⚠️ATTENZIONE ⚠️
IN QUESTO CAPITOLO VENGONO TRATTATI ARGOMENTI DELICATI!!
sostanze stupefacenti; situazioni di rigetto.
SE SEI SUSCETTIBILE, NON LEGGERE QUESTO CAPITOLO.
Quanto odiassi la confusione, credo solo dio lo sapeva. Il fastidio di avere gente unta e sudata al corpo, mi faceva venire il nervoso.
Nel mio periodo adolescenziale -per quanto questo fosse durato- avevo respinto le feste con tutto me stesso; Che queste fossero in case di ricchi viziati oppure in confraternite dove facevo parte.
Troppa gente, poca aria. Ma ammetto che la mia mancanza da questi luoghi utili per "socializzare" non avevano fatto in modo che venissi escluso, anzi; stranamente mi feci delle amicizie che mantenni per tutto il periodo scolastico, tuttavia le mie scelte di vita, portarono indubbiamente a rompere con qualsiasi contatto umano non appartenente all'interno della società.
Era impossibile, e per nulla pratico crearsi rapporti al di fuori di questo ambiente, le troppe differenze di pensiero, di routine, differenze sostanziali che portavano ad un rottura quasi spontanea del legame e se c'era una cosa che avevo capito, nella creazione di rapporti con persone al di fuori del mio lavoro era che essi andavano a puttane.
E per quanto psicologicamente può essere meglio dare tanto affinché tu non le perda; Andando avanti, ti rendi conto che è meglio lasciar perdere, e non sprecare tempo e fiato con certe persone, che non capiscono I tuoi pensieri I tuoi ideali. E più passava il tempo, più mi rendevo conto che in questi giorni era proprio meglio non creare nulla.
L'unico che avrai accanto per sempre sarà te stesso.***
"Come cazzo ti sei vestito, sembri mio padre" enuncio la sua entrata Zarros scoppiando a ridere alla vista del mio abbigliamento per la festa.
" Bhe... grazie, non conosco tuo padre ma se gli somiglio, sarà sicuramente un bell'uomo." dissi scherzando, e rivolgendo un sorriso al mio amico.
Mentre lo guardai notai il suo abbigliamento, indossava un semplice paio di jeans e una maglietta nera.
A quel punto, mi guardai nuovamente allo specchio, e mi resi conto che aveva ragione, sembrava che stessi andando ad un riunione di lavoro, anzichè in una festa a casa di un ventireenne.
"Senti, non so che cazzo mettere, non sono abituato alle feste" dissi, in preda alla disperazione, quella era la mia sola opzione, o in giacca e camicia, oppure con la tuta. Non conoscevo altri mezzi termini.
"Cosi ti noteranno tutti, sembri vestito per un matrimonio, sai almeno che significa camuffarsi con gli altri" disse Luke, che in quel momento era entrato in stanza, guardandomi da capo a piedi, trattenendo una risata.
Sapevo che avevano ragione, ma fin da piccolo I miei genitori, persone influenti nel ambito della giustizia, mi avevano insegnato che un portamento elegante associato ad un vestiario adeguato ti rendeva una persona rispettabile già dall'aspetto.
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Apnea
RomanceVictoria è una studentessa all'ultimo anno di Lettere Moderne alla Hudden University. La sua vita è stata segnata da un'infanzia difficile, in cui un padre violento riempiva le sue giornate di urla e paura. Il terrore era l 'unica cosa che scandiva...