-mie cari sudditi- Kismi mise su il suo miglior sorriso mentre parlava alla folla radunata nella piazza difronte all'ingresso del palazzo dove solo il giorno prima si era svolta la festa per il giorno della liberazione -grazie per essere qui e guardare morire questi traditori- per poco a Dakarai non venne un colpo nel notare come i tre presenti sul palco erano una famiglia e c'era anche una bambina, una bambina che non aveva fatto nulla letteralmente. Il biondo sentì distrattamente la mano di Zogan sul suo braccio segno che l'uomo si era accorto del suo stato d'animo immediatamente. -nel loro cestino non solo non erano presenti prodotti freschi come richiesto ma dei testimoni li hanno anche sentito dire che la giornata di ieri, la fantastica giornata di ieri, non era altro che una farsa. Sono condannati a morte- e dopo aver detto quelle parole ai tre venne messo quello che era un cappio al collo e nonostante Dakarai volesse distogliere lo sguardo, perché non voleva vedere soprattutto la povera bambina morire in quel modo, si impose di restare a guardare. Rimase con gli occhi fissi su quella scena macabra cercando di imprimersi nella mente quello che stava succedendo per ripromettersi che se mai fosse tornato al torno, cosa poco possibile in quel caso, non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere.
Tutto intorno a loro era silenzioso, nessuno dei presenti osava fiatare, nessuno osava difendere quelle povere persone che erano appena morte davanti ai loro occhi solo perché avevano detto una parola di troppo. Dakarai avrebbe davvero voluto fare qualcosa ma anche lui sapeva perfettamente che non sarebbe servito a nulla da morto ed era rimasto immobile ad aspettare che Kismi decidesse di lasciarli tornare ogniuno alle proprie attività.
-bene bene- disse Kismi che sembrava avere altro da dire -questo è solo un piccolo esempio di quello che può succedere a chiunque di voi tenti di mentirmi o anche solo di raggirarmi. Vi ho salvati dall'oppressione della monarchia e non potete ringraziarmi pugnalandomi alle spalle- e l'uomo sorrise ancora di più -e miei cari fedeli ho altro da dirvi, una minaccia incombe su di noi- mormorii terrorizzati si sparsero tra la gente li presente mentre Dakarai corrucciava la fronte confuso da quelle parole: cosa poteva minacciarli in quel momento -il principe Dakarai è vivo- e il biondo cercò di non fare il minimo movimento nel sentire quelle parole anche se era terrorizzato a morte: coma cazzo lo aveva scoperto. -mi dispiace avervi taciuto questo enorme segreto. Quella sera di ventidue anni fa, quando la regina scappò prima di morire si portò dietro il figlio ma al momento della sua morte non era con lei. Lo ha nascosto in uno dei villaggi limitrofi e non noi siamo riusciti a trovarlo e ad ucciderlo in tempo. Il principe, l'erede di quella odiosa e opprimente monarchia è ancora vivo e sarà pronto a distruggere tutti quanti per vendetta. Nessuno di noi è al sicuro perché ci ucciderà tutti quanti- Kismi fece una pausa drammatica mentre Dakarai aveva una voglia matta di uccidere l'uomo che aveva difronte per quelle parole perché la sua vendetta non sarebbe mai e poi mai andata sulla povera gente che non aveva fatto niente ma solo su di lui -prego quindi chiunque di voi ad avvisare nel caso veda un volto nuovo, un ragazzo che possa essere il principe Dakarai. Ricompenserò chiunque me lo porterà, vivo o morto che sia- e Dakarai vide perfettamente il sorriso sadico che aveva messo su l'uomo, il sorriso di chi sapeva che l'avrebbe avuta nuovamente vinta una volta trovato il principe e ucciso. La gente tutta intorno a loro continuava a mormorare, chi per la sorpresa e chi per la paura, ma non fecero di più, semplicemente rimasero tutti ad aspettare che il governatore Kismi se ne andasse per poter tornare ognuno alle proprie mansioni.
Non dovettero aspettare molto prima che il governatore voltasse loro le spalle per ritornare nel castello e la gente iniziò a disperdersi poco alla volta mentre Dakarai continuava a mantenere lo sguardo fisso nella direzione nella quale era scomparso il governatore.
-Wilko- Zogan gli mise una mano sulla spalla cercando di attirare nuovamente la sua attenzione ci riuscì. Non ci volle molto all'uomo per riconoscere negli occhi del ragazzo che aveva cresciuto quella che a tutti gli effetti era rabbia -dobbiamo andare, restare qui non ti farà bene- Dakarai annuì conscio anche che se avesse detto qualcosa avrebbe solo rischiato di peggiorare tutta la situazione già complicata di suo. I due quindi si allontanarono con calma ma Dakarai non riusciva a non pensare a quello che aveva detto il governatore perché con le sue parole non solo aveva fatto si che tutti venissero a conoscenza del fatto che il principe fosse ancora vivo ma li aveva messi tutti contro di lui. Conoscendo come ragionava Kismi infatti nessuno si sarebbe mai sognato di andare contro di lui per proteggere un singolo ragazzo. Nessuno l'avrebbe nascosto, se non Zogan che l'aveva letteralmente cresciuto, e lo avrebbero consegnato alla prima possibilità. Anche solo essere sospettati di star nascondendo qualcosa al governatore era grave e si poteva morire figurarsi farlo realmente.
-almeno ha detto villaggi limitrofi- si lasciò fuggire Dakarai quando arrivarono nuovamente in vista della loro casa e con nessuno in giro che poteva ascoltarsi anche se forse avrebbero dovuto iniziare a prestare ancora più attenzione del solito in tutta quella situazione.
-nessuno penserà mai a te nipote mio- disse Zogan posandogli ancora una volta la mano sul braccio -tu sei nato qui e sei vissuto qui per tutti questi anni-
-spero solo non inizi a far del male alla gente perché non me lo perdonerei mai in quel caso- sussurrò il biondo chiudendo un momento gli occhi.
-non può prendersela con noi se non ha successo e fare una politica del genere non porterebbe a nulla di buono se non a peggiorare l'equilibrio già precario di suo. Deve avere dati certi in questo caso. Non disperare, non farai del male a nessuno stando qui- e Dakari sperava davvero l'altro avesse ragione.
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Sotto una maschera
RomanceLa monarchia è caduta, il re e la regina sono morti. Tutto è nelle mani di un'unica persona che però sta cercando solo una cosa, o meglio una persona: il principino che gli è sfuggito quando ha fatto il suo colpo di stato.