1 - Lo Speciale

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La notte è stata e sempre sarà il peggiore incubo di ogni uomo: il silenzio dà origine ai più spaventosi e oscuri pensieri e il buio, con le sue ombre e le sue sagome ambigue, rende concrete e materiali tutte le insicurezze e le fobie che, come nebbia, oscurano la mente di ognuno e fanno perdere il lume della ragione. Ma, dopotutto, la notte non è poi così terrificante: la luna e le stelle illuminano il mondo proprio per non farci temere il buio.

Così, però, non è a Detelville, un paese sperduto nel nulla e avvolto da una fitta nube di mistero. Quel luogo, così desolato e dimenticato, neppure gli astri celesti ha mai visto. La notte è buia, senza alcuna fonte di illuminazione, i lampioni – ai lati delle strade rovinate e deserte – sono ormai fulminati, con vetri rotti e ragnatele che li avvolgono completamente; infatti, solo i ragni vivono in quel paesino, indisturbati e senza pericoli.

Un tempo, in realtà, tutto era diverso. Detelville era un'amata cittadina e tra le più rinomate mete turistiche, vantava migliaia di visitatori ogni anno e le strade erano sempre molto trafficate, specialmente da coloro che si recavano al magnifico mercato pieno di cianfrusaglie che non sarebbero mai servite a nessuno ma che, nonostante ciò, vedevano numerosi compratori.

Tutti conoscevano tutti, il clima era amichevole. Le auto, nonostante fossero ormai alla portata di tutti, passavano di rado lungo le strette strade infestate da bancarelle e i bambini si divertivano correndo da ogni parte o giocando a pallone con le arance marce che venivano scartate dai consumatori. Le madri, invece, mentre attendevano il ritorno dei figli impolverati a causa del terriccio, cucinavano e ricamavano, spettegolando con le vicine ogni notizia piccante e succulenta che avevano sentito spiando conversazioni private; non c'era spazio per la vergogna, contava solo la notizia.

La vita scorreva giuliva nel paese di Detelville, ma tutto cambiò inaspettatamente, senza lasciare via di scampo ai poveri cittadini indifesi e ignari dell'incombente e inizialmente inimmaginabile pericolo, dalla rovina che stava per ricoprire quella magnifica cittadina.

«Attenzione, cittadini di Detelville!» esclamò soddisfatto il sindaco di Detelville in piedi al centro di una suntuosa carrozza circondata da curiosi. «Il circo sta per tornare dopo diciassette anni! Una nuova generazione di giullari, domatori e acrobati è pronta per esibirsi e per divertirvi come non mai! Affrettatevi a comprare i biglietti a sole cinque monete!» continuava a urlare.

Quello che pochi sapevano era che il sindaco era uno dei più accaniti sostenitori dello spettacolo circense, principalmente perché ne ricavava molto guadagno, altrimenti non avrebbe mai fatto una così grande propaganda; eppure, tutto il denaro che investiva andava solo a riempire lo stomaco del mercato nero, o meglio, del mercato rosso... come il sangue.

Tutti amavano il circo, tanto da riempire completamente il tendone sin dalla serata di apertura. La vista era unica: per la prima volta erano i bambini a trainare i loro genitori, i quali versavano volentieri qualche spicciolo pur di passare diversamente una serata con la famiglia al completo, senza tensione e senza preoccupazioni; ciò che non sapevano era che quella serata sarebbe stata tutto fuorché tranquilla.

Tutti conosciamo i genitori, sappiamo che, a qualunque età, loro saranno pronti a darci consigli, ma soprattutto raccomandazioni. Una, in particolare, era stata data al piccolo Gabil. Egli era un bambino vivace, dai corti e lisci capelli neri come la pece e gli occhi grigi; più che un bambino sembrava un cadavere, caratteristica accentuata dal magro e pallido viso attraversato da venature. La madre l'aveva lasciato libero di esplorare, ma a una condizione: non allontanarsi troppo, rimanere sempre a vista. Ma la donna non immaginava che il destino del piccolo Gabil fosse segnato sin dalla sua nascita... e un bimbo della sua età non poteva che essere curioso, fin troppo curioso.

«Prendilo, è lui.» disse un uomo mascherato all'interno di un piccolo tendone blu e bianco.

Proferì quelle parole non in modo autoritario, ma sottovoce, quasi sussurrando. Non voleva credere a ciò che stava per accadere, ma era il suo destino.

La Vendetta dello SpecialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora