Capitolo 7

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-dove stiamo andando?- domandò quasi con voce isterica Dakarai mentre seguiva Zogan fuori dalla loro abitazione.

-dal tuo bel ragazzo- ridacchiò l'uomo dandogli una pacca sulla spalla.

-primo non è il mio ragazzo e secondo perché?-

-perché ho incontrato Mary e mi ha invitato per sdebitarsi con te per averla aiutata e ho colto la palla al balzo. Ti ho già detto qualche settimana fa che devi buttarti se non vuoi perdere la possibilità di stare con qualcuno che ti piace-

-quando sono andato a casa loro e me lo sono trovato davanti io...non riuscivo a guardarlo negli occhi e...- Dakarai sospirò -non riesco a parlargli perché mi piace seriamente e io...essere rifiutato non è nelle mie priorità al momento- disse seriamente il biondo e vide l'uomo al suo fianco sospirare.

-Wilko non puoi evitare di fare qualcosa solo perché hai paura di quello che potrebbe succedere- scosse la testa Zogan -e poi ci sono io oggi quindi non dovrai sentirti in imbarazzo se non riuscirai a parlare con il bel ragazzo che ha sempre attirato il tuo sguardo. Ora andiamo- e così dicendo Zogan aumentò se possibile ancora di più il passo e Dakarai si trovò a doverlo seguire nonostante si sentisse un completo fascio di nervi. Non era minimamente pronto a rivedere quel bellissimo ragazzo che aveva sempre guardato da lontano ed era anche certo che non sarebbe riuscito ad avere una buona conversazione con lui: avrebbe di sicuro fatto la figura dello scemo. E il cuore di Dakarai iniziò a battere ancora più velocemente quando Zogan bussò con un sorriso sulle labbra alla casa che aveva difronte. Doveva calmarsi, lo sapeva bene il principe, ma non ci riusciva.

-Zogan- ad aprire la porta era stato un umo castano che Dakarai si ricordava di aver visto di sfuggita qualche volta nella cittadina ma che non aveva visto la prima volta che era stato in quella casa.

-Darius! Tua moglie mi ha invitato, anzi ci ha invitati- disse l'uomo indicando lui e Dakarai che fece un leggero cenno del capo in direzione dell'uomo che aveva difronte.

-si, me lo ha riferito- ridacchiò Darius cosa che non passò inosservata a Zogan ma della quale Dakarai non si accorse perché troppo concentrato a calmarsi -grazie per aver aiutato Mary l'altro giorno- aggiunse il castano in direzione di Dakarai.

-nessun problema, bisogna aiutarsi tra di noi- disse serio Dakarai -se non ci aiutiamo a vicenda è come essere completamente da soli- e a quelle parole per poco Zogan non alzò gli occhi al cielo perché aveva perfettamente capito cosa volesse intendere l'altro: era una critica bella e buona al governo di Kismi.

-su entrate- li fece passare Darius e i due entrarono nell0abitazione per poi essere subito accolti da Mary e dal suo sorriso.

-oh che bello finalmente posso sdebitarmi- disse sorridendo la donna abbracciando di slancio Dakarai che dopo un attimo di spaesamento rispose all'abbraccio della donna.

-non c'era bisogno, come ho detto l'altra volta l'ho fatto volentieri e senza voler niente in cambio- disse il biondo quando si staccarono dall'abbraccio e il suo sguardo raggiunse le spalle dei due adulti che li avevano invitati per trovarsi ad osservare un paio di occhi ambra che gli fecero perdere qualche battito.

-oh ma andiamo! Sei troppo dolce-

-è come la madre- disse invece Zogan osservando attentamente il principe che aveva lo sguardo perso -letteralmente identico alla madre in tutto e per tutto- ed era la verità visto che Dakarai era nel carattere identico alla regina Jade nonostante non avesse avuto modo di stare molto con la madre.

-ma se dici sempre che sembro la copia di mio padre- sbottò Dakarai ricordandosi anche come Zogan quando diceva quelle parole sembrava fin troppo preoccupato. L'unica nota positiva era che il re era morto da ventidue anni e che quindi quasi tutti avevano dimenticato il volto di Cale e non lo associavano a quello di Dakarai.

-oh si, di aspetto si ma il carattere è tutto di tua madre per fortuna- ridacchiò Zogan posando una mano sulla spalla del principe che si trovò ad annuire semplicemente poco convinto di poter aver davvero preso solo il carattere della madre che per di più era morta ancora prima che lui potesse realmente conoscerla per averne un ricordo.

-Bauke dove sono i tuoi fratelli?-

-in giardino a giocare con le "spade"- disse il castano mimando le virgolette con le mani alla parola spade -ho provato a chiamarli ma sono nel loro mondo e non mi ascoltano-

-anche Hanna?- domandò sorpreso Darius al figlio.

-si stavano inseguendo prima perché Hanna aveva preso il rametto di Lorenz- alzò gli occhi ambra al cielo il castano, che stava cercando in tutti i modi di non guardare il bel biondo che sembrava averlo ignorato dal momento esatto in cui era entrato in quella casa e anche in quel momento aveva visto con la coda dell'occhio che stava parlottando con il nonno -quei due faranno tutti in simbiosi poco ma sicuro...provo ad andare nuovamente a chiamarli- aggiunse poi visto che aveva iniziato a sentirsi completamente a disagio. Con molta calma prese il suo bastone e si diresse verso il giardino del retro della loro abitazione dove trovò nuovamente i gemelli a giocare con i loro rametti, e per fortuna che Bauke era riuscito a trovarne uno simile a quello di Loren in quel giardino qualche ora prima -sono arrivati i nostri ospiti- fece presente ai due che si bloccarono di colpo osservandolo.

-ma noi vogliamo giocare e non parlare con tizi vecchi-

-mi state dando del vecchio?- domandò scherzosamente Bauke.

-tu non sei vecchio fratellone- disse Hanna seria -ma gli ospiti si-

-Hanna tesoro abbiamo due ospiti oggi e uno dei due è un ragazzo che è forse della mia stessa età- disse serio Bauke. -non è più il momento di giocare anche perché tra un po' dobbiamo veramente pranzare- e i due gemelli annuirono seguendolo poi dentro casa.

Sotto una mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora