Capitolo 18: "Vi perdono"

176 34 122
                                    

Diana, perplessa, cercò di ricollegare quella voce ad un volto.

-Chi sei? Come fai a sapere il mio nome?-

-Ma come, non mi riconosci. Abbiamo vissuto così tanto tempo insieme.- il ragazzo tolse il cappuccio del mantello, rivelando un viso già noto.-

-Ma tu sei...-

-Sì esatto sorellina. Sono Benjamin-

-Cosa ci fai qui?-

-Io dovrei spiegarti alcune cose, ma prima di farlo vorrei porti le mie più genuine scuse. Mi dispiace averti presa in giro, esclusa dalla famiglia, non averti aiutato quando quella feccia di nostro padre abusava fisicamente di te. Mi dispiace di non averti salvata quella notte, in cui papà ti aveva stuprata. Io avevo visto tutto ma ero troppo impaurito per agire.-
-Lo capisco Benjamin, ti perdono-

Il suo sguardo, composto da occhi leggermente affusolati agli angoli guardavano Diana intensamente. Mentre le labbra del ragazzo sorridevano, illuminando la sua espressione.

Diana si avvicinò al fratello. Era stupefatta: dopo sette anni lo aveva rivisto. Era totalmente diverso, come se il padre avesse perso l'influenza che aveva verso il figlio.

Pov di Diana:

Rivederlo dopo tutto quel tempo era veramente strano. Non mi era mancato, in verità, però sentivo che qualcosa in lui era cambiato.

Benjamin mi porse la sua mano, tremava, vidi una lacrima rigargli il viso che aveva una pelle ruvida e numerose lentiggini. Presi la sua mano, ero emozionata, il suo tepore mi trasmetteva sincerità ed amore fraterno.

-Diana, io devo farti vedere una cosa. E poi spiegarti tutto quello che è successo dopo la tua scomparsa.-

-Va bene.-

Il passo di Benjamin rispetto al mio era molto veloce.

Sembrava ansioso.

Non so se preoccuparmi in realtà, ho solo il terrore di essere ritrovata dai soldati, o da Vance.

Le fronde degli alberi si fecero sempre più fitte. Nonostante fosse giorno il sole era nascosto e raramente i raggi riuscivano a fare capolino per illuminare i ciuffetti d'erba.

Delle luci di colori sgargianti disegnarono un lungo sentiero. Il terriccio era ricoperto da sassolini e i miei piedi nudi cominciarono a risentirne, avevo numerosi graffi e ferite aperte.

Di fronte a noi, maestoso, si mostrò un tronco di un albero che non presentava chioma.

Girandomi intorno vidi tanti fiori di glicine, i miei preferiti. Ed in sottofondo sentivo il fruscio di un fiume che terminava in una piccola cascata.

L'ambientazione incantata rendeva tutto più suggestivo.

Concentrandomi verso la direzione di Benjamin, vidi una grande tenda in stoffa con un ragazzo all'esterno che accendeva un fuocherello ed una donna che raccoglieva dei fiorellini per terra.

-Benjamin,  chi sono queste persone?-

La donna alzò il capo, spostò i capelli castani dal viso, e tra le rughe riconobbi quello sguardo dolce.

Mamma? Lei, era viva.

-Madre, siete vo- - la donna mi interruppe.

-Diana! Benjamin ti ha trovata finalmente, dopo tutti questi anni è un vero sollievo.-

Mia madre si avvicinò a me. Prostrando le braccia e attorcigliarle in un abbraccio.

Non era possibile.

Death is Life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora