Capitolo 9

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-no no aspetta così ti fai male- disse prontamente Dakarai aggiustando la posizione del bambino e impedendo che lo stesso scuotesse troppo energicamente il braccio destro e che di conseguenza si facesse male. Il tutto sotto lo sguardo attento di Bauke che era andato in giardino con loro dopo pranzo solo e soltanto per poter controllare che ai suoi fratellini non succedesse nulla di male e sotto sotto anche per osservare meglio Wilko e sperare che l'altro ragazzo gli parlasse, anche un minimo. Era davvero assurdo il fatto che si erano scambiati così poche parole e che quelli con cui Wilko avesse interagito di più fossero stati proprio i suoi fratellini.

-anch'io!- quasi urlò Hanna e Dakarai raggiunse in una falcata al bambina per farle vedere lo stesso identico movimento che aveva fatto vedere al gemello.

-ma sei mancina- le disse però notando come la bambina tendesse ad andare con il corpo dalla parte opposta -sposta il rametto nella sinistra-

-la spada!- protestò la bionda.

-si, sposta la spada nella sinistra- le disse nuovamente e poi si posizionò dalla parte opposta per poter correggere la postura della bambina con più facilità anche se lui non era mancino e non si trovava bene in quella posizione. Fu però un errore perché alzando lo sguardo si trovò nuovamente ad incatenare i suoi occhi in quelli ambra di Bauke che lo stava osservando come se volesse fare del male ai due gemelli. Dakarai deglutì leggermente spaventato da quello sguardo ma si alzò lasciando che i due bambini iniziassero a far finta di duellare con i loro rametti e con calma si decise a raggiungere il castano. Infondo in quel momento, essendo solo loro li, non poteva davvero tirarsi indietro dal parlare con il castano -vuoi provare anche tu?- gli chiese per iniziare un discorso e ricevette solo un'occhiataccia da parte dell'altro che poi rispose acido:

-con questa gamba?-

-non credo che quella gamba possa impedirti di fare davvero tutto sai?- sussurrò Dakarai osservando un momento la gamba di Bauke.

-credimi sono più le cose che non posso fare che quelle che posso effettivamente fare-

-forse lo dici perché non ci hai mai provato-

-vorrei tanto ballare la danza tradizionale del giorno della liberazione ma non posso farlo e non venirmi a dire che potrei perché credimi ci ho provato- rispose a tono Bauke e solo in un secondo momento si accorse di aver usato un tono un po' troppo aggressivo -scusa ma odio parlare della mia condizione, mi sento inutile-

-non devi scusarti, sono stato io uno stupido a farti quella domanda- scosse la testa Dakarai tenendo sempre gli occhi fissi sui due bambini per accertarsi che non si facessero male.

-come mai hai imparato ad usare una spada e soprattutto come?- cercò di chiedere Bauke perché finalmente sembrava che l'altro volesse parlargli e non voleva far finire li la loro conversazione.

-curiosità...può sempre servire- cercò di rispondere il biondo senza dare la vera risposta perché quella lo avrebbe davvero messo in pericolo -e...per come ho imparato...guardando i soldati della guardia reale allenarsi quando portavo loro i raccolti del campo. Mi fermavo ad osservare i loro allenamenti e assimilavo. Non è la stessa cosa su questo non ho dubbi ma almeno ci ho provato.-

-posso farti una domanda un po' personale?- si azzardò a chiedere Bauke e vide il biondo girarsi verso di lui e fargli cenno con la testa di continuare -come mai vivi con tuo nonno e non nel villaggio con i tuoi genitori?- e Bauke si pentì di aver fatto quella domanda subito dopo averla posta vedendo come lo sguardo azzurro dell'altro si fosse adombrato.

-sono morti quando avevo due anni, mio nonno è l'unica famiglia che mi è rimasta in vita per questo sono qui con lui-

-non dovevo farti quella domanda...scusa-

-non potevi saperlo-

-ma potevo intuirlo...io ho perso mia madre quando avevo cinque anni- si trovò a dire il castano, doveva rivelargli almeno quella cosa giusto per ripagarlo di quella risposta -era malata e...e diciamo che non ha retto gli stenti. Era un periodo di siccità dove il re non aiutava la povera gente e...be' ci è morta- Dakarai sentì un bruttissimo peso gravare sul suo cuore nel sentire quelle parole. Era colpa di suo padre, era colpa della monarchia se la madre di Bauke era morta...era colpa sua. La donna si sarebbe salvata se suo padre non fosse stato così tanto egoista.

-sei davvero molto più grande di me- si trovò a dire Dakarai cercando di cambiare argomento e Bauke rimase un attimo confuso ma poi ipotizzò semplicemente che l'altro volesse scacciare via i brutti ricordi che aveva assalito entrambi

-solo di tre anni in realtà-

-ma hai detto che c'era ancora la monarchia quand...-

-non ho detto ci fosse ancora la monarchia- lo corresse Bauke con un sorriso triste -mia madre è morta per colpa degli stenti dovuti alla polita del re ma...ma è morta un mese dopo che il governatore Kismi è salito al potere...tra qualche giorno sarà l'anniversario- e Dakarai si trovò ad annuire leggermente a quelle parole.

-a proposito di quello...cosa ne pensi della questione del principe?- avrebbe davvero voluto non farla quella domanda, era certo di non voler sentire effettivamente la risposta, ma non era riuscito a trattenersi. No ci era riuscito perché difronte aveva il ragazzo che gli piaceva e che voleva che gli rivelasse qualunque suo pensiero.

-il principe eh?- domandò con un mezzo sorriso Bauke -scomparso per anni, nascosto come la polvere sotto al letto e che tutti credevano morto...spero solo che la sua presenza non porti morti e che chiunque lo abbia nascosto si faccia avanti. Abbiamo già sofferto troppo per colpa della monarchia e non voglio soffrire ancora- e Bauke guardò un momento negli occhi Dakarai senza accorgersi del velo di tristezza che li aveva attraversati -se il re non avesse tolto tutte quelle provviste alla povera gente non solo mia madre sarebbe ancora viva, anche se non avrei Mary che considero come una seconda madre e quelle due pesti- e indicò con la testa i due gemelli -ma sarei un ragazzo normale senza una gamba più corta dell'altra e poco funzionante per via di un'alimentazione completamente sbagliata. Sarei un ragazzo come te se non ci fosse stata la monarchia-

Sotto una mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora