Capitolo 1 - Fiori Lilla

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Un campo di lavanda si estendeva per tutto l'appezzamento di terra ai piedi del castello, sprigionando un profumo intenso, floreale e pulito, che permeava l'aria di una dolce fragranza

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Un campo di lavanda si estendeva per tutto l'appezzamento di terra ai piedi del castello, sprigionando un profumo intenso, floreale e pulito, che permeava l'aria di una dolce fragranza. Durante la stagione di fioritura, i fiori viola si mescolavano con l'azzurro del cielo, creando un contrasto di colori così vivace da sembrare quasi surreale. Guardando all'orizzonte, l'immensità di quel terreno sembrava infinita; i toni del lilla e dell'azzurro si fondevano in un colore cobalto, lo stesso dei profondi occhi della ragazza che aveva scoperto quel paesaggio maestoso.

Liliac era seduta al centro del campo, intrecciando con delicatezza due steli di lavanda, creando una coroncina per sua sorella. Ormai era diventata abile in quest'arte, dopo aver passato tanto tempo a esercitarsi, e Iris lo sapeva bene. Ogni primo giorno della settimana, nella stagione giusta, Liliac si recava in quel luogo incantato e confezionava per lei un nuovo accessorio, fatto interamente di lavanda. La coroncina poteva durare al massimo una settimana prima di seccarsi completamente, motivo per cui Liliac doveva tornare periodicamente. Tuttavia, non le dispiaceva affatto. Restare immersa in quell'immensa bellezza la rilassava e le faceva dimenticare, anche solo per un po', tutti i suoi doveri, obblighi e regole che la tormentavano ogni giorno. Certo, una volta tornata al castello, questi le si rovesciavano addosso come pioggia gelida.

Lei doveva essere perfetta e il fatto che non lo fosse per niente, faceva infuriare la sua famiglia. Non le piacevano le regole, e per questo non era incline a rispettarle. Tutto quello che riguardava il buon costume, il galateo e tutte quelle smancerie per l'accoglienza di un ospite, non lo sopportava. Ma la cosa che più le pesava nello stomaco, come grossi macigni bollenti, era il matrimonio combinato. Non poteva sopportare l'idea di essere promessa in sposa a un vile qualunque in cambio di ricchezza e aiuto militare. Si sentiva tremendamente paragonata a un oggetto, senza potere decisionale, senza sentimenti e senz'anima. Ma tutti i cavalieri che erano giunti al castello per candidarsi come mariti, erano disposti a pagare per averla, cedendo così alla parola di suo padre. Nessuno la voleva con sé per amore.

Come poteva sopportare che suo padre cedesse per così poco la sua unica figlia in vita? Lei non aveva valore, se non sentimentale. Quanto invidiava quegli innamorati di cui leggeva nei libri della sua biblioteca. Loro lottavano, tanto e contro tutti, ma riuscivano ad ottenere il lieto fine sperato.

Liliac si asciugò una lacrima solitaria sulla sua rosea guancia e sospirò; ogni volta che deviava su quei pensieri, il cuore faceva fatica a reggere le spiacevoli emozioni che le suscitavano. Si costrinse a meditare su qualcos'altro e il suono del campanile che segnava le undici la riscosse di fretta. Doveva tornare al castello a breve e doveva anche passare da sua sorella.

Chiuse con un nodo la coroncina, ammirò il suo operato, soddisfatta, e si alzò da terra.

Se solo sua madre avesse visto il suo vestito così sporco, l'avrebbe sicuramente rimproverata. Il tessuto, che in precedenza era color panna, ora era a macchie marroni e verdi. Cercò di pulirlo, sfregando le mani sullo sporco, ma fu inutile. Pensò, una volta al castello, di entrare dalle stalle, così da poter evitare di incontrare qualche suo familiare che potesse vederla in quello stato. Non aveva per niente voglia di essere punita.

The Perfect Symphony - Di Domenico AlessiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora