Capitolo 19

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Eden

“Edi! Vuoi andare a fare un giro in spiaggia?”
Le bolle di sapone ci circondano, perché ha puntato lo sparabolle proprio nella nostra direzione?
“Certo” sorrido.
Mi prende per mano, e seppur abbia solo due anni più di me, ha un senso dell’orientamento da far paura, infatti i miei genitori si fidano solo di lui.
“Edi, vuoi vedere i tuffi che ho imparato a fare?”

“NON FARLO!” esclamo.
Mi sono addormentata di nuovo nel giro di cinque giorni.
Devo ingerire della caffeina o rischio di dormire di nuovo, e non me lo posso permettere.
Il telefono ha il tempo di squillare una volta
“Si?” risponde con voce assonnata Vince dall’altro capo del telefono.
“Sai se ci sono appartamenti in affitto per gli studenti di Harvard, magari con altri coinquilini?” domando di getto
“Non potevi aspettare domattina, Eden?” si lamenta
“Assolutamente no!” esclamo falsamente indignata
Ridacchia piano.
“Comunque si, certo che c’è, basta che ti rivolgi alla segreteria e sapranno dirti tutto, non sono mica io l’ufficio informazioni” conclude
“Okay, grazie mille, buonanotte e ciao” e stacco.
Indosso una maglietta verde scuro, dei leggins neri e una salopette di jeans sopra, metto le mie Lumberjack, recupero le cuffie e mi incammino verso Harvard.
Una mezz’ora buona dopo arrivo all’ufficio informazioni.
Entro stasera devo portare le valigie.
Faccio un recap mentale di tutto ciò che mi devo portare dietro (pc da gaming e microfono compresi), li scrivo velocemente sulle note del telefono e ritorno a casa, non prima però di fermarmi a bere un’altro po’ di caffè per strada: la prudenza non è mai troppa

Flooded Hearts: at the bottom of the lakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora