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Salve a tutti C:

Purtroppo devo dire che questo è l'ultimo capitolo che ho pronto e mi dispiace di averci messo tanto tempo per postarlo ma speravo che potessi continuare la storia, purtroppo la cosa non è avvenuta .-.

Perciò avviso che non so quando posterò di nuovo, in ogni caso se vi va, potreste passare per l'altra storia che sto pubblicando e che ho già quasi tutta pronta (PROJECT).

Gamer è stata proprio un azzardo visto che cominciai a scriverla molto tempo fa, comunque spero che vi godiate lo stesso questo capitolo! 

In ogni caso mi auguro di riuscire a scrivere un seguito presto, ci proverò, ma non prometto niente! Fatemi sapere le vostre impressioni però, qualche suggerimento? Sarò felice di sentire le idee di qualcuno magari, ovviamente darò credito eh! Scrivetemi C:

Grazie mille per leggere <3

-Anna

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Harry's point of view...

Ero incazzato, incazzato nero.
Tutta questa merda avrebbe mai avuto una fine? Com'era possibile che ero riuscito a trascinarci anche Kat? Quello non era il suo mondo, e non avrei mai permesso che ne venisse a fare parte. Perché non si era fatta i fottuti cazzi suoi?
Schiacciai il piede sull'acceleratore e passai col rosso ad un paio di semafori intravedendo l'hotel, perché quel biondino del cazzo, Niall o come diavolo si chiamasse, l'aveva lasciata sola? Stava bene?
Dio, quella sera era dannatamente bella. Nessun uomo sano di mente le avrebbe permesso di andarsene in giro da sola, dovevo trovarla. Assicurarmi che non le fosse successo nulla di grave per colpa mia, Louis aveva ragione, avevo fatto una cazzata.
Udii un tonfo sordo ed imprecai, quel fottuto parcheggio aveva una dannata asta che avevo letteralmente travolto, procurandomi probabilmente un'ammaccatura sul parabrezza. Ma quello che vidi mi fece perdere completamente la testa, quel fottuto bastardo di Seth Hunter teneva Kat in una morsa contro un'auto e lei sembrava così spaventata, così indifesa.
Ci mancò poco che non travolgessi anche lui, poi scesi dall'auto come una furia sbattendo la portiera «togli quelle fottute mani da lei, testa di cazzo!» ringhiai prendendolo di peso e scaraventandolo dalla parte opposta.
Seth si mise a ridere rimettendosi in piedi e passandosi i palmi delle mani sui pantaloni «buonasera Styles» disse, mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non fracassargli il cranio in uno dei finestrini delle auto costose che avevo intorno.
«Kat, sali in macchina» mi rivolsi a lei, che se ne stava ancora contro l'altra con gli occhi sbarrati. Saggiamente non se lo fece ripetere due volte e non la persi di vista nemmeno un secondo mentre si rifugiava nella mia Audi, era bella anche stravolta e con l'acconciatura mezza sfatta.
«Cosa c'è, ti ho rovinato il giocattolino? O meglio, la tua fottuta spia?» sibilò il bastardo, tornai a voltarmi verso di lui e strinsi la mascella.
«Non so di cosa cazzo tu stia parlando, lei non c'entra niente, lasciala in pace» lo avvisai, era già un miracolo che la sua faccia fosse ancora intatta.
«Dovresti istruirla a farsi i cazzi suoi allora. Non dirò nulla a Nick, ringrazia Dio che gli servi, ma dì alla tua cara ragazza di tenere la sua cazzo di bocca chiusa con Brook o giuro che finisce male, per tutti quanti.» minacciò.
Avrei tanto voluto picchiarlo, ma non potevo peggiorare la situazione. Mi limitai a lasciargli un'occhiata disgustata «lo farà» risposi piatto risalendo in auto, dopo di che rimisi in moto e mi affrettai ad uscire da quel maledetto parcheggio prima di dover rispondere dei danni che avevo causato.
«Harry io-»
«Stai bene?» la interruppi.
«Si ma io-»
«Allora, non parlami»

Kat's point of view...

