Janet si svegliò all'alba la mattina seguente, o meglio, secondo l'orologio a parete dal vetro rotto nella camera, l'orario era quello... se si fosse solamente affidata alla "luce" del "sole" visibile dalla finestra, avrebbe giurato fosse ancora notte fonda. Da quando la vendetta aveva avuto inizio, era raro vedere la luce, sia letteralmente che metaforicamente.
Che cosa faccio ancora qui?
Janet si interrogava costantemente. Era il Talismano, un ruolo dal quale non poteva sottrarsi, sebbene non lo volesse. Erano giorni che non dialogava con lo Speciale, giorni che non gli forniva informazioni; sapeva che egli avesse ben compreso il suo tradimento, eppure, anche senza il suo aiuto, il suo piano continuava ad andare a gonfie vele.
Il numero delle persone in vita, come testimoniava la mutante scritta in rinato sul tombino dello spazio aperto di Middle17, diminuiva sempre di più e a vista d'occhio. Ne erano rimaste solo cinquantatré, un numero infinitamente basso se paragonato all'iniziale: seicento.
Il suo corpo segnava, e avrebbe sempre segnato, ogni vittima come un diario di guerra.
Sebbene non fosse più legata allo Speciale, la sua natura non poteva cambiare: continuava a contare.
Quella notte fu la più atroce, dovette incidere sul suo corpo circa trecento tagli, tanti quante erano le persone morte a causa del potere del pentacolo.
Era incredibile, sul suo corpo troneggiavano più o meno cinquecentoquarantasette tagli. Al pensiero, si lasciò sfuggire un sorriso: era stata brava, dove aveva nascosto tutte quelle ferite? Si complimentò mentalmente anche con la sua sopportazione al dolore: non era facile continuare a lottare senza lamentarsi del male a ogni urto. Forse, il dolore era tale da non farle sentire più niente.
Era stata brava, inoltre, a non far troppo rumore e a essere veloce quella notte, Mariah avrebbe potuto svegliarsi e coglierla sul fatto; per fortuna, la signorina High prese sonno abbastanza velocemente, un sonno decisamente profondo che durò liscio fino alla mattina.
Senza ancora alzarsi, Janet guardò l'amica vicino a lei: era bello vederla dormire in modo così puro e rilassato. Era felice del fatto che, finalmente, fosse riuscita a riposare, specialmente dopo tutto ciò che aveva passato.
Come un fulmine a ciel sereno, nella sua mante si palesò la morte di Oliver: non era stato bello, per niente.
Era incredibile pensare come nulla avesse smosso il suo animo prima d; vella morte del ragazzo, eppure, altre cinquecentoquarantasei persone erano decedute prima di luiivere un'esperienza in prima persona causa sempre un altro effetto.
Oliver non se lo meritava. Nessuno se lo meritava. Ma lo Speciale giocava bene le sue carte, non solo mirava a estinguere, ma anche a demoralizzare e ferire nell'animo i più caparbi. Dividere il gruppo dei quattro era, infatti, una mossa molto astuta e non adatta a tutti, né da sottovalutare. Mirava a smembrare e far gradualmente perdere le speranze, sperava che rinunciassero e che si arrendessero, così che la sua vendetta potesse concludersi in fretta. Ci stava forse riuscendo?
Janet sapeva già come tutto sarebbe finito, sapeva che il prescelto era caduto nel peccato, l'aveva percepito... forse perché provavano gli stessi sentimenti l'uno per l'altra?
E se mi stessi sbagliando? Se lui non mi amasse?
Per la prima volta sentì come un dolore al cuore, non aveva mai davvero amato: era forse questo? Era forse una strana sensazione che si presentava unicamente davanti alla persona amata? Era forse la paura di non essere ricambiati sebbene si fosse quasi certi del contrario? Era forse la consapevolezza di non poter credere nel per sempre? Difficile decifrarlo per una persona che mai aveva amato.
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La Vendetta dello Speciale
HorrorUna vecchia e antica leggenda narra che un giorno, esattamente dieci anni dopo la sua morte, un bambino sarebbe per sempre rinato e avrebbe compiuto la sua vendetta contro la crudeltà del genere umano. Il suo nome? Lo Speciale, l'ultimo Speciale. Ne...