Harry's point of view...Entrai nel capannone industriale ancora affollato di gente intenta a riscuotere i propri soldi e a discutere delle proprie scommesse, mettendomi una sigaretta tra le labbra. Non fumavo spesso quella merda, ma quella sera ero particolarmente nervoso nonostante avessi fatto una buona impressione, come mi aveva preannunciato Johnny qualche ora prima alle piste, e forse era proprio quello a rendermi nervoso.
Accesi la mia sigaretta, inspirai il fumo e vidi quel cazzone del mio "capo" venirmi incontro. Sbuffai e lui mi circondò le spalle con un braccio «questo è il mio ragazzo» disse con un lurido sorriso che gli spuntava tra le labbra.
«Toglimi queste fottute mani di dosso» risposi tagliente e lui rise, cosa che non migliorò il mio umore. Presi un altro paio di tiri mentre Johnny ritarava il braccio ancora allegro.
«Nick Jhonson vuole parlati e subito, e ti conviene accettare ciò che ti proporrà» m'informò, gli soffiai del fumo in faccia per sembrare spavaldo e sicuro di me quando gli chiesi «dov'è?» anche se in realtà non avevo nessuna voglia di incontrare un tipo come Nick Jhonson.
«Nel mio ufficio» disse e questa volta, anche se la situazione non era delle migliori, toccò a me ridere.
«E chiami ufficio quella topaia?» chiesi gettando la sigaretta sul pavimento grezzo e pestandola col un piede.
«Non passare i limiti, ragazzo» ribatté lui ostentando un'aria minacciosa che non faceva paura a nessuno, alzai le sopracciglia e lo sorpassai. Come mi aspettavo lui mi trotterellò dietro come un cagnolino, ero il suo pupillo, avrebbe fatto carte false per me o meglio, per tutti i dannati soldi che gli fruttavo.
Sul lato destro del grande capanno, contro la parete si trovava un'impalcatura con una scala, che portava ad una stanza rialzata di cinque o sei metri dal suolo.
Quando mi avvicinai udii una serie di voci all'interno e mi bloccai, fu Johnny a bussare. Bussava alla porta del suo ufficio?
Se non me la stessi facendo sotto, l'avrei deriso per ore. Tuttavia mi sentii sollevato quando fu Louis ad aprire la porta, ma il sollievo sparì un attimo dopo, vista l'occhiata eloquente che mi rivolse il mio migliore amico.
«Harry Styles» disse la voce di Nick.
Avevo già visto quell'uomo in molte occasioni, eppure il senso di disagio in sua presenza sembrava aumentare ogni volta. Non era tanto massiccio, anzi era piuttosto esile e decisamente più basso di me, perfino di Louis. Aveva i capelli biodo cenere e gli occhi verdi, il naso aquilino e delle rughe ai lati degli occhi. Indossava spesso dei vestiti eleganti e costosi -anche in quel momento- e girava sempre con due uomini il doppio di un essere umano comune, che sospettavo fossero armati fino ai denti.
«Sera» dissi semplicemente infilandomi le mani in tasca. Non c'erano sedie, quindi rimasi in piedi di fronte a lui, seduto dietro scrivania di Johnny imbrattata di documenti e pezzi di ricambio per auto. La stanza era piccola e poco illuminata, c'era un odore che non riuscivo a definire, sembrava un misto tra la colonia scadente di Johnny e marijuana.
L'uomo sorrise meccanicamente e io guardai i suoi bodyguard «Oh, non far caso a questi due» disse come per rassicurarmi, ma il suo tono di voce freddo e controllato non era il massimo.
Louis, che se ne stava contro la porta, fece uno sbuffo quasi impercettibile e sentii Johnny ammonirlo silenziosamente. Nick era uno da prendere sul serio, un passo falso e potevi ritrovarti uno dei sui scagnozzi al collo e automaticamente, con un piede già nella fossa.
«Sono molto colpito dalle tue prestazioni, Harry» si complimentò, un luccichio guizzò nei suoi occhi.
«Grazie, signore» risposi, tentando di sembrare calmo e rilassato.
Lui rise «dammi del tu, e chiamami pure Nick» aggiunse confidenziale «sono 28 vittore su 40, le tue. Ah perdonami, questa sera fanno 29, più della metà» io annuii per lasciarlo continuare «ho una grossa scommessa per le mani, molto grossa, su a San Diego. Potrebbe fruttare milioni di dollari e mi serve qualcuno che ci sappia davvero fare» concluse senza troppi giri di parole, il suo sguardo sembrò passarmi da parte a parte.
«E immagino di essere io la persona che stai cercando» aggiunsi, non era una domanda.
«Ovvio che sei tu, ragazzo» s'intromise Johnny facendo un tentativo d'intromettersi nella conversazione, ma l'occhiata che gli rivolse Nick lo fece tornare immediatamente nell'angolo polveroso che si era scelto.
«Comunque sia è tra un mese, hai tutto il tempo di pensar-»
«Accetto» lo interruppi, che avevo da perdere?
Sul viso di Nick si allargò un ghigno compiaciuto, Johnny tirò un sospiro di sollievo e Louis si agitò appena alle mie spalle , ma non disse nulla, sapevo che il suo sguardo mi stava perforando la nuca.
«Ottimo, ottimo. Allora affare fatto, sei in gioco?» allungò una mano nella mia direzione e sapevo che una volta averla stretta, avrei firmato una specie di patto col diavolo.
«Sono in gioco» ribattei e gli strinsi la mano senza nessuna esitazione, tanto all'inferno c'ero già, sarei stato solo un po' più ricco dopo.

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Gamer || H.S.
Hayran Kurgu«Mi sono sempre chiesto se valesse la pena lottare per amore. Adesso invece mi ricordo del tuo viso, e sono pronto per la guerra.» Gamer, colui che gioca. ATTENZIONE: linguaggio spinto, possibili scene di sesso o violenza. Il carattere dei personag...