come stavano facendo Niall e Andrian, costringendo anche Mason.
«Com'è andata la tua prima settimana a Los Angeles, Kat?» mi chiese Callie sorseggiando la sua birra.
Annuii finendo la mia seconda «meglio di quanto pensassi» risposi prendendo un paio di arachidi.
Brenda al mio fianco sembrava completamente persa mentre fissava Adrian lanciare le freccette contro il bersaglio e ridacchiai, Callie alzò entrambe le sopracciglia e scosse la testa.
«Terra chiama Brenda» la prese in giro.
La ragazza dalla pelle bruna voltò lentamente lo sguardo verso di noi «cosa?» sospirò contrariata «lo stavo fissando di nuovo vero?» chiese.
Callie si passò una mano tra i capelli rosa pastello e alzò gli occhi al cielo «Se ti piace, perché non glielo dici? Secondo me sareste una bella coppia» improvvisai io, ed effettivamente non erano male insieme.
Brenda fece spallucce e prese un sorso della birra al limone che aveva di fronte «non lo so...è che siamo amici e colleghi di lavoro, se le cose dovessero andare male...» fece una smorfia.
Callie sbuffò «chi se ne frega delle conseguenze! Buttati e basta! Chi diavolo ti dice che le cose andranno male poi? Non essere pessimista»
«Ben detto!» incarnai la dose, anche se quando si trattava di me ero la prima ad essere pessimista. Diciamo che ero una di quelle persone che per gli altri spera sempre il meglio e per se stessa si aspetta sempre il peggio, non riuscivo a decidermi se questa attitudine fosse più stupidità o più altruismo.
«Ci penserò» decretò infine la ragazza.
«Mmh, si certo pensaci ancora un po'. È solo da un anno che gli vai dietro» commentò Callie.
«California, piantala» l'ammonì Brenda facendole storcere il naso e finire la sua birra tutta d'un fiato «A proposito di ragazzi, Kat» trattenni a stento un lamento, sapevo che ci saremmo arrivate prima o poi. Presi un grosso respiro e mi preparai al quesito «ti interessa qualcuno? Hai un ragazzo?» chiese.
Scossi la testa «no, nessun ragazzo e non penso mi interessi qualcuno al momento» risposi.
«Ma ce l'avevi un ragazzo a New York?» s'intromise Callie curiosa.
Si che ce l'avevo, purtroppo. Ma avrei preferito cancellare quel periodo della mia vita e soprattutto quello che ne era seguito dopo, come se non l'avessi mai vissuto, come se quella ragazza ciecamente innamorata e stupida non fossi stata io. Annuii e alzai le spalle «ma non ha funzionato» non con me almeno.
Branda ridacchiò «raccontaci qualcosa di te, sei sempre così misteriosa» le due ragazze mi guardarono in attesa.
«Beh ecco, insomma...» cominciai.
«RAGAZZE!» ululò Adrian facendo slalom tra le persone per raggiungerci «sono un mito! Ho battuto questi due idioti a freccette!» Mason e Niall sbuffarono a qualche passo di distanza da lui.
«La fortuna del principiante» si giustificò Niall.
«Io non volevo nemmeno giocarci a quello stupido gioco» si lamentò Mason risistemandosi gli occhiali sul naso.
«Suvvia non ve la prendete» rise Adrian «offro un paio di giri di tequila a tutti» si sbracciò per chiamare la cameriera.
«E così non sei poi così bravo come vantavi di essere, eh Niall?» lo provocò Callie.
«Oh, sta zitta» borbottò lui riprendendo la birra che aveva lasciato a metà.
Tirai un sospiro di sollievo, l'interruzione dei ragazzi mi aveva tolto un peso dalle spalle. Non mi andava di raccontare alle mie colleghe degli orrori che mi ero lasciata dietro, speravo solo che col tempo avrei potuto superare almeno il disgusto che ancora provavo nei confronti del mio ex fidanzato e non solo.
Quando la cameriera posò il vassoio con la tequila al centro del tavolo ne presi un bicchiere, almeno l'alcol mi avrebbe aiutato a scacciare i brutti pensieri e divertirmi insieme ai miei nuovi amici.


Harry's point of view...

La ragazza si rialzò pulendosi le labbra con il dorso della mano e mi regalò un sorriso perverso, che io ricambiai risistemandomi i pantaloni.
«Beh, è stato un vero piacere Margaret» dissi.
«Margò» mi corresse lei con una risatina, cercando i suoi indumenti in giro per l'appartamento.
Non fa alcuna differenza, pensai. Ma mi limitai ad annuire, dopotutto non me la sentivo di essere stronzo fino in fondo. Avevo passato delle ore molto divertenti in sua compagnia, me l'ero scopata in tutti i modi possibili e alla fine mi aveva fatto anche un pompino, era davvero un angelo.
«Quando vuoi replicare Harry, sai dove cercarmi» disse mezza svestita, poi in maniera sensuale si avvicinò per posarmi un bacio sulle labbra.
«Certo» mentii. Ma sapeva anche lei che non l'avrei più richiamata, non ero un tipo da seconde volte.
A cosa servivano tutti quegli stupidi convenevoli come gli appuntamenti, i regali, le smanceria, quando potevo scoparmi una bella ragazza come e quando volevo?
A cosa servivano le relazioni e i matrimoni? Tanto alla fine finiscono sempre e nel peggiore dei casi, anche fottutamente male. L'amore era solo un'altra stronzata dell'essere umano, e spesso veniva usata unicamente per fare del male. Almeno io ero sincero...il più delle volte.
Accompagnai Margaret all'ingresso e lei mi fissò, probabilmente si aspettava il bacio della buona notte che io non le avrei dato, infatti aprii la porta «buonanotte, tesoro» dissi per essere sicuro di non sbagliare nuovamente il suo nome.
«buonanotte Harry» rispose lei e non provò a baciarmi di nuovo. Osservai il suo culo coperto appena dalla minigonna ondeggiare e allontanarsi attraverso il corridoio, per poi sparire oltre le porte dell'ascensore; feci per richiudere la porta ma il mio sguardo si posò su quella del secondo appartamento di fronte al mio.
Sospirai, l'altro giorno ero troppo incazzato con Johnny per rendermi effettivamente conto che Kat non era come la stronza newyorkese della sua amica, plagiata dal coglione che se la scopava. Sapevo che adesso era arrabbiata con me per come l'avevo trattata e la cosa mi divertiva, ma le avrei fatto anche io le mie dannate scuse e avremmo sistemato le cose, dopotutto potevamo sempre provare ad essere amici.
Bussai al campanello e purtroppo, mi aprì la porta il coglione «Styles» rispose secco.
«Hunter» ribattei cercando di mantenere la calma o gli avrei spaccato la faccia di cazzo che si ritrovava sull'uscio di quel dannato appartamento, avevamo ancora un conto in sospeso.
«Come sta la tua cara auto?» chiese con un sorriso che mi fece prudere le mani, le strinsi a pugno.
«Meglio della tua faccia se non la smetti di fare lo stronzo, sto cercando Kat» aggiunsi.
«Non è in casa, e poi non ha nulla da spartire con uno come te» ebbe il coraggio di dire, io scoppia a ridere anche se non c'era nulla di divertente nella sua affermazione. Anzi, quel tipo era così miseramente patetico e disgustoso che se avessi avuto meno autocontrollo, gli avrei vomitato sulle scarpe.
«Uno come me? E tu allora? Scommetto che alla tua ragazza non piacerebbe sapere cosa fai di notte» risposi con un ghigno, lui strinse il pomello della porta e sbirciò all'interno dell'appartamento per accertarsi che Brook non fosse nei paraggi.
«Stanne fuori» sibilò.
«Allora tu fatti i cazzi tuoi» dissi facendo un paio di passi indietro «e, prova ancora a fare il bastardo con me e giuro che te la faccio pagare» lo minacciai.
Hunter fece per dire qualcosa ma Brook lo anticipò sbucando alle sue spalle «che diavolo sta succedendo qui?» sbottò.
«Niente, Styles stava tornando nel suo buco» rispose lui lanciandomi un'occhiata d'avvertimento.
Annuii «sicuro» assentii tornando indietro, entrambi uscirono di casa chiudendosi la porta alle spalle «in realtà avevo intenzione di andare a buttare la spazzatura, ma vedo che ci stai già pensando tu» dissi rivolto a Brook che si stava avviando all'ascensore con il coglione al seguito.
Non mi presi la briga di ascoltare quello che disse l'una o l'altro e rientrai nel mio appartamento, guardai l'orologio: erano le dieci passate. Dove diavolo era Kat?

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