RICCARDO CALAFIORI'S POV:
Denise riposa accanto a me, con il viso sulla mia spalla.
Il suo tocco è dolce, il respiro regolare, così come i battiti del cuore.
Sento che va tutto bene.
E come potrebbe andare male, dopo la notte che abbiamo trascorso insieme, l'uno tra le braccia dell'altra?
Una fusione di anime ancor prima che di corpi.
I suoi baci delicati mi hanno inebriato per ore.
Non riuscivo a lasciarla andare.
È come una droga per me.
Io, che di ragazze ne ho viste tante, forse troppe, ho trovato in Denise quello che ho cercato per un vita nelle altre.
Mi possiede, nell'anima e nel corpo.
Quando facciamo l'amore, la naturalezza con la quale mi tocca e si lascia toccare mi rapisce.
Denise non conosce finzione.
È quello che vedi, trasparente come l'acqua, delicata come i fiori che sbocciano a primavera.
È sbocciata da un pezzo, e forse non sarò stato io quello che l'ha colta per primo, ma sarò l'ultimo.
La convinzione che tra noi possa durare per sempre l'ho maturata ieri, mentre pronunciava le sue promesse.
Suonava tutto così giusto, così... nostro.
E stanotte ho provato a farle capire che per lei sarei pronto ad affrontare qualsiasi cosa, dimostrandole tutto l'amore di cui sono capace.
Non ha niente a che fare con questo mondo, Denise, e a volte penso di essere stato benedetto ad averla incontrata.
È con me da sempre, da quando ho iniziato a scoprire il mondo.
Il mondo, io, l'ho scoperto con lei e lo conosco anche attraverso i suoi occhi.
Non so come sia riuscito a saziarmi con altri sguardi e altri corpi, in questi anni, o anche soltanto ad essere arrabbiato con lei.
È tutto diverso, ora che abbiamo capito d'amarci.
È tutto più bello.«Hai ancora sonno?»,
le domando, accarezzandole la nuca.
Lei scuote lievemente la testa.«Non ho sonno, ma ho voglia di rimanere qui con te.»,
mi sussurra.
Sorrido.«Non ho idea di che ore siano.»
«Nemmeno io, ma ha davvero importanza?»
Mi viene da sorridere.
No, non ha importanza.
Abbiamo tutto il tempo del mondo.
Le do un bacio sulla testa.«No.»
Alza lo sguardo verso di me.
Le sorridono gli occhi.«Guarda che io ci credo a quello che m'hai detto ieri.»
«E perché non dovresti farlo?»
Fa spallucce.
«No, era solo per dire.»
«Anche io ci credo.»
«Ma hai capito cosa intendevo?»
«Si, più o meno.»
«Intendevo dire che ti voglio così spensierato anche quando non siamo insieme.
Voglio che tu mostri questa versione di te a tutti.»Abbozzo un sorriso.
Non credo che lo farò, ma mi piace il modo in cui lo dice.
È una questione di sopravvivenza.
Se mostriamo i nostri lati più intimi, le persone sanno esattamente dove colpirci.«E se io volessi riservarla solo a te?»
Fa una smorfia.
«Non serve.
Io so già come sei.
Ma pensa che ci sono persone là fuori che credono che tu ti sia montato la testa dopo gli Europei, o che più banalmente non sanno quanto amore sei in grado di donare.»«Ma io non voglio dimostrare nulla a loro.»
«Non devi, infatti.
Ma non sei solo bravo a giocare a calcio, non sei solo bello, sei anche tanto altro e a me va che il mondo lo sappia.»Sorride.
E a me sembra di non capirci più niente, come ogni volta che lo fa.«Hai appena detto che sono bello?»,
la prendo in giro, dandole un pizzicotto sul braccio.
Lei lo scosta, e si mette a ridere.
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❥ 𝑻𝑰 𝑹𝑰𝑪𝑶𝑹𝑫𝑰 𝑫𝑰 𝑴𝑬? || Riccardo Calafiori
Hayran KurguDenise e Riccardo si conoscono da sempre; chi conosce uno dei due, in automatico conosce anche l'altro. Riccardo cresce con l'odore dell'erba del campo da calcio addosso, con il verde sui calzoncini bianchi e con la voglia di prendersi il mondo. De...