Prologo

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-credono davvero di ottenere qualcosa continuando a protestare in quel modo- sbottò l'uomo dai capelli biondi guardando in cagnesco in direzione dell'enorme vetrata del suo studio dalla quale poteva vedere perfettamente quasi l'intera popolazione della sua cittadina protestare davanti al cancello del palazzo.

-mio caro forse dovresti ascoltarli una volta tanto- disse la regina sospirando pesantemente e guardando preoccupata verso il loro consigliere che sembrava invece essere tranquillissimo, come se il popolo infuriato con loro non potesse essere davvero una minaccia.

-e quindi creare un precedente? No. E comunque sei una donna, non potrai mai capire nulla di politica- disse il re senza nemmeno voltarsi.

-potrebbero decidere di ribellarsi al tuo regno! Vuoi davvero questo?-

-donna non dire cose senza senso. Non possono ribellarsi perché sanno perfettamente che senza di me sono finiti. Possono protestare quanto vogliono ma non passeranno mai all'azione e continuando così finiranno solo per ricevere meno di quanto dovrebbero-

-esatto mio re- disse il consigliere annuendo e Jade guardò prima l'uno e poi l'altro chiedendosi come mai fosse la sola a vedere la pericolosità di tutta quella situazione. Possibile che i due uomini volessero davvero prendere tutto così sottogamba? Lei però era certa che continuare in quel modo non avrebbe portato a nulla di buono, anzi. Aveva paura Jade che i comportamenti di Cale li avrebbero portati a vedere il loro regno infrangersi e non voleva, non quando aveva penato tanto per dare alla luce un erede al marito. Tre gravidanze infatti non erano andate a buon fine e alla quarta aveva davvero temuto di perdere nuovamente il bambino, quando poi si era trovata a partorire aveva pregato con tutta se stessa che fosse un maschio perché dare alla luce una femmina avrebbe solo allontanato ancora di più il marito da lei. Qualcuno doveva averla ascoltare perché era nato il loro erede al trono. Ma tutta quella fatica sarebbe stata vana se Cale avesse continuato sulla sua strada.

-Jade vai nelle tue camere, qui non servi- e Jade osservò truce il marito.

-non venire a cercarmi quando sarà troppo tardi- sbottò la regina voltando le spalle sia al marito che al consigliere per andare veramente nelle sue stanze, o meglio in quelle del figlio. Almeno il bambino era ancora troppo piccolo per poter capire qualcosa di quello che stava succedendo e soprattutto non l'avrebbe mandata via.

-mia regina il principino sta dormendo- disse una delle cameriere del principe quando la vide andare verso la porta della camera del figlio e Jade sospirò.

-non ho intenzione di svegliarlo- e così dicendo, senza ascoltare le proteste della cameriera entrò nella camera del figlio. Figlio che diversamente da quanto aveva detto la donna era più che sveglio e osservò la madre ridacchiando. -oh tesoro- rise a sua volta Jade -tu dovresti dormire- e si avvicinò al bambino biondo di due anni per lasciargli un bacio sui capelli. Dakarai, felice di quelle attenzioni, abbracciò la madre e la donna lo lasciò fare visto che solitamente le impedivano sempre di essere troppo affettuosa con il figlio -vuoi che resti qui con te?- domandò al figlio e il bambino annuì chiudendo gli occhi cullato dal buon profumo della madre.

Sotto una mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora