CAPITOLO 33 Auguri agli sposi.

18 3 0
                                    

EPILOGO. 32
                         Auguri agli sposi!
L'ANNO SUCCESSIVO
Ashly
Il vestito bianco che indossavo aderiva perfettamente al mio corpo. Era un preziosissimo abito bianco modello sirena decorato con delle rose rosse che avevo legate in vita e sui capelli.
Avevo chiesto a tutti gli invitati di indossare almeno un indumento rosso in occasione del Natale.
Mio padre mi afferrò sotto il braccio e iniziammo a percorrere il corridoio della chiesa, anche lì era pieno di rose rosse, (il mio colore preferito).
Quando arrivai di fronte all'altare, Edward mi aspettava in smoking nero con una cravatta rossa che risaltava molto.
Era bellissimo.

Edward
«...E vi dichiaro marito e moglie.»
Quando il prete pronunciò quelle parole, qualcosa dentro di me mi obbligò a baciarla e a renderla la mia.
Ci baciammo intensamente come se fosse l'ultima volta.
«Ti amo tanto, tanto.» sussurrò sulle mie labbra.
«Anche io.» ammisi.
Sentimmo dei gridolini provenire da destra e da sinistra.
Erano Jhon e Charlotte con Robert e Chloe che ci facevano da testimoni, come damigelle e pagetti d'onore c'erano: Makaila, Louis (il figlio di Makaila), Lucas e Zoe.
Il tempo di un altro bacio che tutti gli invitati si erano precipitati fuori la chiesa per lanciarci il riso addosso.
«Dai, ragazzi! Così mi scompigliate i capelli!» brontolò con finto atteggiamento Ashly.
«Shhh. Con il riso in testa sembri ancora più bella.»

Makaila
Presi Louis in braccio perché per l'ennesima volta cercava di scappare e nascondersi tra le sedie e i tavoli del ristorante.
Era il periodo più brutto, penso; perché scappava ovunque alla scoperta del mondo e io mi facevo venire il mal di schiena a stargli intorno. Menomale che con la sua chioma rossa come il rame e i suoi occhi identici ai miei, era riconoscibile lontano un miglio.
Ashly mi si avvicinò. «È scappato ancora, Eh?» mi chiese.
Sbuffai. «Lasciamo proprio perdere, Ash. Devo fare tutto da sola e le mie sorelle non bastano.
Eh già, io sono la più piccola di tre sorelle che si facevano in quattro per me per farmi studiare e per riuscire a mantenere Louis. Ci eravamo fatte un appartamento tutto nostro dopo il mio parto perché mamma e papà hanno cinquant'anni passati e non possiamo dare loro altro fastidio.
In quell'esatto momento mi chiamò Ariana, la primogenita.
«Ari, che c'è?»
«Tutto apposto? Vuoi che io o Lisa veniamo? Magari ci portiamo Louis.»
«Magari venite a prenderlo più tardi perché sicuro non reggerà fino a stanotte.»
Era difficile crescere un figlio senza un marito e senza una dipendenza economica, visto che io ero ancora all'università e vivevo grazie alle mie sorelle. Anche i miei amici si erano rivelati molto disponibili da quando avevo messo al mondo mio figlio e sono grata a loro, per questo.

