SECONDA PARTE

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Capitolo 25

Eden

Mi risveglio su un lettino d’ospedale con una flebo attaccata al braccio.
‘Dove sono? Non dovrei essere… morta? Non dovrei essere di nuovo con…?’
Mi guardo intorno. Sono in ospedale distesa su un lettino in codice rosso.
‘Perfetto direi’ penso; guardo nel letto di fronte al mio, e so di conoscere quella persona, ma il mio cervello non riesce a capire chi è, finché…
“MARTIN!” vorrei esclamare, ma esce solo un rantolo; così decido di alzarmi di scatto dal lettino per raggiungerlo, o almeno è ciò che provo a fare se non fosse che in realtà ho spostato appena di qualche millimetro le gambe.
‘Bella merda’ rido delle mie stesse condizioni sardonicamente nella mia mente.
Quattro dottori irrompono nella stanza di fretta e furia, e mi guardano come se fosse appena successo un miracolo davanti ai loro occhi.
“Controllate i parametri vitali!” ordina uno, mentre continua a fissarmi come se non fossi reale.
“Pressione bassa, respiro irregolare, battito cardiaco regolare.” esclama stupito il dottore che ha controllato i miei parametri.
“Ragazzina”
‘Anche lui adesso con sta storia del chiamarmi ragazzina’.
“Ora ti faremo delle domande e tu dovrai rispondere con un cenno del capo, se la risposta sarà affermativa, dovrai provare a scriverla su questo foglio, okay?”.
Mi indica il tavolino accanto a me con carta e penna, ed annuisco.
“Ti ricordi il tuo nome, cara?”
Annuisco e sul foglio scrivo “Eden Coraline Harvey”
“In che scuola vai?”
Scrivo “Harvard”
“Sai qual è il tuo indirizzo?”
E scrivo entrambi i miei indirizzi.
Mi guarda come se avesse avuto una visione divina, o forse un fantasma, chi può dire, e okay,  dovevo già essere nell’aldilà,  ma mi pare una reazione leggermente esagerata.
Ora però approfitto del momento di shock del dottore: è il mio turno di fare domande.
“Perché Martin Andersen è qui?”
“Lui… non si è sentito bene”
“E cos’ha?” continuo a scrivere
“E’ solo andato in svenimento in seguito ad aver esaurito quasi tutto l’ossigeno che aveva nei polmoni ed aver tirato una miriade di pugni al povero disgraziato, che a quanto dicono le voci, ti ha buttata in piscina”
Ora è il mio turno di guardarlo stupita.
“E perché aveva esaurito tutto l’ossigeno nei polmoni?”
“Ragazzina… ti ha salvato lui la vita, non noi”.

                                                                           *

Mi hanno fatta addormentare artificialmente, ma il mio sonno che sembra essere durato pochi secondi, viene interrotto da due voci.
Una la riconosco come quella di Martin, che sembra abbastanza agitato, mentre l’altra è di Vince.
Sembrano molto più vicini al mio letto di quel che dovrebbero essere, perciò fingo di essere ancora addormentata, e devo essere molto convincente, perché cominciano a parlare a sottovoce per paura di svegliarmi.
“Anna vorrebbe venire a trovarti” spiega Vince a bassa voce
“Non è un problema” chiarisce Martin.
‘Chi è Anna?’
“Non la faranno entrare, può entrare solo una persona a scelta per ogni paziente. Io ho scelto te; dovremo vedere se Eden sceglierà qualcuno, invece” procede Martin.
“Guarda come l’ha ridotta” sussurra Vince con voce rotta dopo un attimo di silenzio.
“Se quel pezzo di merda uscirà dall’ospedale prima di lei, si farà più anni in coma lui che in carcere io” lo rassicura Martin con tono sicuro
‘Spero stia scherzando’ esclamo mentalmente
“Ora devo andare, sono esauriti i 15 minuti”
“A dopo bro” lo saluta Martin
“Dopo aggiornami” conclude Vince, e sento la porta aprirsi per poi richiudersi subito dopo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10 ⏰

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