6.Scary Love

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*KAYN'S POV:*
Tre anni fa ho ucciso suo padre.

Senza provare nessun rimorso, l'ho liberata da quel pazzo psicopatico.

Dieci anni fa, mi sono innamorato di lei e involontariamente ho attirato la sua attenzione su di me.

Quando ero bambino, non ero un ragazzino socievole, venivo preso in giro per il mio aspetto e per la mia timidezza.

Quando però, alle medie i miei compagni hanno scoperto chi fosse mio padre, hanno iniziato a trattarmi diversamente.

Maschere, ecco cosa mi circondava.

Ragazzine che ci provavano con me perché spronate dalle famiglie e ragazzini che avevano paura di me perché avrei potuti farli uccidere.

Chi mi evitava e chi mi imitava.

Solo una bambina era diversa dalle altre, le piaceva giocare con me al parco da piccoli e alle medie non mi portava rispetto, mi teneva testa e se una cosa non le andava giù, la contestava.

La sua non era una maschera, era un viso vero e proprio, dolce e gentile.

Mia madre era felice della nostra amicizia e riuscì anche a farci una foto prima di morire.

Mio padre, invece, mi allontanò da lei dopo aver iniziato le medie, perché credeva fosse una debolezza che non sarebbe svanita nel tempo.

So per certo che è il mio tallone d'Achille e che quando c'è di mezzo lei non riesco a riflettere lucidamente.

Un esempio pratico è la morte di suo padre, non sono riuscito a controllarmi.

Nonostante mio padre mi abbia portato via da lei, sono riuscito ad osservarla da lontano, ad amarla silenziosamente.

E credetemi non era facile vederla soffrire per quel bastardo che le faceva solo del male.

Stare fermo ed essere impotente, mentre piange in camera sua, davanti allo specchio, con una collezione di lividi sul suo corpo angelico faceva male.

Quella schizzata di sua madre non era da meno, le loro conversazioni mi facevano rabbrividire, sua madre sembrava fosse invidiosa della sua luce.

Il mio diamante non era fatto per questo e ho dovuto prendere provvedimenti.

Sapevo che lei fosse in casa e nonostante tutto, l'ho ucciso, perché quella sera aveva bevuto troppo e non c'è l'avrebbe fatta a non toccarla.

Lei era davanti a me e piangeva, mi chiedeva di smetterla e non ne capivo il motivo, non le stavo facendo un favore?

Per lei ho confessato e sono stato in prigione tre lunghi anni, avrei dovuto farne di più, ma era troppo stancante e mi mancava vedere il mio diamante.

In prigione avevo molto tempo a disposizione e pensavo continuamente a come fosse diventata donna e alle sue esperienze con altri uomini.

Fortunatamente aveva gusti raffinati e a parte qualche bacetto, non c'era stato niente di serio in questi anni.

Continuavo ad osservarla seppur non direttamente, i miei amici mi aiutavano a sapere tutto di lei.

Quando l'ho vista il primo giorno di scuola, dopo aver accompagnato Ceaser, sono uscito fuori di testa.

Sembrava esser stata disegnata e il suo sorriso era rimasto lo stesso di tanti anni fa.

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