26. 𝑳𝒂 𝒏𝒐𝒕𝒕𝒆 𝒑𝒊𝒖' 𝒇𝒆𝒍𝒊𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂

3.1K 201 167
                                    

DENISE DE SANTIS'S POV:

«Mamma che bomber mio fratello Richy!»,
esclama Devid, ridendo.
Riccardo lo fulmina con lo sguardo.
Gianluca spalanca la bocca in segno di stupore.

«Ma voi non dovevate cambiarvi?»,
fa Riccardo, visibilmente infastidito dal fatto che c'abbiano visti.
Non posso pensare a quando lo diranno a Mya: andrà su tutte le furie se non lo verrà a sapere direttamente da me.
Devid e Gianluca continuano a ridere come due idioti.
Devid dà una pacca sulla spalla a Riccardo, per poi bisbigliargli all'orecchio un «Bel colpo, continua così!».
Lui lo manda a quel paese, poi sia Devid che Gianluca raggiungono le ragazze in piscina.
Riccardo mi guarda.

«Ti dà fastidio?»

Non voglio che pensi che mi vergogni di lui, ma non mi piace che vadano in giro a parlare dei miei fatti privati.
Anche quando stavo con Edoardo, cercavo di tenerlo per me, perché i sentimenti, forti o meno forti che siano, sono cosa solo mia.
Faccio spallucce.

«Vabbè... prima o poi lo avrebbero capito.»

Cosa, Denise?
Cosa avrebbero capito?

«Cosa?»

Adesso dillo a Riccardo, cuor di leone!

«Che noi... cioè, voglio dire...»

Calafiori sorride.
Il suo sorriso ha il potere di farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
Non so più nemmeno cosa sto dicendo.

«Che noi ci stiamo scoprendo!»,
me ne esco, e lui annuisce.

«Ma infatti, che cazzo ce ne frega?»

E allora mi tocca il fianco e mi attira a sé, per poi lasciarmi un bacio umido nella cavità del collo.
Fa quasi solletico, perciò inizio a ridere, e lui trasferisce le sue labbra sulla parte superiore del collo, per poi arrivare al viso.
Prima che il tutto possa culminare in un bacio, però, si ferma, e mi guarda intensamente.

«Non ci posso pensare a come ti ho trattata in questi anni.
Sono stato un coglione.
So che te l'ho già detto, ma te lo voglio ridire.»

Quando mi aveva chiesto scusa la prima volta, avevo percepito il fatto come un qualcosa di giusto e dovuto.
Col passare delle settimane, però, ho iniziato a pensare che forse le colpe che si attribuisce per la fine della nostra amicizia siano sproporzionate alla realtà.
Capita di fare errori, di prendere scelte avventate e di cambiare amicizie: semplicemente, succede.
Noi eravamo tanto legati, e abbiamo avvertito il colpo più degli altri.
C'abbiamo messo del nostro, rischiando di perderci per sempre.
Ma crescere, forse, è anche questo.

Scuoto la testa.

«Non è stata solo colpa tua...
Mi ero messa in testa di cambiare, lo sai.
C'ho messo del mio.»

«Quello che ha alzato la voce e ti ha evitato per mesi sono stato io.»

«Hai reagito in modo diverso da me, non è mica una colpa.
Io ho capito che non mi interessa più di tutto il male che ci siamo fatti... davvero.
Ieri ne abbiamo parlato, e credimi che è stato sufficiente.»

Sto dicendo cose che non mi sarei mai aspettata di dirgli.
Solo tre settimane fa, il mio pensiero su di lui era completamente diverso.
Ma era un pensiero distorto dalla rabbia e dal rancore, che adesso non ci sono più.
Riccardo mi ha dimostrato di essere sinceramente pentito, e io ho cercato di spiegargli il perché del mio cambiamento di due anni fa, anche se lui sembrava averlo già capito.
Dobbiamo pensare al presente, al fatto che ci stiamo ritrovando e che stiamo pian piano abbattendo i muro di difesa che avevamo creato all'inizio.
Ieri pomeriggio faticavo anche a sostenere il suo sguardo, mentre adesso baciarlo mi pare la cosa più naturale dell'universo: non siamo mai stati nemici, e forse nemmeno amici.
Siamo un mondo a parte, che mi dona la serenità e la spensieratezza che avevo da bambina.

❥ 𝑻𝑰 𝑹𝑰𝑪𝑶𝑹𝑫𝑰 𝑫𝑰 𝑴𝑬? || Riccardo Calafiori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora