Scrittura

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Rinata – libri proibiti

La città fantasma di Rinata risale al secolo XIII, creata come rifugio dalla morte dallo stregone esiliato ed eretico Mago Alturo, antenato che diede origine alla dinastia degli High. Venne accusato di stregoneria e condannato al rogo.

Egli aveva presentato i suoi studi e le sue ricerche grazie ai quali aveva scoperto che era possibile fuggire dalla morte attraverso l'apocalisse. [...]

Con le sue capacità, riuscì a dare una seconda vita ai morti, dando agli innocenti la possibilità di riscattarsi e ai peccatori le pene che spettavano loro. [...]

La città sotterranea di Rinata, accessibile attraverso degli ingressi situati nei diciassettesimi quartieri di ogni capoluogo, era organizzata come una rete di trasporto acqueo. Era divisa in tunnel, gli abitanti dei quali svolgevano diverse funzioni.

I Rinati erano i cittadini che, in base al loro comportamento in vita, a Rinata ricoprivano uno specifico ruolo e risiedevano nelle celle all'interno dei tunnel.

I ruoli ricoperti vennero scelti dallo stesso Alturo che, la settimana antecedente la sua esecuzione, stilò la sua opera "La pena in vita e in morte" (libri proibiti), un manuale che spiegava in che modo erano organizzate le punizioni o i premi conferiti alle anime morte nella città sotterranea. [...]

Egli fu il primo abitante di Rinata.

La mappa di Rinata aveva una difficile interpretazione, essendo essa singolare e molto articolata.

I tunnel si trovavano a diverse profondità. Quelli più in basso erano riservati alle anime dei peccatori, ai quali venivano sottoposti delle torture che gli facevano rimpiangere la vera morte.

Sotto i tunnel delle anime in agonia vi era un passaggio sotterraneo che portava ad un tunnel aggiuntivo, quello dello Speciale [...].

I tunnel che si trovavano nel mezzo della costruzione erano destinati a coloro che ricoprivano a Rinata un ruolo di secondo piano rispetto allo Speciale ma che avevano comunque grande voce in capitolo, prendevano le decisioni e aiutavano lo Speciale nella sua vendetta, alcuni dei quali uccidendo.

I tunnel più superficiali erano destinati alle guardie, le quali si spostavano continuamente dall'entroterra alla superficie. [...]

I Rinati parlavano il rinato, lingua creata dallo stesso Alturo. Si trattava di un alfabeto formato da simboli ognuno dei quali aveva una differente pronuncia.

La lingua parlata era differente da quella scritta. La scritta vedeva l'utilizzo della simbologia, quella parlata si basava sulla pronuncia e quindi sulle lettere dei normali alfabeti mondiali.

Le scritte in rinato all'interno della città stavano a indicare i livelli di profondità, i vari tunnel, la gerarchia dei Rinati e, una volta iniziata una vendetta, l'ingresso era segnato da un'incisione rappresentante il numero di persone ancora corporalmente vive.

L'ingresso a Rinata e la conoscenza della lingua, erano consentiti soltanto ai Rinati e alle anime morte, qualsiasi mortale venisse a conoscenza di queste formule avrebbe ottenuto la morte istantanea.

La pena in vita e in morte – libri proibiti

La vita terrena altro non è che il passaggio tra la dannazione alla benedizione, la sua funzione è quella di capire quale sia il ruolo del soggetto dopo la morte, intesa come la liberazione del peccato terreno.

Rinata costituisce il regno in cui le anime possono vivere dopo la loro scomparsa, ogni anima riveste un ruolo all'interno della città associato al quale vi è un dono o una pena basata su ciò che è stato svolto durante la vita.

La Vendetta dello SpecialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora