Martin
Chi l’ha ridotta così?
E’ l’unica domanda che mi rimbomba nella mente mentre l’abbraccio per calmarla.
Non è stato difficile indovinare che vive all’ultimo piano.
Ho notato come spesso rivolge lo sguardo verso il cielo o sorride genuinamente quando vede delle piantine rigogliose, e il suo è l’unico terrazzo con qualche piantina.
Mi fissa con sguardo del tutto assente.
Cerco la sua camera da letto e la poggio con la delicatezza che si usa con un set da tè di porcellana. Il suo letto è almeno di due piazze e mezza. E perché ha una postazione da gaming con Fortnite acceso?
‘Non distrarti, ora non importa’. Controllo le reazioni fisiche che ha, e arrivo alla conclusione che ha avuto un attacco di panico e la sua mente è andata in tilt. E’ come se il suo corpo rispondesse ma la sua mente no.
Recupero un panno dal bagno, lo metto sotto il flusso d’acqua fresca, e glielo poggio sulla fronte non prima però di poggiarci la mano: le sta salendo la febbre.
‘I suoi genitori dove sono? Perché è sola? Cosa le ha fatto così male?’
Prendo da un mobile di legno in cucina un farmaco per la febbre e glielo faccio ingoiare, la infilo sotto le coperte e mi siedo sul bordo del letto.
“Chi? Dimmi solo questo” mormoro, consapevole però che lei non può sentirmi.
Attendo che chiuda gli occhi e passo una notte insonne sul divano, andando a controllare come sta ogni 3 minuti.
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Flooded Hearts: at the bottom of the lake
Chick-LitEden ha appena cambiato città per procedere con gli studi ad Harvard. Lei è come un fiocco di neve: brilla alla luce del sole con una luce tutta sua pur essendo fredda, gelida. Comincia però a dubitare della sua freddezza quando incontra gli occhi v...