Capitolo 7 - Trasparente

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Era passata di molto la mezzanotte, ma Liliac e Thomas non erano per niente stanchi

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Era passata di molto la mezzanotte, ma Liliac e Thomas non erano per niente stanchi.

Liliac era seduta sul davanzale della finestra aperta, il suo viso illuminato dalla luce argentata della luna. Le tende mosse da una leggera brezza notturna accarezzavano le sue spalle come mani invisibili. Con lo sguardo basso, immersa nei suoi pensieri, cercava di produrre teorie logiche sul perché un bel ragazzo inglese fosse comparso nella sua libreria. Thomas, appoggiato sulla scrivania della ragazza, con braccia e gambe incrociate, non poteva fare a meno di guardarla di sottecchi. Lo affascinava come assottigliava gli occhi chiari mentre pensava intensamente, e il movimento ripetitivo delle sue dita che arricciolavano una ciocca dei suoi lunghi capelli mossi.

"Io opterei per un rapimento" disse Thomas dopo lunghi istanti silenziosi, il tono leggermente ironico ma con un sorriso che non riusciva a nascondere.

Liliac finalmente lo guardò, e lui si fece scappare un piccolo sorriso. Non lo pensava veramente, ma tentava di alleggerire il momento.

"Mi hanno addormentato e mi hanno trascinato fino qui" concluse, divertito.

"Non avete aperto gli occhi mentre eravate in piedi? E non avete detto di aver firmato quell'accordo solo tre giorni fa?" chiese Liliac seria, con la fronte leggermente corrugata.

"Sì, certo che è così. E mi chiederete, come avete fatto ad essere addormentato ed in piedi nello stesso momento?"

"Infatti, è logicamente sbagliato, se davvero fosse ..." partì alla carica Liliac, gesticolando per rendere più forte il concetto, le sue mani delicate che si muovevano in aria come in una danza.

"Stavo solo scherzando" la bloccò Thomas sorridendo, alzando le mani in segno di resa. Liliac si incupì, il suo sguardo diventò una lama di ghiaccio.

"Come potete pretendere che vi creda se voi scherzate?" alzò la voce la ragazza, il tono tagliente come il filo di una spada.

"Stavo solo cercando di rendere meno pesante la situazione, chiedo scusa" rispose Thomas con sincerità, il viso contrito. Le sue parole risuonavano come una melodia stranamente dolce nelle orecchie di Liliac.

Liliac si sorprese. Un uomo che chiede scusa? Era sicura che non si sarebbe mai più dimenticata di aver assistito ad un evento simile. Mai, in vita, aveva sentito o visto un uomo ammettere le proprie colpe, spontaneamente.

"Voi che mi chiedete scusa?" domandò Liliac, esterrefatta, la sua voce un sussurro incredulo.

"Sì, non volevo scatenare la vostra ira nuovamente, scusate." Thomas la guardò con occhi sinceri, e il suo viso era un libro aperto.

"Non potete capire quanto questa cosa mi sorprenda" Liliac si alzò in piedi, il cuore che le batteva forte nel petto.

"Non capisco" la guardò in modo curioso, "Cosa vi sorprende?"

The Perfect Symphony - Di Domenico AlessiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora