𝓒𝓸𝓶𝓮 𝓵𝓪 𝓵𝓾𝓷𝓪.

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Questo non è un vero e proprio capitolo.
Sono in una specie di blocco dello scrittore e mi risulta difficile completare il capitolo ventisette.
Quindi, ho pensato che sarebbe stato carino portarvi questo...🩷
Come si sono conosciuti realmente Hazel e Travis?

Buona lettura!🫵🏻

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«Cerca solamente di sorridere agli invitati, non devi per forza incominciare un discorso. Va bene?» Hazel alzò gli occhi al cielo, come era solita fare quando qualcosa non le andava a genio.

Mentre la zia Odette terminava di pettinarle i capelli, lei si chiedeva se mai un giorno avrebbe potuto decidere per se stessa in maniera autonoma.

Hazel odiava presenziare alle solite feste che i suoi genitori organizzavano, odiava sorridere per le telecamere e ancor di più odiava quando i bambini degli amici dei suoi genitori le parlavano cercando di mostrarsi gentili.

Lo odiava solo perché sapeva che loro non volevano veramente essere suoi amici, al contrario, volevano fare bella figura con la famiglia della piccola bambina.

«Sei pronta adesso.» La zia Odette posò la spazzola per capelli nel comodino, affianco al letto di Hazel, per poi porgerle la mano.

«Ti va se scendiamo insieme, Hazy?» Lei annuì con prontezza.

Pensò che quella serata sarebbe stata meno noiosa se al suo fianco avesse avuto la zia.

Amava trascorrere del tempo con lei perché sapeva che era l'unica nella famiglia a non averle mai detto bugie. Ed Hazel odiava le bugie.

Era sempre stata schietta con il prossimo, pur avendo solamente otto anni.

Diceva tutto ciò che le veniva in mente, senza filtri.

Pensava che la verità, per quanto dura potesse essere, suonava decisamente meglio di una bugia raccontata male.

Appena lei e la zia arrivarono al piano di sotto, vennero circondate da giornalisti e fotografi.

Hazel ridusse gli occhi a due fessure per via dei flash, sperando che quel momento terminasse il prima possibile.

Ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che non sarebbe stato affatto così.

Infatti, per quanto avesse continuato a sperare, la serata fu esattamente come tutte le altre.

Alcuni bambini, come aveva già immaginato, provarono ad approcciarsi a lei. A far vedere che i loro genitori stimavano molto la famiglia della bambina. E allora parlavano, parlavano e parlavano senza sosta. Ed Hazel era obbligata ad ascoltarli, sempre e comunque, per non sembrare sgarbata.

La zia Odette, come promesso, stette al suo fianco ma dovette anche intrattenersi in altri discorsi con gli adulti.

Tutto iniziò a pesarle.

Si sentiva soffocare a sentire la musica classica risuonare nella stanza, gli adulti parlare tra loro e lanciarle delle occhiate di apprezzamento per "la bambina brava ed educata che era".

Così, quando nessuno badò a lei, corse più veloce che poté e uscì da quella casa. Uscì e si rintanò in giardino, dove sapeva di poter respirare aria pulita.

Dove sapeva che nessuno le avrebbe chiesto di sorridere.

E così fece. Hazel si sedette sul prato del giardino, incurante di quello che sarebbe accaduto da lì a poco e che le avrebbe cambiato la vita per sempre.

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