CAPITOLO 1 L'inizio di tutto

95 11 0
                                    

CAPITOLO 1
                      L'inizio di tutto.
Quella sera passai la maggior parte del tardo pomeriggio in bagno a prepararmi. Non sono una ragazza estremamente vanitosa, una di quelle rompiscatole che se non hanno il trucco perfetto non escono di casa, anzi, sono quasi l'opposto. Ma non stasera.
Stento ancora a credere che la mia famiglia e la famiglia di Edward (il tipo che mi piace) mangeremo una pizza insieme e dovrò essere perfetta.
Stavo stendendo ancora il blush quando udii una voce maschile leggermente infantile  chiamarmi.
«Ashly, sono quasi due ore che sei chiusa qui. Dobbiamo andare.» era mio fratello, Lucas.
«Sì Lu, arrivo.»
Diedi un colpo orizzontale con la mano per far aprire la porta scorrevole e davanti ai miei occhi c'era un ragazzino di 11 anni vestito totalmente in nero; l'unica cosa che spiccava agli occhi erano i suoi capelli color miele e le iridi verde chiaro come  le mie: esattamente la mia versione maschile.
Il viaggio in macchina fu silenzioso e per fortuna arrivammo in fretta perché non ero più nella pelle. Ho sempre sognato di mangiare con lui (sì in privato, però) ma mi va bene lo stesso dato che ai compleanni della classe ci limitiamo a scambiare qualche parola. Qualcosa fermò i miei pensieri. Eravamo arrivati. Era arrivato lui.
Dire che era fantastico è dire poco. Portava una felpa blu scuro della Nike, dei jeans scuri e delle Jordan blu e nere ai piedi. Quelle tonalità scure si addicevano perfettamente al viso levigato dalla carnagione rosata e i suoi ricci castani.
Entrammo nel locale e notai che era tutto sulle tendenze del blu e dell'oro. Davvero carino.
Ci sedemmo ad un tavolo ornato con fiori blu e gialli contenuti in un vaso oro così come le decorazioni dei tovaglioli e le posate.
Io ero stata la prima ad accomodarmi, seguita poi da mio fratello e dal resto della comitiva. Lui fu l'ultimo a sedersi e l'unica sedia libera era proprio di fronte a me.
Al sol pensiero che si sarebbe seduto lì, proprio come nei miei sogni ad occhi aperti mi andò l'acqua di traverso e tutti accorsero a vedere come stavo.
«Ashly tutto okay?»
Mormorò mia madre vedendomi tossire
«Sì mamy tutto bene, è stata l'acqua.»
Oltre questo inconveniente cena andò bene, ho chiacchierato molto con Edward e la cosa ha reso  molto più felice la cena, ma poi verso le dieci di sera tutti e quattro gli adulti andarono in bagno. Passarono oltre quindici minuti quindi decisi di andare ad affacciarmi per vedere cosa stesse succedendo anche perché era ovvio che non erano andati in bagno.
Mentre camminavo la mia mente vagava pensando cosa potesse essere accaduto: una discussione con il proprietario, o peggio, tra loro? Ma non era nulla di tutto questo.
Mi avvicinai furtivamente alla porta del bagno e scorsi la figura slanciata e rossa di mia madre. Quel vestito "rosso vermiglio" (come dice lei) era riconoscibile a chilometri di distanza e le stava d'incanto. Ma non era lei il problema, ma piuttosto chi le cingeva la vita; era il padre di Edward. Totalmente sconvolta da ciò a cui avevo assistito scoppiai a piangere rovinando il capolavoro che avevo fatto con il make-up. Non riuscivo a controllarmi era più forte di me. Le lacrime non smettevano di colare insieme al mascara, ma non era finito tutto qui! Per non farci mancare altro proprio in quell'istante arrivò la telefonata di mio padre; lo capivo dal suo tono,era ubriaco e aveva appena fatto una cazzata.
«Ehi Ash!»
Si fermò per qualche istante e capì che stavo piangendo. Una voce femminile dall'altra parte del telefono disse
«L'ha già scoperto?»era la madre di Edward, avrei riconosciuto quel tono di voce lontano un miglio.
Che cavolo stava succedendo? I miei genitori mi mentivano, mia madre e mio padre si tradivano a vicenda con i genitori del tipo che mi piaceva e io me ne restavi qui a fare niente? NO. Non è così che Ashly Robertson affronta le cose. Dove cavolo è finita la vera me? Ah sì ora ricordo. L'ho lasciata 4 anni fa negli occhi di chi amavo e lei ora non esisteva più. Lui mi ha portato via tutto: la ragione, la concentrazione... ma mi ha regalato l'emozione migliore del mondo: l'amore. In tutte le sue forme, verso me stessa verso l'attrazione che provo per lui per gli oggetti o altri esseri viventi impossibili da elencare.
Cavolo. Mi ero persa nei miei pensieri. Di nuovo.
«Papy scusa non ho capito, puoi ripetere?»dissi frettolosamente
«Tesoro, io e Kira partiamo per il Messico. Noi ci amiamo. La mamma già lo sapeva da un po'.»
Ma che ca-! Stoppai i miei pensieri, non volevo dire questo sulle azioni di mio padre ma... DIRMELO? No ovvio ma poi perché proprio oggi? Allora gli feci questa domanda che tanto mi frullava nella testa.
«Papà, ma perché oggi? Perché quando siamo usciti? Non potevi aspettare? Perché?»
«Tesoro, oggi il volo era meno costoso e quindi siamo partiti esattamente ora. Bene, stiamo salendo. Ciaooo!» e attaccò.
Mi diressi immediatamente al nostro tavolo dove mio fratello e Edward stavano chiacchierando. Ancora.
«Ragazzi, non potete capire che è successo...» e raccontai loro tutto, per filo e per segno.
Quando finii la figura snella di mia madre picchiettò sulla mia spalla con un dito.
«Ashly, Lucas, dobbiamo andare.»
«Sì mamma.» risposimo in coro io e mio fratello.
Pagammo la nostra parte di cena e salimmo tutti e tre in auto.
Stammo in silenzio per tutto il tempo del tragitto e se fossi rimasta un minuto in più in quella macchina probabilmente mi sarei messa a piangere.
Il "click" della chiave nella serratura della porta di casa interruppe il silenzio e appena la porta fu spalancata scappai in camera.
Tolsi le air-force e le lanciai in un angolo della camera poi mi sfilai i cargo neri che coprivano le mie gambe esili e lunghe e infine tolsi anche la felpa. Ero svestita solo l'intimo copriva le mie parti più sensibili.
Poi un brivido di freddo mi assalì e allora decisi di indossare il pigiama. Mi vergogno al quanto di indossare  quel pigiama. Era dotato di un pantalone grigio freddo a fiori rosa e la maglia abbinata del medesimo colore dei fiori. Ero cinge. Molto.
Quel pigiama era davvero vecchio; quanto poteva avere? Un paio d'anni? Non lo ricordo alla perfezione.
Stavo per mettermi a letto, avevo controllato appena l'orario. Dieci e quarantadue minuti. Davvero presto per essere sabato ma ero troppo stanca. Di nuovo qualcuno interruppe i miei pensieri. La porta si spalancò. Era mia madre.
«Tesoro,dobbiamo chiarire.»
«Mamma non penso sia il caso.»
«Non è una domanda, bensì un'imposizione, quindi...»
Si accomodò sul mio letto in un modo goffo, ci mancava solo cadesse e lo spavento le fece mormorare un "hop-là".
«Tutto iniziò quando io e tuo padre incontrammo i genitori di Edward, due persone piene di qualità positive. Restammo colpiti dalla loro personalità e soprattutto dalla loro bellezza però questo lo pensammo solamente: non avevo ancora intenzione di tradirlo...»
«E menomale!» mi scappò una parola di troppo ma mia madre non ci fece caso e proseguì.
«Avevamo continuato a frequentarci tutti e quattro quando poi però gli incontri si trasformarono in vere uscite romantiche di tradimento, io non ressi più e lo dissi a tuo padre, ma la cosa sconvolgente è che anche lui si vedeva con Kira, la madre di Edward e allora decidemmo di lasciarci. Ma non abbiamo mai divorziato ufficialmente, poi lui stasera è partito per il Messico.»
«Mamma papà mi ha detto che già lo sapevi.»
«Sì ma volevo rendere la questione della separazione ufficiale...»
Un tonfo. La porta si aprì, di nuovo. Stavolta era mio fratello.
«Ah, quindi hai ben pensato che noi, i tuoi figli non contiamo nulla e lo dobbiamo sapere all'ultimo minuto, vero?»
Mia mamma era furibonda ma lo nascose.
«Lucas non è andata così!»
«A me pare proprio di sì!»
Mio fratello era incazzato nero, si prenderà una sgridata, se continuerà.
«Vai in camera tua, non sei abbastanza maturo per questo discorso!»
Ecco, lo sapevo.
La voce di mio fratello si sentiva oltre la porta:
«Ci sto andando!»
E poi nulla, silenzio assoluto.
Mia madre prese un respiro e continuò.
«Si trasferiranno qui da noi domani mattina.»
Chiuse la porta e se ne andò lasciandomi sola con i miei pensieri e le mie paure.
Perché. Domani. Mattina?
Perché tutto così affrettato?

MADAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora