I'm different.

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Barry trascorse l'intera notte con Caitlin, inizialmente si impose di restare sveglio, nel caso in cui qualcosa andasse storto, ma l'eccessiva stanchezza lo costrinse ad addormentarsi sulla poltroncina su cui era seduto.

Il mattino seguente, Caitlin mosse leggermente un dito. La ragazza si sentì il corpo intorpidito. Aprì lentamente gli occhi, come per paura di sentire il dolore invaderla da un momento all'altro, ed invece si sentì come se si fosse svegliata da un sonno profondo, che ormai durava da troppo tempo.

Si girò lentamente e vide Barry. I suoi lineamenti erano più rilassati del solito per via del sonno. Non poté fare a meno di sorridere. Poi abbassò lo sguardo sulle loro mani e provò l'impulso di ritrarre la propria. Aveva paura che il corpo dell'amico si congelasse. Ma non successe.
La sua mente era lucida. Per la prima volta non sentì il freddo invaderle la mente, strapparle il calore dall'anima. Era tornata se stessa, dopo ben due anni di sofferenze.

Qualche minuto dopo sentì dei passi pesanti attraversare il corridoio, senza pensarci chiuse gli occhi. Fingendosi ancora addormentata.

"Barry, svegliati."

Non appena sentì quella voce il cuore perse un battito. Era il suo Ronnie.

"Ronnie, dobbiamo parlare.."

E poi sentì la voce di Barry, si era svegliato. Il suo cuore iniziò ad accelerare, quasi dovesse uscirgli dal petto.

"Non c'é niente di cui parlare. Sei innamorato di lei."

"Mi dispiace, i-io.."

Da quando Barry era innamorato di lei? Che cosa diamine si era persa? E da quando la presenza di Barry le faceva questo effetto?

Percepì entrambe le figure allontanarsi e si alzò. Uno specchio era posizionato davanti a lei, vide il suo riflesso ed immediatamente si portò una mano all'altezza delle labbra per lo stupore. Il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi era tornato del tutto naturale. Le emozioni che quel riflesso le causò furono sminuite dal flash che si inoltrò nella sua mente, come un parassita che si appropria del corpo dell'ospite.

Un uomo accanto ad un auto giaceva a terra, morto. E la causa era proprio lei, lei lo aveva ucciso. E sempre lei si era beffata della sua morte. Poi fu la volta di una donna, in seguito altri scenari diversi. Uno dopo l'altro. Ed in tutti quanti, l'elemento in comune era la ragazza di ghiaccio. Si cambiò, con uno dei suoi vecchi ed usuali look, cercando di allontanare il più possibile quella sensazione. Quel senso di colpa. Ma fu del tutto inutile, si sentì comunque le mani sporche di sangue, non un semplice sangue, ma quello di tutte quelle povere vittime innocenti.

Un tempo era un medico, adesso era un mostro. Il ripiego di se stessa. Le lacrime iniziarono a scendere impetuose, lungo le sue guance.

"Caitlin.."

Si voltò e lo vide, indossava uno delle sue camicie, con sopra una giacca. Era uguale all'ultima volta che l'aveva visto. Dopo ben due anni, assomigliava ancora al solito, vecchio Barry. Voleva abbracciarlo, assicurarsi che fosse davvero lì. Ma non si mosse, quelle immagini erano troppo dure d'affrontare. Quasi come volesse punire se stessa per quei peccati che aveva commesso.

E il ragazzo, come se se ne fosse accorto, le avvolse le braccia intorno al corpo, stringendola con forza a se.
Quel contatto durò un paio di minuti, ma nessuno se ne curò. Entrambi avevano bisogno di quel momento. Ognuno di loro non desiderava conforto se non quello dell'altro.

"Sei tornato."

La ragazza mormorò quelle due semplici parole con timore, aveva paura di perderlo una seconda volta.

Poi Caitlin vide Ronnie entrare nella stanza, quasi senza volerlo si staccò lentamente dal velocista scarlatto ed avanzò verso quello che si mostrava essere dopotutto suo marito.

Ronnie la strinse e lei si sentì al sicuro. Ma non si trattava della stessa sicurezza che aveva provato qualche minuto prima con Barry, era diverso. Non provava quel sentimento, quella sensazione, che da sempre le aveva confermato che Ronnie era la sua via d'uscita, il suo futuro. I suoi pensieri, furono interrotti dallo stesso Ronnie.

"Andiamo a casa, continuerai a riposerai lì e domani torneremo per assicurarci che tutto vada bene."

Si staccò, per poter distogliere lo sguardo verso Barry, poi lo abbassò sul pavimento.

"Mi dispiace Ronnie, ma non posso."

Caitlin uscì dal laboratorio in cui un tempo passava la maggior parte del suo tempo e si appoggiò al muro.

Non poteva tornare a vivere la sua vita insieme a Ronnie come se non fosse successo niente, non dopo tutto questo. Non era più la stessa di due anni prima.  Era stato inutile anche solo pensarlo.

"Quindi ricordi tutto quello che é successo."

Barry era di nuovo accanto a lei. Lei preferì non proferire parola. Per alcuni istanti rimasero entrambi in silenzio.

"Ti ho fatto del male?"

Una delle caratteristiche che preferiva di Barry, era proprio quella di essere in grado di esprimersi con pochi e semplici gesti. E per lei, lui non era mai stato un enigma. Si era sempre dimostrato un libro aperto.

Quella situazione fu l'ennesima dimostrazione che lei era in grado di leggere intere pagine di quel libro.

"Caitlin.."

"Quante volte é successo Barry?"

Sentì di nuovo quel calore. Barry le aveva preso di nuovo la mano e il gesto la fece arrossire. Caitlin sperò con tutta se stessa che non notasse quel piccolo dettaglio.

"Non importa. Non eri tu. Tutta questa storia appartiene al passato."

Un altro flash, come da comando le mostrò altri scenari. Questa volta si vide seduta a terra, tremante. Barry le disse qualcosa e poi la prese delicatamente tra le braccia.

Ritirò la mano e si allontanò da Barry. Non poteva restare con nessuno dei due, doveva pensare a se stessa. Doveva rimettere insieme i pezzi.

"We are quite the pair, mr.allen."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora