CAPITOLO 9 Anno nuovo.

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«Buon anno, amore mio.»
Furono queste le ultime parole che sentii prima di crollare in un sonno profondo.
La mattina seguente mi risvegliai con un forte mal di testa, i vestiti di ieri, Edward addosso...
Edward addosso.
I capelli morbidi mi solleticavano le guance; mi veniva voglia di toccarli.
Il suo respiro regolare mi regalava piccoli brividi.
È strano avere tuo un ragazzo che hai sempre desiderato; scopri che anche la più minima fantasia come tenergli la mano, una cosa irrealizzabile, è possibile. Perché finalmente è tuo. E lo sarà per sempre.
«Buongiorno, madame.»
La sua voce mi fece trasalire.
Rivelò due iridi castane che con le prime luci del mattino risultavano ancora più particolari.
Mi scostai di lato per fargli un po' di spazio.
Io però non ero a contatto con il divano, c'era qualcosa sotto di me: la felpa di Edward.
Era a petto nudo vicino a me su un divano.
I miei sogni si sono realizzati, ragazzi: posso morire tranquillamente, ora.
«Ma... mi sono addormentata prima del conto alla rovescia...» biascicai.
«Non fa niente; ti ho fatto gli auguri, io»
«E come? Togliendoti la felpa e addormentarti addosso a me?»
«Anche quello può essere un bel regalo, ma... guarda il mio collo.»
Inclinò il capo di lato e mi mostrò un segno rossastro.
Non dirmi che...
«L'artefice sei proprio tu, quindi ho deciso di fare questo "regalino" anche a te.»
Rotolai sul lato e finii sul pavimento.
Mi precipitai al primo specchio che mi capitò davanti e osservai il mio collo.
Un'alone rosso.
Provocato dalla collisione dei denti di Edward e la mia pelle.
Non sapevo cosa provare; felicità o imbarazzo?
Per una delle due emozioni arrossii e mi voltai verso Edward.
Era sdraiato su un fianco con la mano che gli reggeva la testa e un sorriso beffardo che gli tagliava il viso.
Era veramente divertito per la mia reazione oppure stava solo fingendo? Come aveva detto ieri: io vedevo un sorriso ma non potevo sapere cosa si celava sotto di esso.
Cosa c'era sotto Edward Brown?
Era tutta una maschera quella del ragazzo perfetto, divertente e palestrato?
E poi, mi avrebbe mai mostrato quel lato?
«Cosa c'è? Che guardi?»
«Tu sei impazzito... se mia madre mi becca io sono...»
Non mi fece continuare perché mi zittì con un bacio sulle labbra.
Mi afferrò la vita e mi avvicinò a sé.
La me di un anno fa se le sarebbe sognate tutte queste attenzioni da parte di Edward!
«...Fottuta? So che lo saresti, ma, si sa: "per amore si fa tutto".»
«Abbiamo dormito insieme e abbiamo solo quattordici anni... forse è troppo presto.»
«Non c'è un età adatta per amare. Si ama e basta. Quando ami qualcuno, il tuo cuore è già pronto quindi non bisogna farsi paranoie su cosa è giusto e cosa no. Vivi il momento finché dura perché non si può mai sapere se domani ti alzerai e deciderai di non amare più.» Mi diede un bacio sulla guancia. «Ora vieni, ti devo portare in un posto.»
«Ma è l'alba.» protestai.
«Proprio per questo. Seguimi.» aggiunse facendomi l'occhiolino.
Era irresistibile quando faceva così.
Mi fece salire le scale del piano superiore e mi ritrovai su un balconcino sopra il tetto della casa.
Il bianco della pittura rifletté perfettamente i colori rosati dell'alba e la figura di Edward venne inondata da scie color caramello.
«L'alba ti sta addosso perfettamente.» constatai.
«Tu mi stai ancora meglio.» scherzò.
Gli tirai uno schiaffetto affettuoso sul naso perfetto. «Scemo.» lo apostrofai.
Mi diede un bacio a fior di labbra. «Dobbiamo andare sennò gli altri si insospettiscono.»
«Okay.»
«Ti aspetto in sulla moto!» annunciò e iniziò a correre.

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