CAPITOLO 29.

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Ciao, bellezze.
Scusate per la lunga assenza ma avevo deciso di dedicare del tempo interamente alla scuola.
Comunque, sono tornata e spero che il capitolo vi piaccia🥹

Buona lettura!🩷✨


Io ho sempre amato la Domenica mattina

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Io ho sempre amato la Domenica mattina.

Anche se a molti non piace, io l'ho sempre trovata così... così... non lo so nemmeno io perché non c'è una vera e propria parola per descriverla.

La Domenica era l'unico giorno in cui potevamo rimanere tutti quanti insieme senza interruzioni di alcun tipo.

Era il giorno in cui sia mamma che papà avevano occhi solo per noi.

Era un momento speciale ed io la aspettavo ardentemente.

Da qualche anno la situazione è cambiata e adesso spero solo che non arrivi mai. Cosa impossibile, ovviamente.

Ma, tralasciando tutto, indovinate il giorno di oggi...? Domenica, esatto, e non sono nemmeno nel mio letto perché il mio migliore amico ha deciso di chiamarmi alle 06:00 del mattino dicendomi di aver bisogno della mia totale attenzione.

Quindi, adesso, eccomi qui. È fine Novembre e sono sotto casa di William tutta infreddolita e assonnata.

Ma per gli amici questo ed altro, no?

«Cosa cazzo ci fai lì sotto, Hazel?!» Alzo il capo di scatto e lo vedo affacciato al balcone a guardarmi storto.

Inarco le sopracciglia, non capendo.

«Mi hai chiamato tu, testa di cazzo!» Mi intima di abbassare la voce, nonostante lui sia stato il primo ad urlare, e mi informa che il portone è aperto da un quarto d'ora.

Che figure di merda che posso fare la mattina presto...

Nonostante tutto, salgo le scale e arrivo a casa sua. Letteralmente, stavolta.

«Buongiorno.» Dico, appena chiudo la porta alle mie spalle.

«Buongiorno un cazzo.» Sono più sorpresa di prima e a stento trattengo una risata.

«Ti sono venute le mestruazioni, Willy Wonka?» Mi guarda storto per la seconda volta in un giorno e mi fa cenno di sedermi sul divano, mentre lui continua a fare avanti e indietro per il soggiorno.

«No ma credo di star per sentirmi male da un momento all'altro.» Si porta una mano sul cuore con fare drammatico e stavolta scoppio a ridere.

Scusate, non sono riuscita a trattenermi.

«E adesso perché ridi?!» Scuoto la testa, continuando a sogghignare.

«Ti vuoi sedere accanto a me e raccontarmi tutto oppure preferisci che indovini? Ti avviso, non sono molto brava in questo tipo di giochi.» Decide di ascoltarmi e si posiziona accanto a me.

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