Chapter III

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Finalmente avevamo un identikit.
Felix aveva descritto ciò che aveva visto di quel mostro. Ben poco, ma avevamo finalmente capito che era un uomo sulla quarantina, amava andare in giro con il volto coperto e, probabilmente, il suo nome iniziava per Y

«Quindi sei scappato...»
«Mh»
«E, giusto per curiosità, come hai fatto?»
«Agente Hwang, questo non è un interrogatorio» Esordii, infastidito.
Hyunjin alzò le mani «Mi scusi» Sussurrò, ridacchiando. «Posso dire, però, che non è stato molto d'aiuto? Intendo, non ha dato nessun tipo di dettaglio. Mi sembra semplicemente strano il fatto che, non vedendo il suo viso, abbia capito che potesse essere un uomo adulto.»
«A me, invece, sembra strano che tu te la stia ridendo» Come avevo pensato di portare Felix in quel posto? Probabilmente lui stava sperimentando un trauma e io avevo deciso di fargli rilasciare una dichiarazione. Lo presi per il braccio, facendolo alzare. «Andiamo, ti accompagno a casa».
«Probabilmente non era nemmeno quello che stiamo cercando!» Sentii, mentre lasciavamo la stanza.

Il tragitto in auto fu abbastanza silenzioso. Ogni tanto gli lanciavo uno sguardo, lui sembrava essere incantato dal paesaggio esterno.
Parcheggiai davanti casa, Felix aprì la portiera, ma io mi sporsi per richiuderla.
«Oh, finalmente» Sorrisi
«Finalmente cosa?»
«Mi hai guardato» Gli lasciai un bacio casto sulle labbra e sorrisi ancora di più quando lo vidi rimanere con gli occhi chiusi. «Ya, Lee Felix, che fai? Arrossisci se tuo marito ti bacia?»
«Non lo facevi da un po'» Sussurrò, facendomi cambiare totalmente espressione.
Lo so, Felix, lo so. «Lix... Ieri sera, non hai risposto alla mia domanda»
«Quale domanda?»
«Sai a cosa mi riferisco.»
«Christopher, ma che domande fai?»
«Ah, ora sono Christopher?»
«È il tuo nome»
«Non è vero!»
«Ah no?»
«No! Io mi chiamo "Tesoro", "Amore", "Vita mia"» Finalmente. Finalmente lo vidi sorridere. Mi morsi il labbro.
Quanto bello sei, Felix?
«Dovresti tornare a lavoro» Mormorò.
«Sai che c'è? Mi cambio e ti porto a pranzo fuori, okay?»
«Davvero?»
«Sì» Risi.
Da quanto tempo non eri felice, Felix?

Sembravamo di nuovo una coppia sposata. Felix mi raccontò di come passavano il tempo lui e Jisung, lamentandosi del fatto che il suo amico non poteva sostenere i suoi ritmi. Non avevo mai conosciuto la famiglia di Felix, ma, a quanto pare, erano molto ricchi. Talmente tanto da aver lasciato una montagna di soldi da riscuotere al diciottesimo anno di età a ciascuno dei loro figli. Felix non aveva mai lavorato nella sua vita. Aveva provato a convincermi di lasciare il lavoro e vivere con ciò che aveva lui, ma, dopo essere arrivato così in alto, non avevo intenzione di buttare tutto nel cesso.
«Mi spieghi com'è possibile non trovare nessuna traccia?»
«Non lo so, Lix, non lo so. Non mi era mai successo in sei anni.» Posai le bacchette e portai la mano alla pancia «Mio Dio, sono pieno!»
«Io voglio il dolce» Sporse il labbro inferiore in fuori.
«E se me lo chiedi con quel faccino come faccio a dir di no?» Risi

Rimasi ad osservare quel tortino per più di tre minuti, ma Felix non accennava a tornare.
Mi alzai, preoccupato che potesse essere successo qualcosa, ed andai in bagno.
«Ti ho detto di no! Non è il momento okay?!» Felix difficilmente s'infuriava. «Non sarà mai il momento!» La persona dall'altro lato del telefono, doveva avergli fatto un torto bello grosso, per farlo sbottare così.
Mi schiarii la voce e lo vidi saltare. «Sì, ok.» Mi guardò «No, non è necessario, non richiamare.» Chiuse e si infilò con cattiveria il telefono in tasca.
«Chi era?»
«Operatore telefonico» Uscì dal bagno, asciugandosi le mani sudate sui jeans.
Operatore telefonico? Mi faceva così stupido?

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