Capitolo 16 - Colpi

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Successe tutto in un attimo

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Successe tutto in un attimo. Un istante prima, Liliac era paralizzata, il respiro bloccato dalla tensione, e l'istante dopo si ritrovò spinta contro il muro con una forza che le tolse il fiato. Il colpo non fu doloroso, per fortuna, ma la lasciò stordita per un attimo. Si accarezzò la guancia già livida, pregando che non si fosse aggiunta un'altra ferita alla sua collezione.

Cercò di rimettersi in piedi, ma il caos che le si era scatenato intorno la lasciò disorientata. Quando finalmente riuscì a concentrarsi, la scena che le si presentò davanti agli occhi era brutale. Paul era sopra Felipe, a cavalcioni sul suo corpo, e colpiva con una violenza cieca, spinta da un'ira primitiva che Liliac non aveva mai visto nel volto calmo e affettuoso di suo fratello. Ogni pugno che sferrava faceva schizzare sangue dal viso di Felipe, coprendo il pavimento e imbrattando le mani di Paul.

Le urla di Monique e Arianne risuonavano nella sala come echi lontani, entrambe si erano ritratte terrorizzate, gli occhi sgranati e le mani tremanti, incapaci di muoversi, paralizzate dal terrore. Arianne sembrava sul punto di svenire, ma Liliac non riusciva a provare nulla per lei, solo disgusto.

Paul non si fermava. Un altro colpo, ancora più violento, si abbatté sul viso di Felipe, il suono sordo delle ossa che si spezzavano rimbombò nella stanza. Liliac osservava, il respiro mozzato, le mani tremanti, incapace di intervenire. Una parte di lei pensava che Felipe meritasse ogni singolo colpo. Meritava di sentire quella rabbia, meritava il dolore, meritava di soffrire. Aveva distrutto troppo, troppa fiducia, troppo amore. Aveva picchiato Liliac e rovinato il matrimonio di Paul con il suo tradimento anche se Paul non lo sapeva ancora.

Ma all'improvviso, Felipe, con un'astuzia che sembrava sfidare il dolore che provava, riuscì a ribaltare la situazione. Con uno sforzo disperato, afferrò Paul e lo spinse a terra, prendendo il sopravvento. Ora era lui a colpire. Il viso di Paul divenne il bersaglio della sua furia, i suoi pugni scendevano rapidi e violenti, accompagnati dal suono soffocato dei gemiti di Paul, troppo stordito per difendersi.

"No!" Liliac gridò, la sua voce roca e graffiata dalla disperazione. Sentiva la gola bruciare mentre cercava di far uscire quel grido. "Lascialo! Lascialo subito!" urlò ancora più forte, la paura e l'adrenalina si mescolavano nel suo corpo come un fuoco incontrollabile. Senza pensarci, si lanciò su Felipe, afferrandolo con tutte le sue forze. Le mani tremavano mentre si aggrappava alla sua schiena, cercando di tirarlo via da suo fratello, di fermare quei pugni che sembravano non avere fine.

Ma sapeva che la sua forza non era sufficiente, che contro un uomo come Felipe non avrebbe mai avuto una possibilità. Eppure, la paura le diede una lucidità feroce, una risolutezza che non aveva mai conosciuto prima. Mentre Felipe sollevava un braccio per colpirla, senza pensarci, affondò i denti nel primo pezzo di pelle che trovò scoperto: il collo.

Il grido di Felipe squarciò l'aria, un urlo bestiale, pieno di dolore e sorpresa. Liliac sentì il sapore metallico del suo sangue nella bocca, un sapore che la fece rabbrividire, ma non mollò la presa finché non fu sicura che lui si stesse staccando da Paul. Solo allora, con il cuore che le batteva furiosamente nel petto, si ritrasse velocemente, sputando il sangue con disgusto.

The Perfect Symphony - Di Domenico AlessiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora