CAPITOLO 26.

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Non credo di sentirmi bene

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Non credo di sentirmi bene.

Anzi, ne sono certa.

Due giorni fa sono uscita con Mason e mi ha invitata ad una festa per inaugurare, se così vogliamo dire, la partita di football della prossima settimana.

Io ho accettato perché sul momento mi sembrava una bella idea... i problemi sono iniziati quando sono tornata a casa e quando, oggi, ho ricevuto il suo messaggio.

C'era scritto che la festa sarebbe stata alle 21:00 e mi chiedeva se avessi voluto un passaggio.

Indovinate cosa ho risposto? No.
Gli ho scritto che mi avrebbe accompagnata mia sorella e l'ho fatto solo perché spero che lei sia occupata.

Sono una cattiva persona, lo so, ma il solo pensiero di fare l'infiltrata in una festa piena di gente che non conosco, alcool e chissà cos'altro mi fa venire la voglia di mettere la testa sotto la sabbia e non uscirla più.

Drammatica? Probabilmente.

«Ricapitola tutto.»

«Ma te lo avrò spiegato almeno cinque volte.» Mi scappa una risata, mentre continuo a pettinarmi i capelli.

Sono seduta sul letto e faccio videochiamata chiamata con Heidi, ormai diventata una mia cara amica, che mi chiede di rispiegarle per la quinta volta come è andata giovedì con Mason.

«Va bene, va bene... sai già come ti vestirai?» Faccio di no con la testa, mentre lei alza gli occhi al cielo.

«Me l'ha detto solo un'ora fa.» Mi giustifico.

«Infatti! È tardissimo.»

«Veramente?»

«Certo! Sono le 16:00 del pomeriggio, ti rimangono solo cinque ore per prepararti.» Ora che me lo fa notare, è vero. Ha ragione.

«Cosa devo fare?» Sembro una disperata.

Rettifico: sono una disperata. Non ho mai avuto questo tipo di preoccupazioni perché, ogni volta che si presenta l'occasione di una festa, io non ci vado mai.

«Inizia col scegliere il vestito da indossare.»
Schiudo gli occhi.

«Il vestito?» Lei annuisce, non capendo il perché di questo mio cambio espressivo.

«Ecco, io pensavo ad una cosa più... semplice.»

«Del tipo?»

«Jeans e maglietta?» Spalanca gli occhi, avvicinandosi sempre di più lo schermo del telefono al volto.

«Sei forse impazzita, Megan Turner? Un ragazzo ti invita ad una festa, di sabato sera, e tu intendi vestirti come tutti i giorni a scuola?» Alzo le spalle.

«Non ci provare proprio!» Poi si volta verso destra e una voce fuori campo le dice di prepararsi.

«Scusa, era mia nonna. Ho una visita medica ma tu scegli il vestito e mandami la foto, okay?»

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