Harry era furioso. Tra di noi c'erano stati battibecchi e stupide discussioni prima ma nonl'avevo mai fatto arrabbiare così tanto, e purtroppo non aveva tutti i torti.Mi ero messa in un bel guaio e dalle parole che avevo usato Seth, ci avevo trascinatopure Harry. Lui guidava con la mascella serrata e le sopracciglia aggrottate, senzastaccare lo sguardo torvo dalla strada su cui andava ad una velocitàesorbitante, ero sicura che avesse superato tutti i limiti possibili divelocità consentita. Era un'auto molto costosa quella che aveva, e prima di allora non mi ero maipreoccupata di chiedermi che lavoro facesse. Avevo dato per scontato che nonavesse molti soldi e che venisse da una famiglia disastrata, ma chi era davveroHarry Styles? «Dovestiamo andando?» chiesi prudente.Non rispose subito, ostinato com'era a tenermi il muso «non lo so» deciseinfine, passandosi una mano tra i capelli lunghi. «Hai intenzione di guidare tutta la notte senza una meta?» continuavi.«Hai intenzione di continuare a parlarmi nonostante ti abbia detto di nonfarlo?»«Si» ribattei prontamente, lui fece un profondo sospiro. «Devo darmi una dannata calmata e questo è l'unico modo, c'è altro?» chiesestringendo le mani sul volante. Mi lanciò un'occhiataccia e poi torno aguardare la strada; continuò a sorpassare auto, semafori, case e negozi allastessa velocità beccandosi anche qualche suonata di clacson, ma non sembravapreoccuparsene, era molto sicuro di se alla guida. «Che cosa c'entri tu con Seth e Nick Jhonson?» chiesi cercando di prendere unaposizione. Harry si passò la lingua sulle labbra «perché non ti fai i dannatissimi affarituoi?» sbottò.«Non posso, ormai ci sono dentro!» ribattei con lo stesso tono.«No ti sbagli, tu non sai nemmeno di cosa stai parlando! Questa gente non hadavvero nulla a che fare con te, sono tutti dei corrotti bastardi. Guardati,quanto dureresti in questa merda? È meglio per te che ne rimanga fuori il piùpossibile, Katherine» mi rimproverò, come se fosse mio padre. «Brook è la mia migliore amica! Ho il diritto di sapere che cosa stasuccedendo, lui la sta prendendo in giro!» protestai, Harry diede un pugno alclacson facendolo suonare per un lungo attimo.«Dannazione!» imprecò «Non fa nessuna differenza che tu lo sappia o meno, vuoicapirlo o no? Non puoi fare niente per la tua amica, se apri la bocca, siamotutti fottuti!»«Riportami indietro» dissi, lui non mi rispose nemmeno «ferma questa maledettaauto!» continuai.«Non ci penso nemmeno, tu non scenderai da qui dentro finché non lo deciderò io»era dannatamente fastidioso. E non avevo paura di lui, non m'importava quantofosse arrabbiato, io lo ero di più. Scoppia a ridere con sarcasmo «tu non seiil mio padrone, non mi dici cosa fare» ribattei.«No, ma sono quello che sta cercando di preservare la tua fottuta integritàmorale!»«TU NON SAI NIENTE DI ME!» urlai. «E tu pensi di sapere qualcosa sul mio conto?! Sai solo ficcare il naso!» eravero. Era sempre stato così, non ero mai riuscita a fare una domanda direttaalla persona interessata, era per questo forse che mi ritrovato in quellasituazione. Rimasi in silenzio, mi ero stancata di discutere. C'erano troppe domande che miaffollavano la testa, troppi pensieri inespressi che mi divoravano il cervello,troppe preoccupazioni. «Senti» Harry sospirò «va bene, okay. Mi dispiace, è tutta colpa mia» Mi voltai a guardarlo e lo trovai ad oscillare lo sguardo tra me e la strada,ma non risposi, perché non era davverotutta colpa sua.
«Che cosa vuoi sapere?» si arrese infine, continuai a guardarlo «Cristo tiprego, di qualcosa.» in un certo senso era quasi buffo e tra l'isteriagenerale, senza un motivo preciso: risi, risi di cuore, allentando un po' la tensione.
Lo vidi passarsi una mano tra i capelli perplesso e poi mordersi il labbro pertrattenere un sorriso, probabilmente cominciava a pensare che fossi pazza «scusa»dissi infine, asciugandomi le lacrime agli angoli degli occhi.
«Figurati» ribatté rallentando un po' la sua folle corsa per le strade di LosAngeles.
«Cosa c'entra Seth con Nick Jhonson, e tu con loro?» riassunsi.
