27. 𝑻𝒊 𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆

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⚠️ Nel capitolo che state per leggere è presente una scena di sesso che potrebbe turbare i lettori più sensibili. ⚠️


RICCARDO CALAFIORI'S POV:

A Mykonos la notte è giovane.
Una moltitudine di turisti popola le stradine dell'isola a tutte le ore.
La regola qui è soltanto una:
divertirsi fino a che non sorge il sole.
È più simile a Ibiza di quanto pensassi, ma non mi dispiace.
Le spiagge sono stupende, per non parlare delle case bianche in muratura: piccole, ma luminose.
Il problema di Mykonos è l'elevata presenza di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Se ci fossero solo le genti del posto, sono certo che sarebbe molto più accogliente.
Ma non mi lamento, perché sono in buona compagnia.
Dopo cena, io e Denise abbiamo deciso di fare una passeggiata sulla spiaggia, lontani dai locali della movida.
Alcuni stabilimenti sono muniti di piste da ballo, ma queste si trovano a centinaia di metri di distanza dalla riva.
Qui la musica arriva ad un volume gradevole.

«Si sta proprio bene...»,
commenta la ragazza.
In effetti, non fa né troppo caldo né troppo freddo:
il clima è perfetto.
Abbiamo entrambi i piedi nudi, che vengono bagnati dalle onde.
L'acqua è calda.

«Era buono il polpo, comunque.»

«Anche secondo me.
Non penso che lo vomiterò.
Ma sono ancora arrabbiata con te, sappilo!»

Denise lascia delle impronte minuscole nella sabbia, rispetto alle mie.
La cosa mi fa sorridere.
Avanza con convinzione, ed io la seguo, fino a raggiungerla.
Metto il braccio attorno al suo collo, e la avvicino a me, rallentandone il passo.

«A te t'hanno abituata male.»

«Ma ti rendi conto che hai voluto pagare la cena anche per me?»

«Embé? Guarda che è normale.
T'ho invitata io ed era il minimo.»

Lei sbuffa.

«Fai sempre così, pure quando non mi inviti tu.
E questa storia va avanti da anni!»

Mi fa sorridere pensare che mi stia riprendendo perché ho "osato" offrirle la cena.
Non posso credere che Edoardo non abbia mai fatto lo stesso.

«E continuerà ad andare avanti finché lo vorrò.»,
la punzecchio, e le dò un bacio sulla guancia.
È stata una bella serata, anche se al ristorante c'hanno mandati via quasi subito, visto che era previsto un secondo turno.
Avrei voluto insultare il proprietario in romanesco, visto che quando era venuto a dirci che dovevamo lasciare il tavolo, io e Denise eravamo immersi in una conversazione profonda che stava prendendo una piega interessante.
Spero di poterla riprendere qui, sotto il bagliore della luna e con sottofondo il rumore del mare.

«Non fare il ruffiano, che lo sai come sono fatta.»

Mi rivolge uno sguardo serio, ma resiste per poco più di trenta secondi, poi scoppia a ridere.

«Niente, non ci credi nemmeno tu alle stupidaggini che dici!»,
la prendo in giro.
Il suono della sua risata sta diventando il mio preferito.
Non è una risata sguaiata, tutt'altro.
È una risata contagiosa e sincera.

«Oggi ne ho dette parecchie, mi sa.»

Annuisco, ridendo.

«Ne abbiamo dette tante.
Ma verso la fine della cena ci stavamo riprendendo, con quel discorso sulle paure...»

Lei si ferma.
Ci sono due sedie di plastica, che il bagnino deve aver dimenticato di togliere, a qualche centimetro di distanza dalla riva.
Mi guarda, e io capisco che si vuole sedere.
Le sedie di plastica sanno di estate italiana trascorsa davanti alla televisione con la birra in mano a tifare la Nazionale.
A casa mia, perlomeno, venivano usate solo in quell'occasione.

❥ 𝑻𝑰 𝑹𝑰𝑪𝑶𝑹𝑫𝑰 𝑫𝑰 𝑴𝑬? || Riccardo Calafiori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora