CAPITOLO 29 Organizzazione.

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«Buonanotte.» salutammo in coro quando rientrammo.
Kira stava vedendo un programma a me sconosciuto nella televisione.
«Buonanotte ragazzi, tra poco vado a dormire anche io. Prego salite.» ci indicò le scale.
Salimmo le scale in rigoroso silenzio, per non far svegliare mio padre che era già crollato.
Ci mettemmo in pigiama.
Henry e Makaila unirono i loro sacchi a pelo in una specie di tappeto gigante che sarebbe funto da letto matrimoniale.
Edward invece decise di dormire con me nel mio letto.
«Buonanotte a tutti, ragazzi.»

LA MATTINA DOPO...
«Ashly, svegliati! Ash!» qualcuno mi richiamò.
«Mhhh...» affondai la testa dentro il cuscino. «Che c'è?»
«Davis ha lasciato un nuovo biglietto.» spiegò una voce che sembrava essere di Edward.
«Cosa? E cosa c'era scritto?» domandai in preda al panico.
Mi porsero un foglietto come quello dell'indovinello solo che qui c'era scritto...
«"Che la battaglia abbia inizio". Ma che vuol dire?»
Edward mi si posizionò davanti. «Che la vuole fare finita una volta per tutte.»
«...E noi abbiamo bisogno di alleati per vincere contro di lui.» affermò Henry.
«Mettiamo da parte le litigate. Il futuro prima di tutto.» ordinò Makaila.
«Ci sto.» confermai.

TORNATI A LOS ANGELES...
«...Per questo Ashly è qui con noi a Los Angeles.» spiegò Makaila agli altri nostri tre amici.
Chloe, Robert e Jhon si guardarono in faccia. «Noi ci stiamo.»
Poi, bussammo a casa di mia madre e di Roger.
Mia madre ci aprì.
«Ciao, mamma.»
«Oh... Ashly. Ciao. Come mai sei qui?»
«Fai venire Roger e Lucas qui.» dissi.
Io più il mio gruppo di amici (Chloe, Robert e Jhon compresi) spiegammo anche a loro la nostra situazione.
«Io ci sto, naturalmente.» confermò mio fratello.
«Non avevamo dubbi, Lucas.»  lo presi in giro.
«Ah, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, siamo stati io e Roger a metterci in questa situazione, quindi vi aiuteremo a tirarvi fuori.»
«Sì perché è te che cerca, papà!» disse Edward.
«Shhh! Zoe sta dormendo.» lo zittì mia madre.
«Secondo te dovremo invitare anche...»
«No! Ashly non dirlo!»
«...zia Rosy»
«Perché dovremo invitare quella vecchia ritardata?» bisbigliò mio fratello, per non farsi sentire da mia madre, che era la sorella minore di zia Rosy.
«Perché può distrarre Davis.» spiegai.
Lucas sospirò. «E va bene.»

LA NOTTE SEGUENTE...
«Ashly ed Edward, perché cazzo ci avete fatto venire qui a l'una di notte?» domandò Robert.
Era notte fonda e noi stavamo in soffitta, dove stava la piscina ormai vuota, ci avevamo messo un tavolo con tutte le informazioni e le prove su Davis.
«Fate silenzio e venite tutti qui.» ordinai.
«Mi piace quando fai la tosta.» sussurrò al mio orecchio Edward.
La sua mano risalì dalla mia coscia fino al seno.
«Edward, la mano te la taglio se non la levi da dosso mia sorella.» lo sgridò Lucas.
Henry in quel momento sbucò da non so dove. «Avranno scopato tante di quelle volte, Lu. Di che ti preoccupi?» gli chiese.
«Ma che...? È di mia sorella che stiamo parlando, stai attento a cosa dici...» disse a Henry. «E tu a ciò che tocchi.» si riferì ad Edward.
«Guarda che Henry lo fa con tutti.» rassicurai mio fratello.
«Bhe, con te no.»
«Ma dai non fare il fratellino geloso!» lo presi in giro.
In quel preciso istante entrò mia madre con Roger e la zia Rosy.
«Oh! Quanti giovanotti che ci sono!» esclamò portandosi le mani al petto.
Aveva un vestito lungo e largo blu con dei pois blu, i capelli biondi e grigiastri erano portati corti in un caschetto mosso come quello di Makaila, più o meno.
Si avvicinò al tavolo.
«Oh ma allora è una cosa seria, seria...»
«Sì, Rosy, ora silenzio che mia figlia deve spiegare.» la riprese mia madre.
«Allora ragazzi, il piano è questo: oggi, al tramonto del sole, andremo al nightclub di Mirko Davis e gli terremo una specie di attentato. Ognuno andrà con un arma a portata di mano e non abbiate paura ad usarla, okay? Loro sono molto più pericolosi.» dissi.
«Ora vi assegneremo i ruoli.» annunciò Edward.
«Ashly, tu verrai con me e mio padre dentro l'ufficio di Davis. Cercheremo di ferirlo e se vuole ucciderci... non esitare a farlo anche tu.» mi ordinò.
Annuii.
«Signora Rosy, Rebéca e Lucas, voi starete di vedetta fuori, naturalmente anche voi armati. Se le guardie del club escono fuori, chiamateci e ce ne torniamo; casomai riverremo un altro giorno. Però voi comunque siete armati quindi cercate di ferirli a tutti i costi.»
Anche loro annuirono senza fare troppe domande. Molto strano quando si parla di zia Rosy.
«Per quanto riguarda voi altri...» si riferì a Makaila, Hanry, Chloe, Robert e Jhon. «Voi farete andare via tutti i clienti e cercherete di ferire le guardie.»
Poi decisi di prendere la parola io.
«E mi raccomando: a costo della vostra vita, ragazzi. Mi raccomando.»
In quel momento, Kira e mio padre entrarono qui in soffitta.
«Avete bisogno di qualcun altro, ragazzi?»
Io corsi ad abbracciare Kira e mio padre.
«Edward, abbiamo una parte da dare loro?»
«Sì. Kira, tu darai una mano a stare di vedetta. Tu, Christopher, starai dentro con i ragazzi a fare loro una mano.»
«Perfetto.»
«Grazie, figlio mio.» lo ringraziò Kira.
«Okay, ora andate a riposare. Stasera ci aspetta una lunga notte.» annunciai.
Io ed Edward aspettammo che  tutti scendessero le scale per stare un po' da soli.
«Allora, che facciamo?» chiese.
«Ho paura di perderti, mio principino misterioso.»
«Non succederà, madame.»
«E se dovesse succedere io...» balbettai.
«Shhh. Non mi succederà niente.» mi diede un bacio per calmarmi.
«Ti amo.»
«Anche io ti amo.» disse. «E adesso riempiamo la piscina.»
«Perché?» chiesi. «È novembre.»
«Non sai cosa ti devo combinare, qui dentro.»
Ma...
Siamo a casa nostra. 
«Dai!»
«Inizia a correre.» mi intimò.

MADAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora