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La vita è di una bellezza unica, di questo me ne sono resa conto purtroppo da poco.
Ma meglio tardi che mai, no?
Dalla finestra della mia camera, che tenevo costantemente aperta , entro un filo di vento che mi provoco brividi tutto il corpo, era ritornato il mio periodo preferito dell'anno, dove il mio vestiario corrispondeva in: felpe o maglioni, e jeans; ed il mio giorno ideale, comprendeva una tazza, un piumone e un buon libro.
In questa cittadina, le temperature estive non erano mai state eccessivamente calde, tuttavia la mia sofferenza per questa stagione si faceva sentire, anche quando le temperature erano sui ventotto gradi; odiavo il caldo soffocante che non mi permetteva di respirare, odiavo il modo in cui il mio corpo non collaborava portandomi a sbalzi di pressione.
Chiunque abbia la convinzione che l'estate sia bella, e soltanto perché ha la possibilità di viaggiare, non per chi doveva rimanere in un buco di città.
Ero felicissima quando mia madre mi disse che ci saremmo trasferite di nuovo nella città in cui lei ed i miei nonni materni hanno vissuto la sua vita. Avevo sempre voluto visitare il Regno Unito, e vivere a Londra ne ero sempre stata attratta, come una forza che mi calamitava, in quel posto; si dice che quando sei cosi attratta da un luogo senza che vi sia un motivo apparente, e perché li si nasconde la tua anima gemella, adesso mi trovo ad un'ora di distanza da essa, ed il mio amore per quella città, cresce a dismisura, soprattutto dopo averla vista.
La piccola cittadina dove vivo, chiamata anche Little Cressingham, e un luogo a cui sono particolarmente affezionata, l'idea che queste strade, sono le stesse in cui hanno camminato mia madre e i miei nonni materni, mi riempie il cuore di gioia.
Mi avvicinai alla finestra e fissai il cielo, il suono dei tuoni già preavvisava l'arrivo di una burrascosa nottata di pioggia; ero eccitata come un bambino che riceve il suo regalo di natale, potevo già immaginare la nottata perfetta, sotto il piumone a dedicarmi alla lettura di cime tempestose.
Ma prima, dovevo portare Tartufo - il mio cane- fuori, perciò dovetti smetterla di pensare e mi diedi una mossa, prima che venga giù il temporale.
Chiusi la finestra e subito mi preparai, mettendo giubbotto e sciarpa e i miei soliti scarponi con il pelo cosi da riscaldare i miei piedi costantemente freddi, presi il libro che tenevo sul comodino, cosi da portelo leggere mentre ero al parco; andai in cucina e sulla lavagnetta che tenevamo attaccata al frigo, scrissi un messaggio a mia madre.
'Io e Tartufo siamo al parco, ci vediamo tra un poco'
Cosi nel caso fosse tornata prima e non mi avesse trovato in casa, sapeva già dove eravamo, presi dal ripostiglio la pettorina, e la misi a Tartufo che scodinzolava dalla gioia, questo era il nostro momento preferito, per quell'anno mi ero ripromessa che nonostante i tanti impegni avrei trovato anche un ora di tempo, per rilassarmi al parco, immersa nella natura e nel suono di questa.
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Apnea
RomansaVictoria è una studentessa all'ultimo anno di Lettere Moderne alla Hudden University. La sua vita è stata segnata da un'infanzia difficile, in cui un padre violento riempiva le sue giornate di urla e paura. Il terrore era l 'unica cosa che scandiva...