Era mattina, il sole era alto, ma i primogeniti non ne erano rallegrati: avrebbero pagato miliardi pur di non rivedere il sorgere del sole... la vita è dura quando si ha una taglia sulla testa.
Il loro "onesto" lavoro altro non era che un pericoloso giro di scommesse che poteva portarli alla gloria come alla rovina; loro ne erano consapevoli, eppure continuavano a farlo non curandosi dei guai che li ricoprivano fino al collo, un altro passo falso e sarebbero stati soffocati.
Perché continuavano? Perché ormai erano dentro, ormai erano complici dell'illegalità e non potevano opporsi; in ogni caso avrebbero passato i guai, valeva dunque la pena tentare di vincere qualche soldo. La maggior parte delle volte, portavano a casa grandi soddisfazioni e bottini, ma capitava, come quella volta, che le carte non fossero dalla loro parte.
«Oggi è proprio la tua giornata, Morgan!» disse quel giorno Cade in piedi dietro di lui vedendo come si stava evolvendo il gioco.
Il giocatore aveva in mano ottime carte, scale belle e pronte da poter calare, la partita era di certo sua.
«Ebbene sì, non preoccupatevi, offro io stasera!» rispose vanitoso il signorino High.
«Non dire gatto se non l'hai nel sacco, giovanotto. È libero questo posto?» domandò un signore dalla scura carnagione dalla barba corta e ben curata.
Morgan fece un cenno di assenso con la testa e lui si sedette, prese in mano le carte e le sistemò in ordine crescente cercando di formare una scala, ma gliene mancavano alcune.
«Quanto punti?» incalzò Morgan alzando la testa e sistemando alcune fiches.
L'uomo sospirò, diede un'ultima occhiata alle carte e, sufficientemente compiaciuto, puntò un bel gruzzoletto.
«Niente di che.» rispose l'uomo con aria di sfida.
«Sono un bel po'... questo fa sul serio.» sussurrò Igon all'orecchio dell'amico.
«Posso vincere.» lo zittì il giocatore.
«Quindi? Tu non punti?» incalzò ancora l'uomo, iniziava ad irritarlo.
Morgan, di tutta risposta, passandosi la lingua sulle labbra ridacchiò per poi aggiungere: «Un milione.» nella sala calò il silenzio.
Anche l'uomo rise divertito: «Sai il fatto tuo piccoletto. Tua madre sa che giochi?» domandò dunque il signore. «Non rispondi, ragazzo?»
«Non parlare.» gli sussurrò all'orecchio Igon. «Lo fa solo per deconcentrarti.»
«Lo so.» rispose serio buttando una carta.
«Quanti anni hai, ragazzo?»
«Venti.»
«E già giochi?»
«Ti rode essere battuto da un vent'enne, vecchio?»
«Stai attento a come ti rivolgi, non sai mai chi hai davanti. Devi scartare, ragazzo.»
Morgan, distratto, buttò la prima carta che aveva sotto tiro... sbagliò, quella carta gli serviva per completare la sua scala, aveva gettato la sua occasione per vincere.
«Tranquillo, le altre carte come quella sono già uscite, solo una è in circolazione e non può averla lui.» lo rassicurò Cade.
Purtroppo, il primogenito di casa Nous si sbagliava.
Caso, o meglio sfortuna, volle che il signor giocatore prese la carta appena scartata, calò e chiuse.
Un applauso incredulo invase la sala da gioco, i tre erano sconcertati.
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La Vendetta dello Speciale
HorrorUna vecchia e antica leggenda narra che un giorno, esattamente dieci anni dopo la sua morte, un bambino sarebbe per sempre rinato e avrebbe compiuto la sua vendetta contro la crudeltà del genere umano. Il suo nome? Lo Speciale, l'ultimo Speciale. Ne...