Capitolo 8 - Chiave di violino

32 7 21
                                    

Fuori dalla finestra aperta, il sole stava timidamente iniziando a salire, colorando il cielo e la libreria di calde tonalità arancioni e rosate

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Fuori dalla finestra aperta, il sole stava timidamente iniziando a salire, colorando il cielo e la libreria di calde tonalità arancioni e rosate. Un uccellino cinguettava allegramente sul davanzale, riempiendo l'aria di una melodia gioiosa. Nel frattempo, i fabbri iniziavano a lavorare, i primi suoni metallici del ferro battuto riecheggiavano nell'aria, e i cavalieri marciavano per gli immensi prati, spezzando il silenzio di quella stanza con il ritmo cadenzato dei loro passi.

Liliac era seduta immobile da molto tempo. I suoi occhi guizzavano velocemente tra lo spartito, le sue mani tremanti e il posto ormai vuoto in cui solo poco tempo prima era stato seduto Thomas. Il suo respiro era alterato; le sue spalle si alzavano e abbassavano velocemente. Era scossa per quello che era successo.

Si chiese più volte se tutto quello poteva essere stato un sogno oppure se era stata la realtà, e comprese che per capirlo avrebbe dovuto riprovare a suonare quel brano. Ma per quanto tentò di autoconvincersi, non ci riuscì. Era spaventata, incredula e non credeva di potersi fidare della sua testa. Pensò che se avesse suonato e non fosse successo nulla, la credibilità che aveva in se stessa avrebbe vacillato paurosamente.

Thomas De Winterbourne, un nome che si ripeteva continuamente nella sua testa, era realmente stato in quella stanza solo qualche ora prima? Era, almeno, una persona esistita o esistente?

"Non sarò io a spiegarvi il motivo della mia raccomandazione. Lo capirete da sola" aveva detto Cristoforo, il suo maestro, quando si era raccomandato con Liliac di dover suonare quella canzone alla perfezione. Era quello il motivo?

Poi c'era la sensazione che aveva provato quando non era riuscita a staccare le dita dai tasti, nonostante avesse insistito. Aveva tirato forte, in preda al panico nel vedere Thomas scomparire, eppure non era riuscita a fermarsi, come se una forza invisibile si fosse appropriata delle sue mani e delle sue braccia e l'avesse obbligata a finire il brano nonostante la sua volontà.

Dopo un tempo indefinito, alzò la testa verso il punto in cui aveva visto Thomas per la prima volta; davanti al suo pianoforte, proprio di fronte ai suoi occhi confusi. Allora si alzò, fece il giro dello strumento e guardò per terra. Il tappeto rosso, adornato con fantasie dorate, era leggermente rialzato e stropicciato proprio dove, forse, avevano posato i piedi del ragazzo.

Poi si girò e vide la candela che giaceva sul coperchio del pianoforte completamente consumata, mentre il candelabro più grande era ancora acceso. Era estremamente sicura che era stato Thomas, se lo ricordava perfettamente.

Sussultò quando vide, con la coda dell'occhio, un'ombra al suo fianco, ma quando si girò in quella direzione, non c'era nessuno. Stava impazzendo?

Com'era possibile che si ricordava perfettamente di quel ragazzo, ogni movimento, ogni parola e ogni sguardo eppure era svanito come una nuvola spinta dal vento?

Liliac si avvicinò al pianoforte e prese in mano lo spartito della "Sinfonia perfetta". Lo guardò, osservandolo a fondo, come se potessero uscire delle scritte con le risposte alle sue domande. La scritta sul fondo della pagina brillava ancora di luce propria, vivida e ben marcata. Quella scritta le aveva salvato la vita giusto qualche ora prima.

The Perfect Symphony - Di Domenico AlessiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora