Maybe I made a mistake

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Central city era avvolta nell'oscurità, e così sarebbe rimasta fino alla comparsa delle prime luci del mattino, Killer frost camminava lentamente tra i vari vicoletti sperduti della cittadina, il tacchettio era l'unico rumore percepibile in quelle che erano delle vere e proprie vie deserte. Nonostante ciò sperò di trovare qualche senzatetto. Aveva assolutamente bisogno di trovare qualcuno. Svoltò l'angolo, sperando di trovare ciò che tanto bramava ma il vuoto che la stava avvolgendo la spiazzò.

Erano ore ormai che non aveva trovato nuove fonti di calore. Il freddo stava iniziando a dare i suoi primi segnali, e ciò significava che presto avrebbe perso ogni sorta di controllo.

All'improvviso la vide, arrivò come una ventata d'aria fresca in un giorno focoso d'estate. Una donna dai capelli ramati e lo sguardo vigile, camminava a passo svelto lungo la strada principale. Era il suo momento. Avanzò di qualche passo e la sua chioma bionda, insieme ai suoi dolci lineamenti fu illuminata da uno dei pochi lampioni ancora funzionanti in zona. La donna avvampò, era stata colta alla sprovvista e come segno di autodifesa iniziò a correre. Killer frost congelò l'asfalto sotto ai suoi piedi, un gesto che costrinse la vittima a cadere a terra. La raggiunse lentamente sfoggiando un sorriso beffardo.

Pochi istanti dopo la donna giaceva morente sull'asfalto, la pelle aveva assunto delle pigmentazioni tendenti all'azzurro. Era morta.

Adesso sentiva il calore invadere il suo corpo, il potere scorrere nuovamente nelle sue vene, si sentiva bene, di nuovo.

Killer frost posò lo sguardo sul corpo disteso a terra e si rese conto che la vicenda si era svolta davanti ad un negozio con un'enorme vetrata a specchio. Vide il suo riflesso con quello della donna e per la prima volta sentì qualcosa smuovere i suoi pensieri. Sentiva quel qualcosa che cercava di emergere con insistenza probabilmente dalle cavità più profonde della sua mente. E poi lo vide. Una sequenza di immagini confuse che non riusciva a decifrare singolarmente. La faceva stare male, la confondeva, la disorientava. Chi osava farle questo? Perché sentiva un dolore fisico così forte? Si guardò intorno in preda alla collera e lanciò dei pugnali di ghiaccio in svariate direzioni, sperando con uno di questi di riuscire ad afferrare il malvivente che l'aveva ferita e concludere quell' opprimente agonia.

"No, vattene! Lasciami!" Urlò lei, sentendo il dolore propagarsi fino alle tempie, iniziò a correre in uno di quei vicoletti che aveva abbandonato per tentare di trovare un pó di tranquillità. Si era appoggiava ad un muro e stava lentamente scendendo con la schiena per sedersi a terra.

Era sempre stata bene, il suo potere l'aveva resa intoccabile, nessuno avrebbe mai potuto ferirla perché il ghiaccio l'avrebbe sempre protetta. ma ora..? Perché non la stava proteggendo? Perché sentiva un dolore così intenso?

Il viso di quella donna continuava a sovrastare i suoi pensieri. Non era stata colpa sua, aveva sentito freddo..in passato aveva provato a resistere all'impulso ma il bisogno l'opprimeva, la controllava. E lei non voleva essere controllata.

Deglutì a fatica e appoggiò la testa sulla parete alle sue spalle, una lacrima percorse la sua guancia fino a posarsi sul terreno sporco, fu la prima di una lunga serie.

La sua mente poi, come per darle tregua aveva mostrato il volto del ragazzo dalla tuta rossa che l'aveva ostacolata negli ultimi giorni.
Perché stava pensando a lui? Ma soprattutto perché non l'aveva ucciso e basta..? L'aveva minacciato per ben due volte e nonostante ciò le sue si erano dimostrate solo parole. Qualsiasi essere umano le dava un calore impagabile, ma lui probabilmente, le diceva una voce, le avrebbe dato più calore di chiunque altro, un calore che non avrebbe mai assorbito per nessun'altra ragione al mondo. Per un attimo di ritrovò indietro nel tempo.

La donna era sull'asfalto, supplicava insistentemente di lasciarla andare e lei aveva sulle labbra quel suo sorriso che trasmetteva potere e forza. Stava per assorbirle quel calore ed ucciderla ma..mentre stava per compiere la sua impresa aveva percepito del calore perseverare su tutto il suo corpo. Il viso aveva automaticamente preso colore e le guance avevano riavuto quel leggero rossore..questo la spinse ad abbassare lo sguardo. Una mano stava stringendo la sua, le loro dita erano perfettamente incastrate tra di loro. Barry Allen era accanto a lei, sorrideva, era raggiante.

Quelle immagini che aveva intravisto prima, ma che non era riusciva a decifrare avevano forse a che vedere con lui? Doveva credere alle sue parole? Farsi aiutare?

Ed ecco che puntualmente, come per rispondere alle sue domande apparì la voce di sempre. Quella voce. La stava controllando.

"Il ghiaccio ti protegge. Ti dà potere. Lascialo entrare e non ostacolarlo più, è questo che ti rende ciò che sei veramente."

E dopo pochi istanti il calore che le aveva impedito di sentire feddo poco prima era svanito, doveva procurarsene dell'altro.

"We are quite the pair, mr.allen."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora