32. 𝑽𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒕𝒖𝒓𝒐

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Martedì 9 Luglio 2024, Santorini.

RICCARDO CALAFIORI'S POV:

«Mi metti la crema solare?
Dovrebbe essere in borsa...»

Ci saranno si e no trentacinque gradi:
le Cicladi sono così, e ne eravamo consapevoli ancor prima di venirci.
Valgono la pena di tutto questo caldo, comunque.

«Protezione settanta come i bambini?»,
dico, non appena prendo in mano il flacone.
L'etichetta parla chiaro: è consigliata fino ai nove anni d'età.
La guardo storto.

«Lo sai che ho paura di prendere troppo sole...»,
fa.
È sdraiata a pancia in giù sul lettino, mentre io sono seduto su quello affianco.
Ricordavo che fosse ipocondriaca, ma non fino a questo punto.
Prendo un po' di crema e inizio a spalmargliela sulla schiena, costellata di nei.
Ne ha sempre avuti molti nella parte superiore del corpo, come quello al centro del petto.
Li massaggio con delicatezza, cercando di distribuire equamente la crema.
Lei emette un gemito di piacere, non appena arrivo alla parte inferiore della schiena.
Indossa un due pezzi bianco con i fiorellini blu.
È adorabile, e le calza a pennello.

«Grazie, amore.»

Sto per arrivare alle gambe, quando lei decide di chiamarmi "amore".
Mi blocco.
È la prima volta che lo fa.
Che poi, fino a una settimana fa sosteneva che noi non fossimo niente, o in ogni caso, niente di etichettabile.
E ora, invece, trova il coraggio di dare un'etichetta al nostro rapporto.

«Amore?
M'hai chiamato amore?»

«Mi andava di chiamarti così.»

Sorrido, e le lascio un bacio umido sul gomito.
Ride, per il solletico che le causa il contatto delle mie labbra con la sua pelle.
Riprendo la crema, e gliela passo prima sulle gambe, poi sulle braccia.
Quando finisco, mi rendo conto che Denise si è rilassata a tal punto da addormentarsi.
Ha gli occhiali da sole sulla testa, che le stanno per cadere sul naso, e se facesse un movimento brusco, potrebbero finire nella sabbia.
Li prendo e li tengo con me.
Oggi non è il nostro primo giorno di mare.
Siamo stati qui anche ieri, e abbiamo fatto il bagno insieme, ma dove l'acqua è bassa, sempre perché lei di recente è stata poco bene.
Non abbiamo affittato una villa, bensì un appartamento con vista sul mare, perfetto per due.
Domenica, quando siamo arrivati a Santorini, la prima cosa che abbiamo fatto, una volta messo piede in casa, è stata fare l'amore.
Credo che Denise si sia goduta il momento più della nostra prima volta.
Era tranquilla, non temeva di deludere delle aspettative inesistenti e sembrava più disinvolta.
Dal punto di vista sessuale stiamo ancora imparando a conoscerci, ma adoro ogni centimetro del suo corpo, e ancor di più il suo essere attraente senza scadere nella volgarità.
Giorni magici, forse ancor di più rispetto a quelli trascorsi a Mykonos.
Il fatto che siamo in una casa tutta per noi facilita le cose, ma anche l'aver definitivamente chiuso le porte col passato non è da meno.
Denise mi ha detto di non aver visto Edoardo a Roma, ma il ragazzo le aveva lasciato qualcosa nella cassetta postale, nel palazzo dei genitori.
Un bracciale, credo.
Non era un regalo per Denise, o meglio, era un regalo che Denise gli aveva fatto per il loro primo anniversario di fidanzamento.
Un normalissimo bracciale da uomo in argento, ma ad interessare ad Edoardo era probabilmente il biglietto che lei gli aveva scritto per quell'importante ricorrenza.
Denise mi ha confessato di non ricordare dell'esistenza di quel biglietto, e di averlo buttato poco dopo averlo letto nel cestino più vicino.
Il bracciale, invece, lo regalerà a suo padre.
C'era scritta una cosa del genere:

"Grazie per questi 365 giorni insieme, sei la mia vita!
Ti amo da morire!
Lottiamo sempre per questo amore, ti prego, anche quando sembrerà non esserci più nulla da fare.
❤️"

❥ 𝑻𝑰 𝑹𝑰𝑪𝑶𝑹𝑫𝑰 𝑫𝑰 𝑴𝑬? || Riccardo Calafiori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora