Capitolo 13

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Eden

Ho appena spento il pc che arriva d’improvviso una chiamata da Martin, e rispondo dopo 4 squilli solo per ripicca.
“Pronto?”
“Ehi imbranata, vuoi che passo a casa da te?”
Sono troppo orgogliosa per rispondere di sì, perciò invento una scusa sul momento.
“Preferirei di si, non sto ancora così bene, potrei avere un altro dei miei attacchi e non rispondere alle mia azioni”
Lo riesco ad immaginare con quel suo tipico sorrisino che non riesco a sopportare; sono sicura che non se l’è bevuta, ma continuo a fingere per non palesarlo.
“Okay, allora passo un attimo a casa e arrivo, dammi 15 minuti”
“A dopo allora”
“A dopo ragazzina imbranata” e riattacca.
‘Pure ragazzina!? Non gli bastava imbranata!?’ .
Preparo una cena veloce con ciò che trovo in casa e la lascio al caldo nella pentola finché non arriva, apparecchio la tavola e faccio arieggiare la casa aprendo una finestra del salotto; mi dò una sistemata e raccolgo i capelli alla meno peggio in una treccia quando sento il campanello.
Controllo dall’occhiello che sia lui e apro la porta.
Attendo che noti il fatto che ho preparato del cibo solo perché lui sarebbe venuto di nuovo qua, e spero che capisca che sia solo per sdebitarmi.
“Quindi vuoi stare qua impalata a fissarmi o andiamo a cenare?” mi guarda divertito.
Io arrossisco istantaneamente e vado a fingere di dare un’ultima mescolata al risotto con gamberi e asparagi che ho preparato prima di servirlo a tavola.

Flooded Hearts: at the bottom of the lakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora