23. 𝑷𝒓𝒐𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒎𝒊 𝒅𝒂 𝒎𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒂

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DENISE DE SANTIS'S POV:

«Io vengo con te.»

Riccardo sembra non credere alle sue orecchie, così come Mya.
Lui ha deciso di non prendere il nostro stesso taxi, irritato dall'atteggiamento della mia migliore amica.
Ma io ho bisogno di parlargli, e il viaggio da Fiumicino a Casalpalocco è l'occasione giusta per farlo.
Quando l'ho visto correre nella mia direzione, ho provato un mix di emozioni inspiegabili: mi sembrava tornato il mio amico d'infanzia.
Poi, però, ho ripensato al male che ci siamo fatti e al modo in cui ha ignorato la nostra foto da piccoli, ed è bastato questo a farmi irrigidire nei suoi confronti.
Che tra noi ci sia dell'imbarazzo è innegabile: non abbiamo più la confidenza di un tempo, ed è normale che sia così.
Ma non voglio vederlo andare di nuovo via da me senza provare a fermarlo.
È già successo una volta, e non voglio che si ripeta.
Come un déjà vu, mi sembra di rivivere la sera del compleanno di Edoardo, con Riccardo che mi diceva che se ne sarebbe andato da Roma e io che mi mostravo indifferente alla sua partenza.

«Eh?»

«Prendo il taxi con te.»

Lo guardo negli occhi con una decisione che non mi appartiene, ma voglio fargli capire che mi dispiace per la situazione che si è creata, e voglio rimediare.
Mya non è e mai sarà un ostacolo per me, ma è necessario che io mi confronti da sola con Riccardo.
Mi giro verso la bionda, e le faccio un sorriso, per tranquillizzarla.
Lei non sembra contenta.

«Ma ti sei impazzita?
Se vuoi andare con lui, puoi farlo, ma devi convincerlo a venire a Mykonos.»,
mi sussurra la ragazza.
Annuisco, cercando di non farmi notare da Riccardo.
Ero contraria al viaggio organizzato da Mya, ma quando quella ragazza si mette in testa qualcosa, è difficile farle cambiare idea.
Non sono mai stata in Grecia, non esco quasi mai di casa durante l'anno per via dello studio, e ho cominciato a pensare che forse non sarebbe così male concedermi un po' di riposo.
L'alternativa sarebbe rimanere a casa dei miei genitori, e non è decisamente nei miei piani, soprattutto dopo la litigata di ieri con mia madre, che ha ben deciso di non rivolgermi la parola per tutto il giorno.
Il costo della villa che hanno deciso di affittare gli amici di Mya è piuttosto elevato, ma per fortuna saremo in tanti e dovrei riuscire a rimanere almeno per una settimana, evitando cene fuori troppo costose ed acquisti di souvenir inutili.
Capisco che a Riccardo non sia andato giù il fatto che Mya lo abbia messo al corrente di tutto a giochi ormai fatti, ma non ha agito con cattiveria.
Io lo so perché lo sta facendo: perché vorrebbe vedermi felice, e sa che recuperare l'amicizia con lui mi aiuterebbe ad esserlo.
È vero che è solita prendere decisioni fin troppo avventate, ma se non esistessero le persone come Mya, come farebbero quelli come e Riccardo?

«Non ho capito che volete fare.»,
dice Riccardo.
Mya sbuffa.

«Denise se ne torna con te, e io mi prendo un altro taxi.
Fine della storia!»

Forse sta iniziando a sentirsi in colpa nei confronti di Mya, perché non replica alle parole della ragazza e la guarda con aria colpevole.

«Vabbè... sicura Denise?»

Guardo Mya per ottenere da lei il via libera definitivo.
La ragazza annuisce, invitandomi a fare ciò che preferisco.
Le sorrido.

«È sicura, è sicura. Io vado di qua, ci si sente, eh.
Anzi... ci si vede stasera.»,
e così dicendo, prima fulmina Riccardo con lo sguardo, poi si dirige verso il taxi più vicino.
Mi giro verso di lui e provo a sorridergli.

«Che ti ridi? Mya ti odierà a vita.»,
mi fa lui.

«No, no... stai tranquillo.»,
gli rispondo, con un sorriso.
Mya non odia nessuno.
Mya odia quelli che le fanno perdere tempo, e Riccardo gliene stava facendo perdere parecchio.
Stamattina mi ha buttata giù dal letto alle sette e mezza.
Di domenica.
Quando le ho chiesto come avesse fatto ad infiltrarsi in casa dei miei genitori a quell'ora, mi aveva risposto che «Carola ed io siamo sempre state amiche, secondo te non mi faceva entrare? Non parla con te, mica con me!».
E poi aveva iniziato a raccontarmi dell'aperitivo preso con Devid, il migliore amico di Riccardo, e mi aveva spiegato ogni dettaglio riguardante il viaggio a Mykonos.
Sarà stato il sonno, ma si è dimostrata convincente, persino quando mi ha detto che saremmo dovute andare a Fiumicino nel pomeriggio per parlare con Riccardo.
Non c'avrei parlato io, ma lei, e questo mi stava bene.
Mi sarei limitata ad aspettare nel piazzale dei taxi, come poi effettivamente è successo.

❥ 𝑻𝑰 𝑹𝑰𝑪𝑶𝑹𝑫𝑰 𝑫𝑰 𝑴𝑬? || Riccardo Calafiori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora