15. Promesse Sincere

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Jk abita in paese in una casa a due piani, tipica di montagna con travi a vista e i balconi in legno tutti fioriti, ha un ampio giardino soprattutto sul retro della casa.
L'ha acquistata 5 anni fa, strano che al Paese non ci siamo mai incontrati. I miei nonni sono morti tre anni fa quando non stavano bene venivo spesso su alla baita...non ci siamo mai incrociati forse perché non era destino.
È una casa di montagna ordinata, pulita.
-la camera è di sopra se vuoi sistemarti.
Dice portandomi su il borsone.
-ti aiuto a disinfettarti prima...
Provo a dire.
-no, faccio da solo.
Ci resto male ma non insisto.
Mi tolgo il giaccone appendendolo, seguendolo di sopra.
C'è una grande stanza matrimoniale con un grande letto e un bagno.
C'è una strana atmosfera fra noi.
Lascia la borsa e ridiscende.
Sistemo le mie poche cose in un cassetto che trovo vuoto. Sono agitato... Temo che Jk si sia improvvisamente reso conto della situazione e voglia fare un passo indietro.
Lui è una persona a posto genuina, non abituata a avvocati né tanto meno a gente folle come Jackson che alza le mani.
L'interesse per me l'ha costretto in una situazione spiacevole.
L'ansia sale in me... Ho bisogno di sentire Hobi solo lui può tranquillizzarmi.
Lo chiamo e risponde subito. Sento anche lui strano e a disagio, poi comprendo il perché quando mi confessa...
-Jimin... Ho denunciato Jackson per aggressione..
Dice tutto d'un fiato.
-oh no...
Commento io sconvolto.
-Jimin è pericoloso... Hai visto cosa mi ha fatto... È entrato in casa mia minacciandomi e aggredendomi se c'eri tu chissà cosa ti faceva.
Alla fine glielo dico... E non volevo...
-ha aggredito anche noi... Dopo che Jk ti ha riportato le chiavi.
Non so cosa gli sta accadendo... Non è mai stato un violento tranne...
-tranne quando?
Taccio ma Hobi è un fiume in piena e non mi lascia scampo.
-Tranne la sera prima che sei venuto da me eri tutto pesto ti ha conciato per bene ... Immaginavo che fosse successo qualcosa...dovevi dirmelo cazzo! Con me puoi parlarne.
-mi ha preso Hobi...con la forza...
Sussurro con un singhiozzo.
Mai l'avessi detto alzo il viso e Jk è sulla porta... È fuori di sé tira un pugno violento sul fianco di un armadio danneggiandolo.
-Jk... Io... Non
Riesco a balbettare... Perché non ho bisogno di altra violenza...
-l'ammazzo... Io l'ammazzo quel bastardo.
Dice uscendo sbattendo la porta dopo poco sento i pneumatici del suo Land Rover slittare Sul vialetto e l'auto partire a raffica.

-Hobi è un casino... Jk ha sentito quello che ho detto... Credo stia tornando a Seul... Ti lascio provo a chiamarlo.
-si... Scusa... È colpa mia...
-ma no...
-non mi pento Jimin... Non mi pento neanche un secondo di averlo denunciato, soprattutto ora che mi hai raccontato come sono andate realmente le cose.
-Hobi... Ti lascio... Devo fermare Jungkook....
Lo chiamo... Continuo a chiamarlo... Di certo il suo telefono vibra o suona.
Nel frattempo mi sono accoccolato sul letto, sono a disagio per la situazione e per l'ambiente che mi è sconosciuto.
Mi dispiace terribilmente di aver coinvolto Jk in questa angosciosa  situazione.
Gli mando un vocale con la voce rotta dall'emozione.
"Jk... Rispondi ti prego...ti prego torna indietro.. Lascia stare. Ci sto malissimo per averti coinvolto nella mia vita balorda, non te lo meriti sei una persona per bene ed io non sono poi così importante , da quando stai con me non hai potuto vivere i tuoi sentimenti alla luce del sole perché sono sposato e ci hai rimediato pure un paio di pugni... Hobi ha denunciato Jackson... Non serve che intervieni tu... "

Pensavo rispondesse ma niente, mi metto sotto le coperte con le cuffiette un po' di musica mi aiuterà a controllare l'ansia...ma in realtà poi mi faccio un pianto.
Sono completamente assorto  nella mia disperazione che non mi accorgo di quel paio di fari che illuminano il giardino e di quei passi decisi che salgono le scale.
Sobbalzo dalla paura quando lo sento sdraiarsi accanto a me. Mi toglie le cuffie abbracciandomi.
-non dire mai più che non sei importante per me... Non dirmi mai più di lasciar stare.
Mi giro guardando i suoi occhi illuminati dalla luce della luna che filtra attraverso la finestra.
-scusa... Tu non hai bisogno che io scleri come un pazzo... Perché di fuori di testa ne abbiamo già uno da gestire a quanto pare...lo odio con tutte le mie forze per quello che ti ha fatto. Ma manterrò la calma lo prometto. Scusami Jimin... Mi sa che io ti amo sul serio ecco perché mi sono agitato, non sopporto che ti abbia fatto del male.
Dice infine, mentre  io ormai sono perso in quello sguardo e in quelle labbra che arrivano piene di promesse sincere.
Sono maledettamente fortunato e ne sono consapevole.
Mi lascio andare perché lo desidero e perché è così bello sapere di essere amato, protetto... Voglio godermela questa cosa... Forse me la merito... Forse anch'io dopotutto potrei essere felice.

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