Chloe
Sono estremamente felice che Charlotte sia ritornata nel nostro gruppo di amici e che siamo tornati a uscire tutti e sette insieme, anche con il figlio di Makaila, il più delle volte.
Per l'occasione io e Charlotte, che eravamo le testimoni insieme ai nostri fidanzati, indossavamo lo stesso vestito rosso mentre le damigelle avevano un modello diverso ma il colore uguale al nostro.
«Ragazzi ma questo antipasto è delizioso.» commentò Charlotte.
In lontananza vidi il fratello di Ashly parlare al telefono con qualcuno.
«Lucas, con chi parlavi?» chiesi. «Era la tua fidanzatina vero? Ormai tra poco compirai diciassette anni, puoi dircelo a noi.» poi abbassai la voce per non farmi sentire dagli altri presenti. «Non lo dico a tua sorella, sta' tranquillo.»
«Ma ti pare che te lo dico?!»
«Ma dai! Ci conosciamo da quando tua sorella è piccola.»
Sbuffò, esasperato. «Okay... era... un ragazzo.»
Restai con la bocca spalancata. «A te... a te piacciono i...» biascicai, incredula.
«No. Mi piacciono le ragazze *e* i ragazzi. Non mi faccio problemi sul sesso di una persona. Mi attrae e basta. Maschio o femmina che sia.» disse con naturalezza.
«Oh, bhe... giusto. Perché hai deciso di dirlo prima a me?»
«Perché sei l'unica che me l'ha chiesto.»
«Bhe, comunque vada, penso che dovresti dirlo a tua sorella. E complimenti per la maturità, non tutti reagiscono così.»

Robert
«Allora, Chloe...» le chiesi. «...ti stai divertendo?»
Lei mi guardò con un'espressione accigliata.
Prese un sorso dello champagne che le avevano versato e rispose. «Sì. Mi piace quest'arietta. Non vedo l'ora che andiamo a giocare a palle di neve.»
«Andremo a giocare a palle di neve?»
«Sì. È una sorpresa per tutti gli invitati.» affermò.
«Devo distruggerti.»
«No. Io distruggerò te. È una battaglia maschi contro femmine, come all'asilo? Lo so ma sarà divertentissimo colpire i nostri fidanzati.»
«Già, già. Proprio divertente.»

Charlotte
Ero in bagno a ritoccarmi il trucco. L'ombretto faceva un piacevole contrasto con i miei occhi azzurri.
Sistemai i miei ricci tutti su un lato e indossai i guanti.
Uscimmo tutti fuori e ci dividemmo in due gruppi: maschi e femmine.
Ogniuno di noi prese una manciata di neve e...
Ashly urlò: «Tre... due... uno... che la battaglia di neve abbia inizio!»
            
Jhon
Eravamo più di cento persone divisi in maschi contro femmine, vestiti in rosso che giocavano a palle di neve il pomeriggio di Natale.
Questo sì che è un matrimonio alla "Ashly ed Edward".
Io stavo studiando per diventare un cardiologo e mi ero appassionato così tanto allo studio che avevo dimenticato i piaceri della vita come uscire con gli amici, dedicare un po' di tempo a Charlotte da quando ci siamo rimessi insieme e cose del genere.
Una palla di neve mi colpì in pieno viso.
Charlotte mi fece la linguaccia e il suo piercing alla lingua diventò visibile.
«Ti ho colpito, Jhon!»
«Ragazzi, le ragazze sono in vantaggio! Diamoci da fare!» ordinò Edward.
«Agli ordini, signor sposo.» lo presi in giro.
Lui mi scoccò un'occhiata di disapprovazione ma non ci fece molto caso.
Dopo poche ore arrivammo alla conclusione della festa e osservammo un vero spettacolo con i fuochi d'artificio, un buffet di dolci preparato da Edward e il lancio del bouquet in cui Charlotte prese il mazzo di rose rosse. Ora mi toccava organizzare anche un matrimonio!
La mia ragazza mi raggiunse in auto.
«Voglio anche io un matrimonio come questo.» affermò mentre si toglieva i tacchi.
Afferrai l'anello di fidanzamento e glielo porsi. «Perché non darti quest'altra soddisfazione, principessa?»
«Vuoi dire che...» disse tra le lacrime di gioia.
«Era tutto organizzato. Ti avrei chiesto di sposarmi il venticinque dicembre, al matrimonio dei nostri amici a ritorno dentro la macchina.»
«Pianifichi tutto...» commentò.
«Puoi dirlo forte!»

MADAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora