capitolo 13

32 3 4
                                    

Liam
Salgo le scale e suono il campanello della casa con in mano due borsoni in cui ho infilato senza difficoltà i miei pochi affetti. Diamine, della mia casa. Ancora non riesco ad accettare il fatto che dovrò dividerla con quel coglione senza cervello. A tal proposito, non ho assolutamente idea dei suoi orari lavorativi. E se non è in casa?  Io come cazzo entro?  Fortunatamente il cigolio della porta mette fine a tutte le mie ansie. Ethan mi accoglie con un "ciao" che non ricambio, e io entro e appoggio le mie cose sul pavimento.
"Posso aiutarti in qualche modo?" Mi domanda con un'inaspettata cortesia.
"No." Rispondo seccamente.
Poi sposto lo sguardo sulle porte davanti a me.
"Qual è la mia stanza?" Chiedo tirando nuovamente su i borsoni.
Lui mi indica una porta sulla sinistra e io mi dirigo verso essa senza degnarlo di un'altra parola.
Guardo la stanza: fortunatamente è praticamente uguale a come l'avevo vista nella foto.  Ieri non ho neanche fatto un giro per la casa.
Ero troppo scioccato.
Inizio a sistemare le mie poche cose. Ho un sussulto quando tiro fuori la scatolina che racchiude le mie lettere. Non so perché le ho tenute.
Le infilo in fondo all'armadio.
"Sicuro che non vuoi una mano? Ci vorrebbe di meno così" si intromette Ethan entrando nella camera.
Che cazzo vuole questo.
"Faccio da solo" rispondo bruscamente.
Lui annuisce e esce.
Perché è così gentile?
Perché quando ho rifiutato il suo aiuto è sembrato triste?
Non posso pensare a questo ora.
Me lo sono tolto dalla testa e ora non posso ricaderci.
Forse sarebbe stato meglio perdere quei soldi, ma io non posso permettermelo.
Se è il prezzo da pagare per distaccarmi finanziariamente da Andre, mi va bene anche avere in casa la mia intera classe del liceo.

Only A Game For YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora