CAPITOLO 31.

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«Sei troppo nervosa ultimamente, Leila

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«Sei troppo nervosa ultimamente, Leila. Io sto bene, te lo ripeto sempre.» Sospiro, continuando a guidare per raggiungere la sua officina.

«Ma sei sempre più stanco, papà. Ti affatichi spesso e mi piacerebbe che tu ti facessi controllare, capisci? Solo per essere sicura che vada tutto bene.» Lui, testardo com'è, alza gli occhi al cielo e rivolge la sua attenzione alla strada.

«Ho una certa età, Leila. È normale sentirsi più stanchi.»

Mi ripeto mentalmente che potrei anche continuare a parlare per mesi interi, a lui non importerebbe comunque nulla.

Rimarrebbe nella sua posizione, nonostante tutto.

«Mi prometti almeno che ti farai visitare da un esperto?» Per darmi il contentino, annuisce. Io cerco di imprimermi nella mente la sua risposta ma so che non lo farà mai.

«Buon giornata, papà.» Dico, appena arrivo davanti la sua officina e lo vedo scendere di fretta e furia.

Non è mai stato un tipo affettuoso quindi mi dedica semplicemente un saluto con la mano, augurandomi la medesima cosa.

«Cerca di passare questo giorno al meglio, Leila. Te lo meriti.» Abbozzo un sorriso.

Senza aspettare oltre, rimetto in moto l'auto e mi dirigo verso l'università.

Oggi ho lezione la mattina, quindi il pomeriggio sarà dedicato unicamente al lavoro.

Non posso lamentarmi al dir la verità.
Sta andando tutto abbastanza bene, se non fosse per la stanchezza che sto mano a mano accumulando in corpo.

Non credo di poter gestire ancora per molto questo ritmo.

So che devo, devo farlo per forza, ma quanto può resistere un essere umano prima di crollare?

Non ricordo nemmeno più l'ultima volta in cui mi sono presa cura di me stessa.

Non mi comporto come una ragazza della mia età. La sera non vado in discoteca e non torno a casa alle 03:00 del mattino, non vivo aspettando il sabato sera perché so che anche lì dovrò lavorare e soprattutto non mi preparo per cercare di essere un minimo presentabile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31 ⏰

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