«Hunter lavora per Jhonson, ha sempre lavorato per lui.»
«Che genere di lavoro è?»
«Corse di auto, corre per le sue scommesse clandestine. E so che il giornale diBrook sta conducendo un'indagine suJhonson» e quindi, Seth era il ragazzodi Brook perché gli servivano le informazioni che stava raccogliendo, così poiavrebbe potuto depistarla. Sapevo fin dall'inizio che aveva qualcosa che nonandata, quel ragazzo non me l'aveva mai contata giusta e infatti si erarivelato un bugiardo, evidentemente avevo imparato a riconoscerli, i bugiardi.
«Perciò, anche tu corri?» e a giudicare dal modo in cui guidava, probabilmenteavrei già dovuto conoscere la risposta.
«È complicato da spiegare» si difese, solo quando alla fine parcheggiò mi resiconto di trovarci nei pressi del palazzo in cui entrambi abitavamo.
Scese dall'auto e io feci lo stesso facendo attenzione al vestito, quando ciritrovammo faccia e faccia, il suo sguardo mi percosse dalla testa ai piedifacendomi arrossire.
«Sei stupenda con questo fottuto vestito» disse e pur non essendo la frase piùromantica del mondo, il mio stomaco si contrasse e il mio battito accelerò.
«Grazie» borbottai abbassando lo sguardo.
«Hai lasciato il biondino da solo, forse dovresti chiamare e dire al tuoragazzo che stai bene» alzai gli occhi al cielo.
«Niall e io siamo solo amici. Ma hairagione, devo chiamarlo» dissi spazientita, eppure entrambi rimanevamo immobilicome due idioti su quel marciapiede.
«Kat?» tornai a guardarlo torva. Con una sola falcata ridussesignificativamente la distanza che ci separava, le sue mani si posarono sullemie braccia, esattamente dove quasi un'ora prima Seth mi aveva afferratolasciando dei segni rossi sulla pelle chiara. La presa di Harry era cosìdelicata che quasi non la sentii eppure mi provocò una serie di brividi lungola colonna vertebrale.
«Guarda cosa ti ha fatto quel bastardo, avrei dovuto picchiarlo di santaragione» quasi sussurrò, scossi la testa.
«Non sarebbe servito a nulla» ribattei guardandolo in faccia, era così vicino.
Una delle sue mani si posò sulla mia schiena nuda percorrendola tutta, e quandogiunse alla fine fece un grosso sospiro attirandomi a se con uno strattoneimprovviso che mi tolse il fiato, poi fece scontrare le nostre labbra.
Non ero mai stata baciata così. Le sue labbra sembravano quasi disperate, comese stesse cercando di aggrapparsi a qualcosa per non scivolare in un profondoburrone, la sua lingua cercava la mia con foga come se quello fosse il nostroultimo primo bacio.
Forse non avrei dovuto, ma nella mia testa c'era il vuoto più totale mentrericambiavo e il mio corpo si abbandonò completamente a lui, lasciando le suegrandi mani bramose finire dappertutto.
Gemetti nella sua bocca quando mi pressò contro la sua auto e lui fece lostesso quando strinsi i suoi capelli in un pugno, probabilmente da un occhioesterno sembravamo una coppia che si amava alla follia e non si vedeva da unpo'.
Ci separammo con uno schiocco, affannati «devo andare» disse lui «ho delle coseda sbrigare» aggiunse.
Annuii «d'accordo» ci dividemmo e rabbrividii, senza dire niente si tolse ilgiubbotto di pelle e me lo mise sulle spalle.
«Troverò un modo, ma per adesso non dire niente a Brook. Finiremo nei guai Kat,per favore...posso fidarmi di te?» mi chiese implorante.
«E io posso fidarmi di te?» risposi, lui sorrise appena.
«Abbi cura del mio giubbotto, tornerò presto a riprendervi» il suo sorriso si allargò mettendo in mostra le fossette ailati delle guance, ma prima che potessi ribattere mi baciò di nuovo e poi salìa bordo della sua auto completamente nera.
Abbassò il finestrino «chiama il biondino, non vorrei ritrovarmelo fra i piedi»mi raccomandò.
«Si chiama Niall» lo corressi per l'ennesima volta.
«Lo so» rispose divertito, rimise in moto e si allontanò.
E io rimasi sul quel marciapiede a chiedermi cosa significasse quello che eraappena successo, a chiedermi cosa avesse da fare e quando sarebbe tornato.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2015 ⏰

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